Capita perfino questo: che il capo scorta di un ministro, sprovvisto di pass (di biglietti naturalmente neanche a parlarne), tiri fuori la pistola per convincere l’addetto alla sicurezza a dargli accesso al paddock e al bordo pista. Succede all’autodromo di Monza, al gran premio d’Italia di Formula 1. C’è la Ferrari che deve difendersi, e gli occhi del mondo che ci guardano radunati – comunque – attorno a un simbolo inequivocabili delle nostre eccellenze ereditate da chi le ha messe in piedi.
E al caposcorta di Elsa Fornero, ministro del lavoro e della previdenza del governo guidato da Mario Monti, non sembra un’idea strana estrarre la pistola per vincere le resistenze di un addetto alla sicurezza cui premeva – follia – di far rispettare le regole date. Ad esempio, che chi non è autorizzato formalmente al bordo pista, non ci sta.
Roba da marziani, nel nostro paese? Diciamocelo: a volte pare proprio di sì. Sembra davvero che il poterucolo da corridoi di palazzo sia una liberatoria permanente dalle regole neanche dell’educazione, ma proprio della civiltà e della legge. E non vale, non vale proprio dire che “gli italiani son tutti così”. Chissà, magari qualcuno – quando capisce che certe cose tradotte in inglese fanno male più dello spread – si sente proprio diverso da così.
In ogni caso, anche i giornali più sferzanti nello stanare i tic bizantini di chi stava dalle parti del governo meno di un anno fa, trattano la vicenda con discrezione. La Repubblica, che fa lo scoop (un signor scoop), piazza la storia a pagina 21 e parecchio in basso nella versione online. Nonostante ciò, sul web – dove le persone sono libere di fare capire cosa le indigna e cosa pensano – la storia vola. Dire qualcosa di sensato e fermo, fare accertamenti rigorosi e prendere provvedimenti inequivocabile, da chi fa politica, è il minimo che ci si possa aspettare.