Qualche giorno fa ho bevuto questa bottiglia di sagrantino, un vitigno diffuso in Umbria nella zona di Montefalco. Forse vi sarà capitato di vedere al supermercato delle bottiglie di questa denominazione, generalmente con prezzi quasi inaccessibili. In questo caso il vino è stato preso a una fiera per 10 €; è un vino fatto in poche bottiglie in modo completamente artigianale e con rara passione in locali che erano garage e ora fungono da cantina. Nel gergo i vini con queste caratteristiche di produzione e alto artigianato, vengono proprio detti vins de garage.
Voglio qui fare un esperimento che forse risulterà noioso, ma secondo me può essere interessante. Prenderò la mia descrizione del vino pubblicata in Vinix, e cercherò di spiegare il più chiaramente possibile che cosa significhi ciascuna espressione usata. Il vino si prestava bene a essere descritto, cosa che non si verifica sempre.
Umbria Rosso Calcabrina 2007
Catena di bicicletta, balsami, legni stagionati e frutti sciropposi di zucchero, che son freschi e di pasticceria. Tutto spinto da una bella potenza alcolica. Un naso che mi ricorda certi nebbiolo, per l’esser fresco e catramoso insieme, e certi vini alla Bressan per gli aromi balsamici. La bocca è rotonda i tannini pervasivi, ancora viscosamente allappanti. Ma c’è uva nobile potente, quel giusto dolcina, con l’acidità che sostiene. Golosa, mentolata e di grande persistenza. Dopo il sorso lascia la bocca in preda ad allappi ubiqui, il naso balsamizzato, lo stomaco piacevolmente riscaldato. C’è più gusto e desiderio di abbuffata che suggerimenti e sfumature. Ma molta goduria e si resta più che soddisfatti. E il tempo forse darà qualche spunto di maggior complessità. Bello succoso!
Catena di bicicletta,
Spesso i vini da invecchiamento hanno degli aromi che si allontanano dalla frutta, più tipica di quelli giovani, uno dei sentori abbastanza diffusi e riconoscibili è quello di catrame che viene normalmente nominato alla francese come goudron. In questo caso all’interno di un quadro di frutta risalta questo aroma che mi ha riportato all’odore appunto della catena della bici. Può sembrare un riconoscimento ricercato e lezioso, ma io sono convinto che molte persone ce l’abbiano ben presente, o perché gli è capitato di dover trafficare con la catena o perché lo si sente anche nelle officine di riparazioni.
balsami, legni stagionati
il vino è stato vinificato in legno e ivi anche affinato (ci ha passato un bel po’ di tempo a riposare). Se ne sente traccia, sotto forma di aromi che riportano all’incenso e al balsamo, che si spiegano spesso perché le botti vengono “tostate”, cioè in qualche modo cauterizzate con il fuoco prima di essere utilizzate come vasi vinari. Quando poi la botte è usata tanti anni per ospitare vini di annate diverse, si dice che ha fatto più passaggi, generalmente si conta un passaggio all’anno. In questo caso il produttore dichiara di utilizzare vecchie botti barrique (botti di rovere da 225 l) già usate tante volte. Quindi ciò potrebbe spiegare il “legni stagionati”.
e frutti sciropposi di zucchero, che son freschi e di pasticceria.
Su alcuni vini il carattere fruttato appare vicino al frutto fresco, a volte invece ricorda più quello disidratato, i canditi, oppure anche la marmellata o le conserve in generale, o la frutta sotto spirito. In questo caso io ci sento una frutta un po’ sciroppata, ma senza gli aspetti più di conserva, un po’ come un frutto che poco fa era fresco e adesso è in forma più conservabile, ma ne resta nell’aria il ricordo di entrambe le fasi! E forse il richiamo alla pasticceria è perché ci ho sentito appunto un uso recente degli zuccheri e dei processi di trasformazione, che è tipico delle pasticcerie.
Tutto spinto da una bella potenza alcolica.
Il veicolo attraverso il quale si diffonde verso il mio naso tutto questo complesso di aromi sembra essere la parte più volatile del vino, l’alcool.
Un naso che mi ricorda certi nebbiolo, per l’esser fresco e catramoso insieme, e certi vini alla Bressan per gli aromi balsamici.
Questo è un richiamo mnemonico a esperienze precedenti. Ma si cerca di richiamare caratteri tipici in un caso del nebbiolo, nell’altro di un produttore particolare, che è noto per effettuare interminabili affinamenti in botti selezionatissime.
