CongiunturaL’iPhone 5 e l’insostenibile leggerezza del tesoretto degli italiani

La crisi dell’eurozona, la recessione, lo spread, il bailout, la troika. Chissenefrega. Si può anche essere in rosso sul conto corrente, ma se si ha in tasca l’ultimo ritrovato della tecnica tutto ...

La crisi dell’eurozona, la recessione, lo spread, il bailout, la troika. Chissenefrega. Si può anche essere in rosso sul conto corrente, ma se si ha in tasca l’ultimo ritrovato della tecnica tutto viene dimenticato. 

Dal TGCom24 di oggi, si legge che:

Allo scoccare della mezzanotte l’iPhone 5, ultimo gioiello della Mela morsicata, sbarca anche in Italia e per l’occasione gli operatori Tlc hanno organizzato tra giovedì e venerdì una “notte bianca” in molte città italiane. Così Vodafone, Telecom e 3 Italia a partire dalle 23. 30 circa apriranno i loro punti vendita in molte città per consentire di acquistare il nuovo melafonino da mezzanotte e un minuto.

Non prima, perché le regole Apple sono ferree e prevedono, appunto, l’inizio delle vendite da venerdì 28 settembre e non prima. In particolare, Telecom Italia apre i suoi negozi in 15 città, a Genova, Napoli, Bari, Palermo, Bologna, Brescia, Cagliari, Catania, Firenze, Milano, Pescara, Roma, Salerno, Torino e Verona.

L’apertura notturna dei negozi Vodafone avviene invece in 29 città. Ma è 3 Italia che, a partire dalle 23.15, apre ben 800 punti vendita, 300 più che in occasione del lancio del precedente 4S, in ben 460 comuni. 

L’Italia si conferma un Paese strano. Da un lato crescono le situazioni creditizie borderline, dall’altro non si può fare a meno di vivere a debito. Sì, perché considerando che il nuovo smartphone di Apple è venduto dai provider di telefonia in comodato d’uso – a comode rate mensili per circa due anni di media con obbligo di pagamento via carta di credito – non si farà altro che alimentare quel circolo vizioso fatto di debiti. Del resto, se c’è una domanda, ci deve essere un’offerta. Ma non si sta esagerando?

È chiaro che ognuno è libero di spendere i propri soldi come meglio desidera, di possedere tutto ciò che vuole, di creare debiti personali a più non posso. Da anni si dice che la ricchezza privata degli italiani è il vero motivo per cui il Paese sta reggendo alla peggiore crisi della storia dell’eurozona. Eppure, più si erode un capitale senza che le entrate aumentino, più si sprofonda nelle sabbie mobili. E in un momento in cui si invoca più austerity, più sobrietà, l’impressione è che ci sia un completo scollamento dalla realtà. Come al solito, saranno i dati di vendita a fornire la prospettiva migliore della decadenza italiana. Sullo sfondo, nel frattempo, rimane un grande senso di straniamento. 

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