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Giornata importante oggi, a Dublino. Un po' come se fossimo di fronte ad uno dei tanti veritici europei organizzati per salavre l'Europa, l'Euro e insomma mantenere in piedi la baracca. Sta accaden...

Giornata importante oggi, a Dublino. Un po’ come se fossimo di fronte ad uno dei tanti veritici europei organizzati per salavre l’Europa, l’Euro e insomma mantenere in piedi la baracca. Sta accadendo questo: la Premier Rugby, le lega delle società professionistiche inglesi, settimana scorsa ha annunciato un accordo con la British Telecom (BT) che copre in esclusiva le trasmissioni di tutte le partite delle squadra professionistiche a partire dalla stagione 2014/2015. Nella dichiarazione si legge:

il diritto esclusivo di trasmissione dal vivo delle partite di squadre appartenenti alla Aviva Premiership in qualsiasi futura competizione europea per tre anni, a partire dalla stagione 2014/15.

In qualsiasi futura competizione europea. Dunque: al momento ne esistono due, la Heineken Cup e la Amlin Challenge Cup, con il patrocinio del European Rugby Council (ERC), approvato per statuto dalle leghe e dalla federazioni costituenti, che a sua volta ha prolungato i rapporti con BSkyB per la messa in onda in esclusiva di tutti i match delle coppe europee, dalla stagione 2014/15 a quella 2017/18. Ma c’è un piccolo particolare: nel 2013/14 scade l’accordo tra leghe e federazioni su cui si fondano proprio i due tornei in questione. Nel mentre, i club inglesi e francesi battono i piedi perché venga rivista la formula con la quale possono accedervi le società provenienti dal Pro 12, il campionato celtico al quale partecipano anche la Benetton Treviso e le Zebre Rugby (la nuova franchigia federale che ha sostituito gli Aironi di Viadana). Sia i Leoni biancoverdi che la Zebre, ad esempio, accedono alla Heineken Cup di diritto, indipendentemente dal loro piazzamento in classifica.

Altro particolare: la finale dell’ultima Heineken Cup disputata a maggio vedeva di fronte il Leinster e l’Ulster, entrambe formazioni del Pro 12 – e il Leinster, che poi ha vinto, si era presentato da campione in carica. Il fatto è che sia gli inglesi che i francesi spendono molto, ma non arrivano ad alzare l’ambito trofeo per una serie di fattori, primo fra tutti la difficoltà dei rispetti campionati – nel caso francese si aggiunge il fattore lunghezza: comincia a metà agosto, finisce a giugno. Il Pro 12, inoltre, non prevede retrocessioni, a dispetti della Premier o del Top 14, consentendo alle franchigie più competitive di arrivare al momento chiave dell’annata sportiva più riposate, mentre gli albionici e i franchi si presentano stremati. Sarebbe come se il Barcellona giocasse la semifinale di Champions League contro un riposatissimo Goteborg, dopo aver incontrato il Real Madrid per sei settimane di fila, e questo succedesse tutti gli anni.

Ora tutto è più chiaro: quando dall’accordo con la BT salta fuori una “qualsiasi futura competizione europea” fischiano le orecchie nella ERC, che ha sede a Dublino. Heineken e Challenge Cup in scadenza, gli interessi di mercato della British Telecom (730.000 abbonati via cavo) di fronte a BSkyB (10 milioni di famiglie abbonate via satellite), di cui detiene il 39% quel Rupert Murdoch che sta rivalutando il proprio spazio nel Regno Unito. Per capire come andrà a finire, il consiglio è cosa già sentita: follow the money. E le parole del CEO della BT, Marc Watson:

We are looking to set up, or at least help set up, a dazzling new European tournament with a fantastic new format, with, we hope, all the best clubs.

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