Povere bollicine. Tutte quelle bollicine che hanno la sfortuna di accompagnarsi agli zuccheri vedranno aumentare il loro valore di 3 centesimi. Che fortuna!
No, non è proprio così.
E tante sono le obiezioni che si possono fare: il governo non può porsi come la maestrina dalla penna rossa e limitare la libertà di scelta di un cittadino adulto e vaccinato o di un minore, figlio di adulti e vaccinati, che scelgono per lui.
Tassando le bibite gassate allora perché non tassare con lo stesso principio di ‘corretto stile di vita’ anche la nota crema spalmabile e i suoi satelliti golosi!
Perché cucire solo delle pezze per arginare abitudini sbagliate in un’età (adulta) in cui è più difficle convertirsi alla sana alimentazione?
Perché invece non cominciare a monte ad informare sul significato di parole come appunto ‘corretto stile di vita’ fin dalle scuole, vero terreno fertile nel quale si possono coltivare buone impostazioni di vita?
E la butto là! Perché non inserire una serie di lezioni che durino tutto l’anno scolastico, per esempio come possibile materia alternativa all’insegnamento della religione: attualmente chi si esonera si ritrova a passare l’ora facendo pressochè inutili disegni (questo almeno accade alla scuola di mio figlio).
Nelle scuole si dà tanto spazio a progetti che durano al massimo qualche mese e per un singolo anno, magari sponsorizzate da industrie alimentari e non dal Ministero della Salute e dell’Istruzione, che peraltro dovrebbero anche occuparsi di temi quali dipendenza da droghe e da gioco, dall’alcol e dalle droghe, nonché di tabagismo.
Perchè allora non inserire una vera attività fisica nelle scuole, dove si insegnino le discipline sportive, anzichè sacrificare l’ora di ginnastica ad inutili giochi, quando va bene, ma quando va male alle elementari serve per continuare una lezione di italiano o matematica o lingua dal momento che è la medesima maestra di tali materie che svolge anche la lezione di educazione fisica?
Questa sarebbe una vera riforma, perché partirebbe dal basso, cioè dai bambini e dagli adolescenti che anno dopo anno si troverebbero istruiti a poter scegliersi la vita in fatto di salute.
Altro elemento da prendere in considerazione è il bombardamento suadente della pubblicità, troppo spesso ingannevole e autorizzata con estrema superficialità: come non farsi convincere che la coca cola può sostituire l’acqua ai pasti e che la ‘buona mamma’ lo sa!
Cosa sa? Sa invece che non va bene, che la coca cola è l’eccezione delle feste, come mi diceva la mia quando ero bambina.
E il gioco d’azzardo? Altra nuova patologia che si espande a macchia d’olio.
Certo tra punti Snai davanti alle scuole, lotterie varie, slot machine e poker online pubblicizzati spudoratamente è assai difficile un self control adeguato, soprattutto tra le fasce di popolazione più debole.
E meno male che aggiungono anche la frasetta di circostanza ‘di giocare poco‘. Ma chi prendono in giro?!
Non si può indurre in tentazione e poi esclamare ‘ops!‘ i dati sull’obesità sono allarmanti oppure il gioco d’azzardo è diventato una vera patologia nervosa.
Certo qualcuno con gli spot avrà dato una bella mano. O no?
Ed allora? Ma sì! E’ più facile alzare il prezzo di una bibita gassata e scrivere di autorizzare i punti Snai o di altro gioco almeno a 500 metri da scuole ospedali, centri di culto. Fattibile?
Assai poco direi: come rispettare questi limiti di distanza in una città? E per quelli già esistenti come farli sloggiare altrove?
La questione mi sembra molto più complessa ed articolata del Decreto Legge del Ministro Balduzzi.
Se vi è piaciuto il post potete seguirci su Facebook e su Twitter.