Questa che vi porto è una testimonianza diretta. Vivere nel comune più riciclone d’Italia è senza dubbio da andarne fieri. La fortuna, per voi lettori, è che conosco molto bene una persona che, a Ponte nelle Alpi in provincia di Belluno, ci vive: IO!
Ebbene si, signori miei. Diciamola tutta. Ho vissuto a Ponte nelle Alpi, comune più riciclone d’Italia per la terza volta di fila, fino allo scorso anno, e poi mi sono spostato di 4 km. Lì ho comunque un fratello che ci abita e comunque ho avuto il piacere di contribuire anche io all’insigna di questo premio. Voglio quindi raccontarvi come si vive, come si “affronta” (neanche fosse una guerra) e come si organizza la raccolta differenziata porta a porta in un comune che vanta il 90% (Legambiente non tiene conto di alcuni dati successivi alla raccolta) di riciclaggio.
Dal 2007 il Comune di Ponte nelle Alpi (BL) ha intrapreso questo percorso. Fino a prima c’era la raccolta diferenziata con le campane e i cassonetti in giro per il paese. Piano piano, prima le campane di vetro, carta e plastica, e poi i cassonetti del “non riciclabile” sono scomparsi. In contemporanea, e sempre in maniera graduale, sono stati consegnati ad ogni famiglia 4 bidoncini colorati: Blu per il VPL (vetro, plastica e lattine), Verde per il secco non riciclabile, Marrone per l’umido e Giallo per la carta. Sono tutti contenitori grandi, che sostanzialmente vanno tenuti fuori di casa, tranne la carta e l’umido che sono più ridotti. Ogni famiglia ha un proprio codice inciso sui biodoncini riferito all’intestatario della bolletta. In contemporanea ai bidoncini vengono consegnate le “istruzioni d’uso” per il giusto posizionamento del rifiuto nell’apposito contenitore. In ogni caso, se si perde, è possibile scaricarlo gratuitamente nel sito del Comune. Non finisce qui. Assieme alle “istruzioni” che spiegano per filo e per segno cosa può e cosa non può essere messo nel dato contenitore, viene dato l’Ecocalendario. Un calendario normalissimo, ma che presenta per ogni mese il giorno della settimana in cui verrà effettuata la raccolta. Ad esempio, nella Zona A, il lunedì si raccoglie Secco ed Umido, il mercoledì viene prelevato una volta l’uno e una volta l’altro il VPL e la Carta, il giovedì nuovamente l’umido. Ogni bidoncino deve essere posto a lato strada, di fronte alla propria abitazione, la sera prima, in quanto la raccolta avviene la mattina alle cinque. Tutto qui? No, assolutamente. Per ogni contenitore di rifiuti, ci sono gli specifici sacchetti. Biodegradabili per l’umido e trasparente per il secco. La carta non prevede sacchetti così come il VPL. C’è anche un altro tipo di sacchetto, dato a parte e che non fa riferimento ai quattro bidoncini, che è quello per la plastica e gli imballaggi molli come sacchetti, buste, reti per frutta, ecc.
Ogni bidoncino non deve essere esposto se non completamente pieno. E questo gesto è incoraggiato del comune per evitare spreco di tempo e consigliato agli abitanti perchè, meno svuotano, meno pagano. Ed è proprio a questo che serve il codice di cui vi ho parlato sopra. A ogni raccolta, viene passato sotto un “laser” che rileva il suddetto codice e ne registra lo svuotamento. Come è ovvio, più svuoti e più paghi, meno svuoti e più leggera è la bolletta. Ed è esattamente in questo che si gioca tutta la partita. Facendo la raccolta differenziata in maniera ottimale e minuziosa, è possibile svuotare i bidoni una volta al mese, o anche meno. In più, visto che ci troviamo in montagna e tante persone hanno la possibilità di avere un orto o un giardino, esiste una agevolazione del 20% in bolletta per l’uso del composter o fossa o cumulo di compostaggio. Si tratta, in soldoni, di buttare l’umido dentro un grosso bidone – il prezzo solitamente è alto, ma il comune lo offre a 20€ sempre per agevolare tale pratica – posizionato all’interno della proprietà e lasciarlo fermentare per ricavarne, di anno in anno, un vero e proprio concime naturale. E no, non emette cattivi odori, al contrario di quanto si possa pensare.
È ovvio che ogni tipo di attività ha lo stesso regolamento. Negozi, bar, supermercati, ecc. In dimensioni maggiori, ma hanno tutti i 4 bidoni.
Ora, si potrebbe obiettare: “e se devo buttare un armadio, un mobile, un letto o un elettrodomestico, mica posso metterlo nel bidoncino.” No, esatto. Per questo tipo di prodotti, così come per il sacchetto blu che vi ho citato prima, esiste un luogo creato ad hoc! È l‘ecocentro, situato in una zona non residenziale del comune, con orari di apertura e che vede impegnate 3 o 4 persone che ti aiutano a “scaricare l’auto” e a gettare i rifiuti negli appositi container. Dai materassi al legno, dai medicinali agli pneumatici. E, come se non bastasse, ogni oggetto viene smontato al momento – e te lo fanno fare a te così che la volta dopo arrivi già con l’oggetto e i rifiuti divisi per materiale – e diviso in base a ciò di cui è composto. Plastica da una parte e ferro dall’altra. Ed i cavi della corrente vanno tutti posti in un sacchettone per poi essere rivenduti.
Vi chiedete se sia difficile fare questa raccolta in casa? Vi rispondo sinceramente. All’inizio è un pò noioso, perchè ogni rifiuto devi andarlo a trovare nel libretto di istruzioni per vedere dove va gettato. Ma, credetemi, dopo un pò – un mese o al massimo due – tutto diventa automatico. Diventa facile e pure educativo. Ci si rende conto di quanto si spreca e di quanto invece si può riutilizzare. Ma la cosa più sconvolgente è che poi non sai farne a meno. Sul serio. Una volta abituato non riesci a toglierti il “vizio” di gettare l’umido in un sacchetto, le bottiglie in un altro, la carta in un altro ancora. Viene naturale. Come se lo avessi fatto sempre. E ti senti bene. Senti che contribuisci a ridurre l’inquinamento in questo mondo. Capisci che volere è potere. Ti rendi conto che così facendo, ci sono dei risparmi colossali, sia per il cittadino, sia per il comune. E tutto, tranne la tariffa sui rifiuti, è gratis. I sacchetti si possono ritirare nei luoghi prefissati, lasciando semplicemente l’indirizzo e il nome a cui è intestata la bolletta. I calendari e le istruzioni sono scaricabili gratuitamente dal sito o reperibili in formato cartaceo in comune o nei luoghi dove si trovano i sacchetti. Ogni utente, se sbaglia a posizionare un rifiuto, viene segnalato e chiamato dagli addetti per spiegargli dove va gettato tale rifiuto o in quale sacchetto vanno riposti e/o usati.
Il comune conta più di 8000 abitanti. Non sono quelli di una metropoli, ma ci sono comuni molto meno numerosi – non arrivano ai 1000 abitanti – che non raggiungono il 70%.
Questa è realtà signori miei. È il futuro che parte dal basso. Da un piccolo comune. Con la speranza che i grandi comuni sappiano prendere l’esempio e fare diventare il tutto una regola; anzi, la normalità.
Col cuore in mano dico che si, è bello vivere nel Comune più reciclone d’Italia!!!
GIAMPAOLO ROSSI
per Wilditaly.net