Proteste anti NetanyahuLo sciopero generale in Israele dopo la morte dei sei ostaggi a Gaza

Manifestazioni accese in tutto il Paese. Il più grande sindacato israeliano ha indetto un blocco per chiedere al governo di agevolare un accordo con Hamas

(La Presse)

È iniziato in Israele lo sciopero generale indetto per il 2 settembre da Histadrut, più grande sindacato del Paese, dopo le manifestazioni di domenica 1 settembre contro il governo del premier Benjamin Netanyahu organizzate dal Forum delle famiglie degli ostaggi in seguito alla morte di altre sei persone detenute da Hamas nella Striscia di Gaza.

La richiesta al governo è di spingere per un accordo con Hamas e riportare a casa gli ostaggi del 7 ottobre scorso. «Siamo arrivati alla conclusione che solo il nostro intervento può smuovere chi deve essere smosso. L’accordo non fa progressi per motivi politici, e questo è inaccettabile», ha detto il segretario dell’Histadrut, Arnon Bar-David.

Histadrut rappresenta circa 800mila lavoratori del settore pubblico, ma allo sciopero hanno aderito anche altre sigle sindacali – tra cui l’Israel Business Forum, di cui fanno parte i lavoratori delle duecento più grandi aziende del Paese – e i partiti dell’opposizione. Prenderanno parte allo sciopero anche il comune di Tel Aviv e numerose altre amministrazioni locali, oltre che diverse università. Anche l’aeroporto di Tel Aviv Ben Gurion dovrebbe essere chiuso, ma non è detto che smetta del tutto di operare.

Il ministro delle Finanze Bezalel Smotrich, membro del Partito Sionista Religioso di estrema destra, ha detto che lo sciopero «esaudisce i desideri di Sinwar» (leader di Hamas) e ha invitato i lavoratori a recarsi sul posto di lavoro, chiedendo alla procuratrice generale Gali Baharav-Miara di emettere un’ingiunzione per fermarlo.

Nelle proteste esplose domenica, si sono registrati accesi scontri con la polizia e almeno venti persone sono state arrestate. I familiari dei sei ostaggi uccisi – quattro uomini e due donne – sanno che erano ancora vivi quando il premier Benjamin Netanyahu discuteva di un’intesa per la liberazione dei rapiti. Cinque di loro erano stati rapiti durante il festival di musica techno. Ma tre di loro — Hersh Goldberg-Polin, Carmel Gat, Eden Yerushalmi — erano nella lista dei nomi indicati da Hamas già il 2 luglio, quando il presidente americano Joe Biden aveva annunciato una proposta per la tregua accettata dagli israeliani. Sarebbero stati vivi, secondo le ricostruzioni, fino ai colpi alla testa che li hanno uccisi quando i militanti di Hamas hanno capito che i soldati israeliani si stavano avvicinando nel tunnel costruito sotto Rafah. I patologi israeliani hanno infatti calcolato che la morte sia avvenuta tra le 48 e le 72 ore prima del recupero dei cadaveri di sabato 31 agosto.

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