Il dissidio ritorna, ancora una volta, a galla. Alla ministra del lavoro Elsa Fornero che “auspica” l’equiparazione dei lavoratori statali ai privati, risponde il ministro alla funzione pubblica Patroni Griffi che, ancora una volta, sta dalla parte della diversità di trattamento.
A una Fornero che spiega che le diseguaglianze, in Italia, non riguardano solo uomini e donne ma anche lavoratori del privati e del pubbico, Patroni Griffi avanza un’obiezione come questa: “se si prevede che a pagare l’indennizzo sia il dirigente non avremo nessun licenziamento. Mentre se non si prevede questa responsabilità a quel punto pagherebbe pantalone e questo andrebbe a carico della comunità”.
E invece, caro Ministro Patroni Griffi, per un lavoratore pubblico inefficiente, assenteista, ecc ecc e regolarmente stipendiato (non indennizzato una volta per tutte) chi paga? Il dirigente o “la collettività”? Così a occhio, la seconda. Un’ottima ragione – tra le tante – per dare ragione a Elsa Fornero e per introdurre parole come merito e mobilità nella grande e vecchia macchina del pubblico impiego italiano.