Quando non ho un’opinione su un determinato argomento mi affido a un metodo infallibile: guardo come la pensano Maurizio Gasparri o Renato Farina o Gad Lerner e mi schiero prontamente dalla parte opposta. Non si sbaglia mai.
Malgrado la premessa, sono rimasto senza parole a leggere la recensione di "Zia Mame" scritta da Lerner su Vanity Fair (italiano, naturalmente).
"Zia Mame" è un romanzetto di cinquant’anni fa che Adelphi ha appena pubblicato. E’ molto divertente. Ma molto. Ed è primo in classifica, unico libro che si possa definire tale tra travagli, vampiri, camilleri, detective svedesi, minchie-signor-tenente e moccioserie varie. A Lerner però non è piaciuto. Capita, e conferma la regola.
Ma la motivazione è da chiamare i vigili urbani: per lui dietro Zia Mame c’è una pericolosa operazione della destra reazionaria contro le progressive sorti della società moderna e dei suoi dotti condottieri illuminati.
Mi chiedo se Adelphi gli abbia per caso bocciato un saggio sulle "Zanzare multiculti".
4 Agosto 2009