Una trasferta in Italia, per ribadire l’importanza dell’innovazione nella ricerca, della cooperazione transnazionale fra le università e della promozione dei valori europei. La commissaria a innovazione, ricerca, cultura, istruzione e gioventù Mariya Gabriel ha aperto l’anno accademico dell’Università di Brescia, partecipato all’Assemblea Generale dei Rettori delle Università italiane poi ricevuto il premio «Donna è Innovazione», per il sostegno costante alla ricerca al femminile.
Il primo appuntamento è stato l’occasione per sottolineare risultati e obiettivi della strategia europea per le università. In particolare, c’è un’iniziativa di cui la commissaria è particolarmente orgogliosa, quella che riguarda le alleanze fra le università europee. Si tratta di accordi transanzionali che permettono a studenti, membri del personale e ricercatori di spostarsi tra istituti di diversi Paesi, in una sorta di «Erasmus allargato».
Le alleanze devono comprendere almeno tre istituti di istruzione superiore di tre Stati membri dell’Ue o partecipanti al programma Erasmus e l’obiettivo è dare vita a quelle che vengono definite le «università del futuro», che «promuovano i valori e l’identità europei, rivoluzionando la qualità e la competitività dell’istruzione superiore in Europa». Al momento, sono in fase di costituzione 41 alleanze, che coinvolgono oltre 280 istituti di istruzione superiore.
Nella speranza della Commissione dovranno diventare 60 entro il 2024, includendo in questo modo circa il 10% di tutti gli istituti di istruzioni superiore in Europa, circa 5mila. Per loro, ci sarà una dotazione di 1,1 miliardi di euro dal programma Erasmus+, più altri fondi provenienti da Horizon Europe: tutti soldi già stanziati nel bilancio comunitario 2021-2027.
Nel 2022 sono pervenute 52 candidature per un totale di 350 istituti di istruzione superiore, in rappresentanza di 33 paesi, ha spiegato la Commissaria: i risultati della selezione saranno noti a luglio.
«Spero di vedere più istituti italiani aderire alle alleanze esistenti o a nuove alleanze con i prossimi inviti del 2023 e del 2024», le parole di Mariya Gabriel alla presentazione dell’anno accademico dell’ateneo bresciano. Parte del suo intervento è stato dedicato alla creazione di uno status giuridico per queste alleanze, che dovrà avvenire entro il 2024. «Abbiamo in programma quest’estate il lancio di un progetto pilota, aperto a tutte le alleanze, per testare diversi modelli secondo un approccio dal basso».
Ma soprattutto, Gabriel ha ricordato la necessità di istituire un diploma europeo congiunto, che riconosca il valore delle esperienze transnazionali nel titolo di istruzione superiore conseguito dagli studenti. Anche in questo caso c’è un progetto pilota nell’ambito del programma Erasmus+, che secondo Gabriel resta «una delle forze creatrici più potenti dell’identità europea».
Per questo, ha spiegato, le istituzioni continueranno a investirci e il programma sarà completamente digitalizzato: già ora c’è un’applicazione tramite cui gli studenti possono accedere ai documenti del proprio scambio e una rete, Erasmus Without Paper, che permette agli istituti di istruzione superiore di scambiare dati online più facilmente e comprende già 3mila istituti collegati.
«Vogliamo dare alle università gli strumenti per essere attori essenziali della transizione verde e digitale. Dobbiamo sostenere programmi di formazione innovativi in tecnologie all’avanguardia come l’intelligenza artificiale, il calcolo ad alte prestazioni o la cybersicurezza, ma anche varando una piattaforma digitale europea per promuovere la cooperazione tra gli istituti di istruzione superiore».
Un premio per la commissaria
Passando da Brescia a Cologno Monzese, in provincia di Milano, la commissaria Mariya Gabriel ha ricevuto il premio «Donna è Innovazione», assegnato dall’Osservatorio TuttiMedia per le sue azioni concrete che «hanno permesso alle donne di oltrepassare le barriere che limitano la loro partecipazione».
In questo caso, l’accento si è posato sull’importanza della ricerca e dell’innovazione, altri due temi che fanno parte del suo portafoglio. «Investire nella ricerca è fondamentale per preservare la nostra leadership nel campo scientifico: oggi il 25% delle pubblicazioni nel mondo provengono dal’Europa», ha affermato Gabriel.
L’anello (per ora) mancante è rappresentato dalla trasmissione di questo primato accademico in un’analoga posizione di vantaggio a livello produttivo e industriale, che, ha ammesso la commissaria, manca in molti settori. La soluzione è allora finanziare ancora di più, e meglio, le idee innovative e le persone che le sostengono. Non una necessità secondaria, anzi, una questione cruciale, come ha evidenziato portando l’esempio della pandemia di Covid19 e quelli, altrettanto attuali, della transizione digitale e del cambiamento climatico. «La scienza salva le vite».