Finalmente tradotto in italiano da Edt, è stato presentato ieri da Riccardo Chailly e Gaston Fournier-Facio, nel ridotto dei palchi del Teatro alla Scala, il libro “Gustav Mahler. La vita, le opere” di Henry-Louis De La Grange.
Si presenta con quasi cinquecento pagine e un indice dettagliato della vita del compositore, dalla formazione agli ultimi anni newyorkesi, ma è in realtà opera sintetica e scorrevole tratta da un lavoro monumentale dello stesso De La Grange in più volumi di cui è cominciata la pubblicazione nei primi anni settanta, circa quattromila pagine che tra l’altro stanno aumentando a seimila ora che è in lavorazione una nuova edizione del 1° volume, quasi un’enciclopedia che vuole ripercorrere giorno per giorno la vita di Mahler, cos’ha fatto, chi ha incontrato, ecc.
Di Mahler si è scritto molto, in particolare negli ultimi anni, in cui si sono celebrati due anniversari importanti di nascita e morte (1860-1911). Perché leggere questa monografia rispetto ad altre? Perché l’autore, rimasto folgorato da giovane da un’esecuzione a Carnegie Hall della Nona sinfonia diretta da Bruno Walter, a Mahler ha dedicato tutta una vita, ricostruendo le fonti, collezionando documenti su documenti, e fondando a Parigi la Mediathèque Musicale Mahler, il centro più importante al mondo per la ricerca sul compositore. E perché la sua fonte principale è stata Alma, la controversa “vedova delle quattro arti” che è stata moglie di Mahler, Gropius e Werfel e amante di Kokoschka.
Oggi Mahler è amatissimo, si dice che le sue sinfonie siano più eseguite di quelle di Beethoven, ma quand’era in vita è stato ostacolato da tutti: opinione pubblica, critica e altri compositori. La sua musica era definita banale, sentimentale, volgare. Persino Hans von Bülow, tra i maggiori musicisti dell’epoca, che stimava molto Mahler come direttore d’orchestra, dopo aver sentito un suo pezzo disse: “Se ciò che ho ascoltato è musica, allora di musica non capisco più niente”.
Poi possiamo chiederci che importanza può avere conoscere la biografia del compositore per apprezzarne la musica. Per valutare una sinfonia è necessario collocarla in un preciso contesto storico-culturale, o basta la musica?
Riguardo alle interpretazioni di Mahler, è vivamente consigliato Abbado con la Lucerne Symphony Orchester.