Una volta, molto tempo fa, le maglie delle squadre di calcio erano intonse, e ogni segno grafico – fosse anche il marchio dello sponsor tecnico – veniva visto come un’offesa a tale purezza.
Poi è arrivata l’epoca degli sponsor: prima uno solo, poi due, con scritte sempre più grandi, appariscenti e invasive, che hanno finito per “sporcare” anche maglie tradizionalmente intoccabili, come quella del Barcellona e dell’Athletic Bilbao.
Adesso sembra arrivata l’epoca dei motti, o meglio delle vere e proprie rivendicazioni ricamate sulla divisa ufficiale.
La prima a cimentarsi con la nuova moda è stata la Juve, che ha voluto aggiungere sulle divise della prossima stagione la scritta “trenta sul campo”, per rivendicare anche i due scudetti conquistati nell’era Moggi e sottrattigli dalla giustizia sportiva.
A seguire l’esempio è adesso la Lazio, che sulle nuove maglie da gioco apporrà il motto “la prima squadra della capitale”, utilizzato dalla tifoseria biancoceleste per rivendicare un indiscutibile primato cronologico sui cugini della Roma (e lasciare sottintendere anche quello sul campo).
La scelta, in questo caso, pare non sia attribuibile direttamente alla società, ma al nuovo sponsor tecnico, che così ha voluto fare un omaggio al tifo laziale. Fatto sta che una nuova strada è tracciata.