La bocca è rotonda
Con questo inciso indico un’impressione sintetica sul gusto del vino, che evidentemente non fa percepire delle mancanze di sostanza, di intensità, di consistenza e nemmeno acuti che potrebbero risaltare come acidità un po’ forti, spigoli…
i tannini pervasivi, ancora viscosamente allappanti.
È evidentemente una connotazione importante del vino, se l’ho messa subito. In effetti i tannini che danno a vari gradi la sensazione di astringenza sulla lingua (pensate di mordere la buccia di una banana) in questo caso sono protagonisti, e danno quella sensazione di astringenza in modo diffuso e più come se carezzassero un po’ forte la lingua, come qualcosa che per scorrere fa un po’ fatica, da cui viscosamente.
Ma c’è uva nobile potente, quel giusto dolcina, con l’acidità che sostiene.
È un uva che dà un corpo robusto al vino, vinificata in modo che una punta di dolcezza sia percepibile, dolcezza che tipicamente si combina bene con l’acidità. A chi mi chiede spiegazioni io faccio sempre questo esempio: prendi un cucchiaio di limone spremuto e uno di zucchero. Ora il primo da solo può risultare ostico da ingerire, il secondo invece che impasta la lingua e per alcuni un po’ nauseante, ma i due ingredienti insieme, nelle giuste dosi, possono diventare un’esperienza gustativa molto piacevole.
Golosa, mentolata e di grande persistenza.
La golosità è un tentativo di rendere in italiano la parola gourmand, quell’insieme di sapori che ti fa venire l’acquolina in bocca, riferito forse più ai dolci. L’essere mentolato è una sensazione di tipo tattile più che un sapore, in questo caso si riferisce all’impressione bevendo questo vino, che rinfreschi le mucose. Infine la persistenza è tecnicamente la durata del gusto del vino in bocca dopo che è stato deglutito. In questo caso io posso continuare a sentirne il gusto in bocca per un bel po’.
Dopo il sorso lascia la bocca in preda ad allappi ubiqui,
ritorna il tema del tannino che in questo vino non si sente soltanto sulla lingua, ma su tutte le mucose del cavo orale, lasciando un’impressione di leggera astringenza ovunque (l’allappo come parola non esiste: concedetemelo come licenza poetica)
il naso balsamizzato,
Nella deglutizione il passaggio del vino in gola spinge da dietro verso le narici un’impressione rinfrescante e alcoolica, generalmente è una sensazione piacevole. A volte può invece essere più vicina a quella che si ha con l’aceto, la senape, la mostarda o il cren…
lo stomaco piacevolmente riscaldato.
Qui forse dico qualcosa di superfluo. Mandar giù 14 gradi di alcool darà sempre un impressione calorica! Ma quello che volevo sottolineare era che questo vino è anche percepibile un po’ come alimento, sostanzioso. E nella tradizione contadina il vino aveva questa funzione come primaria.
C’è più gusto e desiderio di abbuffata che suggerimenti e sfumature.
Ecco che mi avvio verso delle conclusioni più generali e forse anche soggettive. Il vino non è giocato troppo sulla moltitudine di sapori con intensità appena percepibili e alla ricerca di un’eleganza sussurata, ma fa venir voglia di berne ancora tanto.
Ma molta goduria e si resta più che soddisfatti.
E il desiderio di abbuffarsi trova soddisfazione, evidentemente gli aspetti golosi e sostanziosi giocano bene la loro parte!
E il tempo forse darà qualche spunto di maggior complessità.
Essendo un vino importante, che ha fatto un lungo affinamento, con caratteristiche organolettiche che fanno pensare alla longevità, è una riflessione sul suo futuro in bottiglia: supponendo che possa durare per i prossimi 20 o 30 anni, ci si può aspettare che il tempo magari faccia evolvere il tannino, integri ulteriormente i sapori e magari inizino a percepirsi nuovi aromi e sapori, detti terziari, figli dei processi legati all’invecchiamento.
Bello succoso!
Una conclusione sulla nota che forse caratterizza maggiormente questo nettare.
Per esser puntigliosi, manca una descrizione visiva del vino. Si tratta di un vino rosso rubino scuro.
L’immagine della poltrona è presa da http://www.pellefrau.it/leather.html
La Pasticcera da http://cifolo.forumattivo.com/t719-in-pasticceria-come-una-volta. Il bimbo che ripara la bici da http://www.viaggiareinbici.it