Game timePerché le Big Tech vogliono investire nel settore dei videogiochi

L’acquisizione di Activision da parte di Microsoft potrebbe causare una reazione a catena tra le grandi aziende del mondo tecnologico. Quello videoludico non è solo un mercato in rapida espansione, è anche la porta d’accesso privilegiata per il metaverso

AP/Lapresse

La settimana scorsa Microsoft ha acquistato Activision Blizzard per una cifra vicina ai 70 miliardi di dollari. È l’acquisizione più costosa da parte dell’azienda fondata da Bill Gates in 50 anni di attività nel settore tecnologico – d’altronde Activision è uno dei brand più forti in questo ramo.

Ma non solo, l’operazione conferma una tendenza sempre più forte nell’industria dei videogiochi: il mondo del gaming è sempre più dominato da colossi con fatturati mostruosi, sempre meno aperta alla concorrenza e ai pesci piccoli.

Bobby Kotick, Ceo di Activision, ha detto che questa proliferazione di piattaforme e nuove forme di distribuzione ha reso difficile – anche per aziende grandi come la sua – tenere il passo con i requisiti tecnologici del mercato dei giochi di oggi.

«Il settore videoludico sta andando verso la nascita di imperi sempre più grandi, anche grazie a un pubblico in costante espansione che sembra poter ampliare il mercato ancora per molto», scrive il Financial Times in un lungo articolo firmato da Richard Waters e Leo Lewis.

Giochi come “Call of Duty”, “World of Warcraft” e “Candy Crush” – tutti di Activision – attirano centinaia di milioni di giocatori. I giochi più popolari sono distribuiti su diverse piattaforme, delle console ai pc e agli smartphone. Ovviamente i creatori di videogiochi nel frattempo hanno trovato nuovi modi per ottenere denaro dal loro pubblico, anche attraverso la pubblicità, gli acquisti in-game e gli abbonamenti. Quindici anni fa c’erano circa 200 milioni di videogiocatori nel mondo, oggi sono 2,7 miliardi.

«L’enorme dimensione del pubblico di gioco di oggi, che già fa impallidire altre forme di intrattenimento del mercato di massa, gioca a favore delle grandi aziende in grado di costruire e gestire gigantesche attività online per distribuire i propri costi», si legge sul Financial Times.

I margini di crescita che si intravedono in questo settore renderanno il mondo del gaming il prossimo campo di battaglia delle aziende tecnologiche: le Big Tech vogliono continuare a essere una presenza costante nella vita di miliardi di utenti e i videogiochi sono uno strumento perfetto.

Molti investitori sono d’accordo sul fatto che l’investimento fatto da Microsoft sia sintomo di un cambiamento significativo, in atto o prossimo da venire. Non a caso alcuni investitori stanno già speculando sul fatto che altre grandi aziende starebbero immaginando operazioni come quella di Microsoft con Activision Blizzard.

Dopotutto, chi non vorrebbe sedersi al tavolo per spartirsi una torta che già oggi rappresenta un business da 180 miliardi di dollari l’anno, cioè il doppio dell’industria cinematografica.

Alcune delle più grandi aziende tecnologiche hanno già quote significative nel gaming: ci sono gli app store di Apple e Google, che fungono da vetrina principale per il segmento più grande del mercato dei giochi, quello degli smartphone. Poi Twitch (di Amazon) e YouTube (di Google) attirano un pubblico di massa grazie ai content creator che fanno live e video di ogni genere a tema videogiochi. Mentre Facebook già punta sui suoi visori Oculus per portarsi avanti nel nascente mercato della realtà virtuale.

Le più grandi aziende tecnologiche, come scrive il Financial Tiems, hanno anche le tasche più profonde e possono permettersi grandi scommesse nel settore videoludico. Anche per un’azienda grande come Sony, l’acquisto di Activision sarebbe stata un’operazione molto onerosa, dal momento che avrebbe rappresentato oltre la metà del suo valore sul mercato azionario.

Invece la stessa spesa, per quanto grande, rappresentava solo il 3% del valore di Microsoft, meno del suo ultimo flusso di cassa operativo annuale: è evidente che per Microsoft quest’operazione multimiliardaria sia stata comunque poco rischiosa.

«La trattativa di Microsoft dovrebbe essere sottoposta a un attento esame da parte delle autorità di regolamentazione», scrive il Financial Times, ricordando che l’azienda ha già un grosso vantaggio competitivo sulla concorrenza, in quanto «i primi tentativi di Google e Amazon di creare nuovi studios nel settore videoludico non sono andati a buon fine, ponendoli in una posizione di inferiorità rispetto a Microsoft, che ha già costruito un’importante attività ventennale da quando ha lanciato la sua console Xbox».

Inoltre recentemente Sony ha avuto problemi di produzione legati ai nuovi modelli di PlayStation, cosa che potrebbe aver dato a Microsoft un ulteriore incentivo ad acquisire Activision: era l’occasione per superare il rivale di lunga data. Sony, infatti, si era conquistata una posizione di vantaggio grazie al successo della PlayStation negli ultimi sei o sette anni, ma l’acquisto di Activision potrebbe aiutare Microsoft nel sorpasso.

Tuttavia, il segmento delle console potrebbe non essere più così centrale nel mondo del gaming: l’acquisizione di Microsoft potrebbe avere l’impatto maggiore nei mercati più nuovi e in crescita.

Potrebbe essere quello della subscription economy, quindi degli abbonamenti a pagamento, ambito in cui il Game Pass di Microsoft conta già 25 milioni di clienti. Ma forse è ancora un segmento secondario.

Per mettere nella giusta prospettiva l’operazione di Microsoft bisogna guardare al metaverso. È qui che peserà l’acquisizione di Activision.

Il settore dei videogiochi è una porta d’accesso privilegiata per il metaverso, che sembra sempre più la destinazione prossima del settore tecnologico. Satya Nadella, l’amministratore delegato di Microsoft, ha detto che l’acquisizione pianificata di Activision è un passo verso il metaverso, quello che alcune delle più grandi aziende tecnologiche ritengono che possa rappresentare la prossima grande rivoluzione di Internet.

Non a caso la stessa Meta, cioè la società di Mark Zuckerberg, si chiama così perché indica una nuova attenzione al metaverso (non è un caso che anche Meta avesse provato a inserirsi nella trattativa per l’acquisto di Activision).

Parlando al Financial Times, Kathryn Rudie Harrigan, una professoressa della Columbia University, descrive la mossa di Microsoft su Activision come «un attacco preventivo per strappare il vantaggio a Meta nella costruzione delle prime iterazioni del metaverso». Quindi, con questa operazione, Microsoft «ha la possibilità di mettere il naso nella tenda prima di Facebook».

Non è da sottovalutare: se il gaming dovesse diventare sempre più appannaggio delle Big Tech, verosimilmente anche gli sviluppi del metaverso saranno nelle loro mani. Lo scenario da scongiurare è che i colossi del settore informatico non abbiano un potere economico e politico troppo grande nel nuovo ramo più importante della tecnologia.

Le newsletter de Linkiesta

X

Un altro formidabile modo di approfondire l’attualità politica, economica, culturale italiana e internazionale.

Iscriviti alle newsletter