Un tempo era pratica abituale: per opportunità politiche, sociali o per amore il futuro marito dava grosse somme ai genitori della sposa per portarla nella propria casa. Chiaramente la donna non aveva voce in capitolo, a scegliere era la famiglia. Anche in altre culture, tra cui quella ebraica, il matrimonio e’ una sorta di contratto e lo sposo regalava soldi alla famiglia della sposa. Una specie di dote al contrario.
Che qualcosa di simile accada nel 2011 si stenta a credere, eppure negli Emirati succede, e anche spesso. Questa antica pratica, che teologi e studiosi dicono non avesse il significato di comperare la donna, ma semplicemente di dono e di simbolo di buon livello sociale, oggi si e’ trasformata in ben altro: il drammatico fenomeno del “traffico delle spose”.
L’ultima triste storia, finita sulle pagine dei quotidiani, e’ quella di Sultana, una ragazza indiana appena diciottenne di Hyderabad, nell’Andhra Pradesh. Un uomo emiratino di 47 anni l’ha comperata per una grossa somma dai genitori, per sposarla e portarla negli Emirati. Sultana credeva di andare a Dubai a lavorare come domestica (purtroppo anche il traffico delle colf indiane e’ all’ordine del giorno) invece e’ stata costretta a sposarsi. Alla fine, convinta dalla sorella, non si e’ nemmeno ribellata. Ha raccontato alla polizia che l’ha fatto per aiutare i suoi genitori, che in cambio del suo corpo e della sua anima hanno ricevuto una casa, un’automobile e molti soldi.
Il governo indiano ha lanciato una campagna per mettere in guardia le ragazza che provengono da famiglie indigenti da questa forma di tratta (Campaing against bride trafficking), ha innalzato l’età legale del matrimonio a 21 anni e ha varato una rigida legge sui matrimoni a pagamento.
Peccato che quella stessa legge in realtà non tuteli affatto le giovani vittime. E l’epilogo di questa vicenda sia ancora più triste. L’uomo se la caverà con il divieto di rimettere piede in India. Sultana invece dovrà scontare mesi di carcere e avrà la vita segnata per sempre. Tutto per una colpa che e’ l’unica a non avere commesso.