Sabato mattina mi è preso un colpo. Dopo un vertice importante avvenuto a Bruxelles, eravamo giù tutti sintonizzati sull’Europa che conta: quella del calcio, naturalmente. E quindi, tutti i principali siti di informazione italiana, i siti dei grandi giornali di carta, aprivano sulla grande attesa per la partita di ieri sera, sulla febbre da maxischermo, ecc ecc. Va bene, ho pensato, in qualcosa bisogna pur credere. Certo, alla finale mancavano 36 ore ma pazienza.
Oggi ho aspettato fino ad adesso perchè capisco bene il senso di lutto sportivo, di speranza frustrata e anche (da giornalista che vive online) di bella abitudine a fare tanti click. Però alle 14,38 del giorno dopo mi sembra davvero tardi abbastanza per dire a tutti: togliamo dalla prima pagina la sconfitta di ieri, le frasi di senso comune di Prandelli, le lacrime di balotelli e Pirlo, e tutto il resto. Detesto i moralismi di chi dice che le cose importanti sono altre mezz’ora prima della partita. Ma, insomma, 16 ore dopo si può dire: ci sono cose più importanti (e non sto parlando dello scandalo scommesse).
aggiornamento alle 19,39: situazione stazionaria, con l’Italia stabilmente in apertura. Cosa deve succedere perchè ci possiamo dedicare agli altri altri 60 milioni di concittadini?