Ciascuno di noi addetti ai lavori ha le sue passioni personali, che non dovrebbero impedirgli di scrivere nel modo più neutro possibile, anche quando si deve scrivere del proprio locale del cuore.
È un po’ come per il giornalista sportivo, che deve mascherare la sua fede calcistica senza mai rivelarla, e rimanere super partes.
Ma qui non si tratta di partigianeria (che confessiamo subito: c’è!) ma di autentico diritto di cronaca, perché se quest’anno ci sta dicendo qualcosa sul fronte della mixology, è che questo è l’anno del Rita e del suo fratellino Tiki.
Lo storico cocktail bar sui Navigli, il preferito e più citato dai bartender, quello che ha fatto la storia della mixology, milanese e non solo, ha raggiunto quest’anno una serie di traguardi che lo rendono a tutti gli effetti il place to be dei locali dove bere bene.
E il merito va senz’altro al fondatore, Edoardo Nono, volto e anima di riferimento della bar industry italiana, ma anche all’energia indomabile della sua socia Chiara Buzzi, capace di imprimere ai due locali, un american bar e un locale che propone miscelazione in stile tiki, una spinta propulsiva inarrestabile, una nuova linfa comunicativa e di stile, e un nuovo posizionamento chiaro e distintivo, anche sul fronte gastronomico.
Arriva a maggio il premio Best Italian Cocktail Bar al Roma Bar Show, la fiera di riferimento che incorona i migliori professionisti del settore: è l’incoronazione per il lavoro dei due soci, ma anche per la grande professionalità e competenza del braccio destro dei due, Andrea Arcaini, un vero professore del drink, un fine studioso della storia della miscelazione e un abilissimo direttore, che sta imprimendo al Rita una marcia in più.
E i premi si moltiplicano con un altro membro della squadra, il giovane e promettentissimo Alessando D’Alessio. Il ragazzo di Monopoli che voleva conquistare la grande città, arrivato al bar dopo averlo tanto desiderato, con un bagaglio professionale da mettere in gioco ma soprattutto con un desiderio infinito di dimostrare che fosse all’altezza della metropoli, dei suoi ritmi e della sua vitalità, ma anche della sua severità di giudizio, ha conquistato prima i giudici di Bargiornale, diventando a gennaio il Bartender under 30 dell’anno per la testata di riferimento del settore, e raggiungendo lunedì 21 maggio l’incoronazione più significativa per chi fa questo lavoro.
D’Alessio aveva superato la semifinale della Campari Bartender Competition di domenica 19 maggio presso il Camparino in Galleria, durante la quale era riuscito a convincere i giurati ripresentando il proprio drink signature, rispondendo alle domande di un quiz di cultura generale sul mondo Campari e infine dimostrando grande inventiva nella prova di improvvisazione (la creazione di un drink contenente un homemade preparato da uno degli altri semifinalisti, estratto a sorte).
Per la finale, svoltasi presso la sede storica di Campari Group a Sesto San Giovanni e nella quale D’Alessio ha superato Andrea Pace del Drink Kong di Roma (secondo classificato) e Edoardo Cipriani del Soda Jerk di Verona (terzo), ha dovuto invece superare l’innovativa sfida di questa edizione della competizione, che vedeva i tre bartender rimasti in gara (dagli oltre millecento originali) cimentarsi nella creazione di una vera e propria proposta di food pairing, interpretando così uno dei trend gastronomici del momento. A supportarli, lo chef di [Cà-ri-co] Milano, Nicholas Lentini. D’Alessio, cui si è affiancata la tutor Luana Bosello, vincitrice della quarta edizione, ha firmato la soluzione perfetta, composta dal cocktail Linea Rossa (Campari, 1757 Vermouth extra dry Cinzano, Appleton Estate 12yo, succo di limone, lamponi e Magic Velvet), in abbinamento a un Controfiletto di manzo con funghi, purea di castagne, pak choi e fondo bruno al caffè.
Tutto il mondo rappresentato nella giuria, composta da Giulia Cuccurullo (Head Bartender dell’Artesian Bar, Londra), Giorgio Bargiani (Assistant Director of Mixology del Connaught Bar di Londra e Global Brand Advocate 1757 Vermouth di Torino), Samuele Ambrosi (fondatore di Cloakroom, Cloakroom Studios e Boss Hogg a Treviso), Salvatore “Il Maestro” Calabrese, Leonardo Leuci (bartender, bar owner e bar consultant), Bruno Malavasi (Master of Botanicals Campari Group), Alessandra Rubini (Chef Brand Ambassador ALMA), Nicola Scarnera (Campari Academy Manager) e Alberto Ponchio (Senior Marketing Director Italian Market).
Un riconoscimento davvero significativo, che premia la determinazione, la capacità tecnica, ma soprattutto quella naturale predisposizione al contatto umano che D’Alessio sprizza da ogni poro. Entrare al Tiki e incontrare il suo sorriso è un tutt’uno, sedersi al bancone – per qualunque avventore di questo locale – è un’esperienza umana autentica, innata di allegria e felicità. Nessuna costruzione, tanta spontaneità, ma soprattutto la giusta misura nel rapporto cliente-bartender. Quell’equilibrio difficilissimo da costruire, che nasce da una predisposizione personale allenata duramente, così come le braccia in grado di shakerare senza sosta, senza perdere mai di vista il fine ultimo del suo lavoro: far star bene il cliente davanti a lui.