Touch and playApple vuole creare un suo ecosistema anche per i videogiochi

L'azienda di Cupertino sta provando a rendere i pesanti giochi da console accessibili anche su smartphone, permettendo agli utenti di giocare su diversi dispositivi senza interruzioni e con un unico acquisto, ma per battere la concorrenza di Microsoft dovrà ampliare il suo catalogo di giochi compatibili

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Non è la prima volta che su questo giornale si parla di big tech e gaming, ma in quell’occasione si utilizzava come spunto il tentativo di acquisizione (nel frattempo realizzato) di Activision da parte di Microsoft per spostarsi sui territori del metaverso. A distanza di quasi due anni, si parla soprattutto di intelligenza artificiale e gli interessi delle multinazionali nel settore dei videogiochi possono essere letti in chiave meno visionaria: dovunque ci porti il futuro, è perfettamente ovvio che compagnie così potenti vogliano una fetta di una torta che entro il 2030 genererà trecento miliardi di ricavi e coinvolgerà 3,8 miliardi di giocatori – secondo stime freschissime.

Apple ci sta provando (anche) così: portando alcune grosse produzioni su iPhone 15 Pro e iPhone 15 Pro Max e su iPad dotati di chip M1 o successivi. Nello specifico, le produzioni sono Resident Evil Village, Resident Evil 4 Remake, Death Stranding, Assassin’s Creed Mirage. Cosa c’è di nuovo? La domanda è lecita, perché altri giochi, pure questi di alto profilo e giocabili su console, avevano trovato una nuova casa sugli smartphone (Minecraft o Call of Duty Mobile, ad esempio). In questi casi tuttavia si tratta di esperienze multiplayer che connettono videogiocatori mobile e casalinghi. Nel caso di Apple, invece, ci si riferisce a opere multimediali interattive che hanno bisogno di tempi più lunghi e di maggiore concentrazione per dispiegare il proprio potenziale, da giocare in singolo ed esigenti dal punto di vista dei requisiti hardware.

Questi aspetti hanno fatto alzare un sopracciglio a chi ha messo sotto la lente di ingrandimento la strategia della compagnia dei Mac: siamo sicuri che i gamers da telefonino, tendenzialmente distratti – per forza di cose, magari sono su un autobus – oppure occasionali, siano disposti a spendere decine di euro per un prodotto che potrebbe occupare tanto spazio di memoria, succhiare la batteria e richiedere un controller per essere esperito al meglio? Parte della risposta potrebbe già essere arrivata con Resident Evil Village, ottavo capitolo principale della saga horror di Capcom, disponibile a partire dal 30 ottobre. MrMacRight, un popolare canale di YouTube che si occupa di prodotti Apple, ha pubblicato una video-analisi estesa delle performance di Resident Evil Village su iPhone 15 Pro. Il gioco, che va installato proprio come se fosse un’app, occupa 16,41 gigabyte di spazio, un miglioramento notevole rispetto ai 35 della versione PC e una caratteristica che lascia ben sperare in vista di tutti i prossimi AAA (gli equivalenti dei blockbuster tra i videogiochi), pesantucci anche per il disco rigido di un computer.

Nel corso del test, MrMacRight ha anche rilevato alcuni problemi di performance ed è incappato in errori, ma tutto sommato, al termine della clip, si è definito soddisfatto per aver potuto giocare a un prodotto da console sullo stesso dispositivo che utilizza per inviare le mail o prenotare un tavolo a un ristorante. Su questo punto concordano anche le altre recensioni (poche) e provati (tanti). Vedere girare un gioco graficamente così esigente su uno smartphone è impressionante. Dopo un periodo promozionale, RE Village torna al prezzo di listino (39,99 euro). Preordinare Resident Evil 4 Remake costa invece sessanta euro: una scelta che può risultare incomprensibile. Nell’ecosistema all’interno del quale ci si sta muovendo, i gamer sono abituati a spendere al massimo dieci euro per un’applicazione, più frequentemente cinque. Naturalmente dalle parti di Cupertino hanno fatto i compiti a casa, quindi la vera domanda è dove sta puntando e cosa vede all’orizzonte Apple.

Su The Verge, il giornalista Jay Peters osserva che i chip dei telefonini e dei computer Apple condividono la stessa architettura e che, prima di essere annunciato su iPhone, Resident Evil Village è stato reso compatibile con il Mac e il suo sistema operativo, iOS, facilitando il porting. Non è il caso dell’ottavo capitolo, ma Resident Evil 4 Remake supporterà l’Apple’s Universal Purchase, la funzione che consente di avere su tutti i dispositivi dello stesso marchio l’applicazione che si è acquistata su uno.

L’ipotesi è mettere in condizione gli utilizzatori dei suoi prodotti di avere, con un unico acquisto, lo stesso gioco su più dispositivi. Abilitando la sincronizzazione dei salvataggi, sarà possibile, ad esempio, interrompere l’esecuzione sul Mac e riprendere il filo del gioco sullo smartphone o sull’iPad durante un viaggio in treno. Tre dispositivi, un’unica piattaforma. L’ostacolo a questo punto è il parco di giochi compatibili, molto ristretto rispetto a quello di Microsoft Windows, l’opzione preferita dai gamer. La sfida è anche questa: mentre avanza la propria idea di gaming, e si infila in un settore dal quale sembra impossibile stare alla larga se sei un’azienda ambiziosa, Apple dovrà comparire con maggiore frequenza sui radar degli appassionati di mondi virtuali.