“La notizia arrivò in un baleno” cantava Guccini, un milione di anni fa, proprio a proposito di un treno. Insomma, non proprio in un baleno. Sono su una Frecciarossa, che viaggia in direzione Roma, da un’ora abbondante ma la notizia – quella dell’incidente ferroviario tra due Frecce alle porte di Termini – a noi passeggeri (attesi a Roma per le 22.45) non è “ufficialmente” ancora arrivata. Da mezz’ora ormai non si parla d’altro, ma nessuna voce dice nulla, dagli altoparlanti, salvo invitare in italiano e in inglese a servirsi di bar e ristorante.
Così, tra i passeggeri diretti nella capitale, parte il solito tam tam. “Da Torino mi dicono che ci fanno scendere a Roma Tiburtina”. “La notizia non è confermata sul sito”, dice una signora che controlla sul sito. “Nel nostro bar potete gustare…”. “Arriverò con grande ritardo, pare che sia tutto bloccato”. “Che dici amore, meglio che scenda a Firenze e mi rassegni a passare la notte lì”. “Dicono che a Roma la metro prolungherà le corse per aiutare chi arriva in ritardo a causa dei guasti”, riferisce un passeggero che guarda il suo tablet.
Voci incontrollate, tra viaggiatori privilegiati che non hanno subito materialmente l’incidente e forse, chissà, arriveranno addirittura a destinazione in orario. Forse, ovviamente. Ma dagli altoparlanti, niente. Aspetta aspetta, sta gracchiando… “Informiamo i signori passeggeri che su tutte le frecce è disponibile il nostro portale di intrattenimento, cui potete accedere utilizzando il wi-fi di bordo…”.
Basta, ci rinunciamo. Arriveremo in orario. O domattina. Male che vada ci intratteniamo col portale di bordo. Il Wi-fi questa volta funzione e tutto, nella vita, non si può avere.