Chissà se sono cose che sanno tutti. Nell’indecisione basta uscire di casa e iniziare a camminare in una direzione, a naso, o salire su un autobus sotto casa, oppure scendere a una fermata da cui passiamo tutti i giorni ma non siamo mai scesi e percorrere quella stradina fino in fondo, per scoprire qualcosa di nuovo, a caccia di un’emozione domenicale. La città non delude mai, se la si affronta a cuore aperto, alla fine sorprende sempre. Ci si mette in moto e si impara ad aprire gli occhi, che poi vuole dire mente e cuore…
Per esempio oggi sarebbe una buona idea dirigersi verso il Gallaratese, pura periferia milanese, ben nota agli architetti per certi suoi edifici famosi – poi se va bene anche loro ci sono stati giusto una volta – a verificare se quelle architetture avevano davvero prodotto luoghi mostruosi, o se fossero belle davvero. A ogni modo quel pezzo di città di Milano ha una identità precisa, anche grazie a loro, belle o brutte che siano, chi ancora può giudicare? Non sono forse carattere e identità ai luoghi le cose più difficili che un buon architetto sa donare coi propri progetti? Anche se talvolta non funzionano alla perfezione.
Questa domenica i giovani abitanti del Gallaratese hanno deciso di fare qualcosa, in questa periferia, in questo quartiere: “Quartiere Aperto è un’esperienza rivolta a valorizzare quanto di bello si trova sul territorio, le sue risorse umane e le sue risorse naturali, prima di tutto, ma anche artistiche, culturali e dell’infanzia.”, una “condivisione di informazioni, risorse, idee, impegno e capacità per poter realizzare eventi pubblici che siano ponti tra i quartieri, per rendere lo spazio vuoto delle periferie un campo fertile sperimentare e proporre micro-sistemi sostenibili di comunità.”
Chissà chi ha ragione tra chi occupa in centro proprietà altrui, richiamando inevitabilmente l’attenzione e stimolando risposte e azioni immediate da parte di ha risorse e poteri fuori misura, e chi prova a far vivere lo spazio pubblico sotto casa, là ai margini dove solo apparentemente non c’è niente, né grattacieli abbandonati né palazzi antichi fatiscenti.
Entrambi, ci sembra, almeno per ora, facciano bene alla città futura. Mettendoci, diversamente da molti altri, la propria persona, anima e corpo. È proprio il caso di dirlo.