Post SilvioMa per la spending review serve un “nuovo” tecnico (Bondi) o ci vuole la volontà politica?

Leggo e rimango perplesso. Un manager rispettato, capace e ottantenne è (forse) l’asso nella manica del governo per fare davvero la spending review. Si chiama Enrico Bondi, ha risanato Parmalat e, ...

Leggo e rimango perplesso. Un manager rispettato, capace e ottantenne è (forse) l’asso nella manica del governo per fare davvero la spending review. Si chiama Enrico Bondi, ha risanato Parmalat e, a quanto pare, sarà lui ad affiancare il (faticoso) cammino del ministro Piero Giarda per costruire un modello sostenibile e serio di tagli alla spesa improduttiva che fa capo ai ministeri.

Di Bondi ho sempre avuto rispetto, e ci mancherebbe. Persona capace, antipatico quanto serve per fare certi lavoracci, e sicuramente meritevole di stima. Ma i dubbi che solleva questa possibile scelta sono almeno due. Il primo (banale, lo sappiamo) è generazionale: davvero quando serve un uomo forte non c’è nessuno che non abbia ottant’anni? Il secondo, di sostanza e quindi più importante: ma il problema della spesa dei ministeri e della loro comprensione è taglio è tecnico o politico? In sostanza: serve un Bondi a dare rigore tecnico ai complicati calcoli sulla spesa, o serve la forza politica di un governo capace di imporre ai partiti tagli mirati, precisi e magari anche dolorosi, ma certo più giusti dei “tagli lineari” di tremontiana memoria?

Serve ovviamente la seconda. Serve un programam di taglio della spesa cui segua un proprozionale e mirato taglio delle tasse. Non serve un tecnico in più ma, finalmente, un po’ di politica.

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