Mondo CalcioCosa vuole intendere Cristiano Ronaldo quando dice di essere triste

È un po’ come in amore, quando – spesso - si dice una parola per intendere tutt’altro. Solo in questo modo, decriptando, è possibile dare un senso a certe dichiarazioni dei calciatori, e in partico...

È un po’ come in amore, quando – spesso – si dice una parola per intendere tutt’altro. Solo in questo modo, decriptando, è possibile dare un senso a certe dichiarazioni dei calciatori, e in particolare delle star del pallone.

Prendiamo Cristiano Ronaldo, centravanti del Real Madrid campione di Spagna in carica. Uno dei calciatori più ammirati e pagati del mondo, capace di portare a casa ogni anno quasi trenta milioni di euro, tra ingaggio garantito dalla Casa Blanca (circa 12 milioni) e sponsor vari.

Chi non lo invidia? Lui però non sembra contento. Anzi, dice di essere triste.

Domenica scorsa, subito dopo aver messo a segno una doppietta contro il Granada (accompagnata da altrettanti musi lunghi rivolti alle telecamere) Ronaldo si è lasciato andare al suo drammatico sfogo: “Sono triste – ha detto ai giornalisti – e in società lo sanno, per questo non esulto. Sono questioni professionali, non posso dire altro”.

Poche parole che sono bastate a dare il via a una caterva di voci incontrollate: Ronaldo vuole andare via, Ronaldo ha rotto con i compagni, Ronaldo non sopporta più Mourinho…

Quale sia la verità, per il momento, è difficile dirlo. Ma può essere utile l’interpretazione offerta dal Mundo Deportivo, una delle principali testate sportive spagnole, che oggi mette in copertina un bel ritratto della stella dei blancos e un titolo semplice quanto eloquente: “Triste=Dinero”.

Secondo il quotidiano, insomma, l’improvvisa saudade del fuoriclasse portoghese non sarebbe altro che un modo, nemmeno troppo corretto, per strappare un ritocco al proprio ingaggio, e portarlo a 16 milioni all’anno.

Certo si potrà discutere della obiettività del Mundo Deportivo, testata da sempre vicina al Barcellona, che non perde occasione per mettere in cattiva luce i rivali storici. Tuttavia, come diceva qualcuno, “a pensare male degli altri si fa peccato, ma spesso ci si indovina”.

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