Non è immediato, quando si parla di finanziamenti alla cultura, riuscire ad affrontare gli argomenti in modo esaustivo e pacifico, spinti in particolare dalla volontà di raggiungere dei punti di contatto fra le parti. E’ ciò che, invece, si è verificato giovedì 7 luglio nell’ambito della giornata dedicata al Teatro nella Reggia di Venaria Reale a Torino, voluta da Beppe Navello, anche direttore del Festival Teatro a Corte, che ha aperto lo stesso giorno e che vede lo svolgimento di 31 spettacoli di altrettante compagnie di 12 diverse nazionalità esibirsi fino al 25 luglio in 6 splendide dimore sabaude del Piemonte (www.teatroacorte.it). La giornata per il Teatro è anche organizzata dall’Agis, Associazione Generale Italiana dello Spettacolo, e dalla Fondazione Teatro Piemonte Europa, con il sostegno del Ministero per i Beni e le Attività Culturali. Sono stati affrontati diversi argomenti riguardanti i finanziamenti statali, l’intervento economico di sostegno da parte dei privati e il tema delle leggi, auspicabili o esistenti, sempre in materia di spettacolo. Il clima di dinamica serenità ha condizionato, positivamente, anche il gruppo di manifestanti all’esterno di Reggia Venaria Reale, che, infatti, comunque, pur manifestando, si sono dichiarati soddisfatti per il ripristino del Fus (attraverso la nuova accise sulla benzina) che aveva voluto e ottenuto Giancarlo Galan, Ministro per i Beni e le Attività Culturali, intervenuto al Convegno.
Il principio di sussidiarietà, ovvero di collaborazione tra pubblico e privato, sembra condiviso fra tutti i presenti, visti i tempi di difficoltà economiche: “E’ necessario che i privati intervengano -dice il Presidente Federculture Roberto Grossi-, l’industria culturale rappresenta un fattore importante per la crescita. I tagli ovviamente stanno danneggiando la produzione artistica. Solo che le complicazioni burocratiche sono un freno per i privati, vanno introdotte norme che permettano a pubblico e privato di muoversi insieme per la cultura”. Gli fa eco Luca Galli, del Consiglio di Amministrazione della Fondazione Cariplo: “Le Fondazioni sono importanti perchè cercano di essere presenti sul territorio locale e garantiscono un’attività costante”. Secondo Walter Santagata, Professore ordinario di Scienza delle finanze e Economia della Cultura all’Università di Torino, in Italia l’attività di donazione è legata ai settori in cui il donatore si sente più direttamente coinvolto, come la salute. Sarebbe quindi auspicabile, in modo anche da allargare le aree in cui si ricevono donazioni, che si aumentassero gli incentivi fiscali per il donatore, come accade negli Stati Uniti. Secondo Sergio Escobar, Direttore del Piccolo Teatro di Milano, sono da recuperare i principi di responsabiilità, dignità e rigore anche di chi riceve un finanziamento.
Salvatore Nastasi, Direttore Generale dello Spettacolo dal Vivo, prima dell’arrivo del Ministro Giancarlo Galan, già aveva trasmesso sicurezza nelle risposte che il Ministero per i Beni e le Attività Culturali aveva intenzione di dare sulle questioni sollevate dagli addetti ai lavori. Un buon punto di partenza per il futuro è il già avvenuto ripristino del Fus: “Ricordo che negli ultimi anni abbiamo passato un periodo molto difficile -dice-, ma ora, finalmente, abbiamo iniziato a capire che alla cultura possono arrivare dei finanziamenti anche dalle accise”. Positiva la risposta alla richiesta della triennalità dei finanziamenti.
Il Ministro, poi, continua sulla linea di sicurezza iniziata da Nastasi: “Se parliamo di tagliare i fondi alla cultura in Italia, non abbiamo capito proprio niente. Ora abbiamo ottenuto anche di poter destinare il Cinque per Mille alla cultura. E’ arrivato il momento di agire”. Anzitutto concorda con chi, durante il dibattito, aveva sollevato la necessità di modificare la Legge 122, e la positività della sopressione dell’Eti. Dimostra totale consenso verso la triennalità dei contributi, distribuendoli però meglio: “sogno un teatro audace, vivace e creativo”. Si dice inoltre interessato anche a che vengano chiamati dei direttori stranieri per occuparsi di strutture nostre: “Abbiamo italiani che vanno a gestire teatri in Spagna o in Polonia, e non possiamo chiamare noi qualcuno che riteniamo valido?”. E’ assolutamente importante, poi, che i privati siano sempre più incentivati ad investire in cultura: “Ora non diamo nè certezze nè incentivi fiscali. A volte mi sembra di combattere una battaglia troppo difficile. Se stiamo insieme, ognuno certamente sulle sue posizioni, però, potremo dialogare e riuscire: abbiamo un dovere etico, culturale. Un patrimonio da restituire, e dobbiamo lavorare insieme per una battaglia che, almeno su alcuni punti, deve essere comune”.