Alcune sere fa a cena a casa di amici ho conosciuto una simpatica e bella signora russa, quarantenne.
Si comincia a parlare del più e del meno e il ‘più‘ è rivolto soprattutto alla salute; fin qui nulla di strano, ma al momento di servire un bel piatto fumante di lasagne al forno al pesto, ho notato che le ha accuratamente evitate: “Sì, la besciamella non la gradisco e poi questo grano chissà da dove viene!“
Un po’ schizzinosa la signora, ma vabbè passiamo al secondo. Si alza, aiuta a portare in tavola un arrosto di vitello ed esclama: “ecco a voi, mangiatevi questo cadavere!“, suscitando un inevitabile imbarazzo della padrona di casa, smorzato da una risatina comune.
Foto da albanesi.it
Oddio mi sono detta, “sono tra le fan dell’assolutamente sano?” per parafrasare la simpatica consumatrice del bifidus.
Questa è peggio di me per il cibo sano e pulito!
E così, come una ciliegia tira l’altra, anche una parola ne sollecita un’altra e chiacchierando ho capito che la besciamella della pasta al forno non l’ha assaggiata perché il latte poteva avere additivi, la verdura poteva contenere pesticidi, la carne antibiotici e farine ogm e naturalmente non ha neanche guardato il meraviglioso millefoglie.
Orrore! Il condensato di alimenti da evitare, il simbolo del male assoluto, lo sterminatore della salubrità del proprio corpo con panna, grassi, zucchero bianco, farine: vade retro satana!
Non che la cosa sia dispiaciuta più di tanto agli altri commensali che, incuranti dei sermoni sul cibo, si sono spolverati la torta.
E meno male, perché un conto è l’attenzione al cibo buono sano e rispettoso dell’ambiente, un altro è l’ossessione maniacale che può prendere corpo da questo atteggiamento e che si chiama ortoressia nervosa.
Purtroppo è una forma ossessiva crescente e sebbene non riconosciuta ancora come patologia, può portare a dipendenza e a danni fisiologici come osteoporosi, diabete e malattie cardiovascolari.
Infatti l’eliminazione arbitraria di alcuni cibi, ha come conseguenza la carenza di nutrienti indispensabili come il calcio,le vitamine, il ferro.
Anche il Ministero della Salute ha preso atto di tale fenomeno: su tre milioni di persone che soffrono di disturbi del comportamento alimentare in Italia, il quindici per cento è fatto di ortoressici.
Una percentuale assai alta se si pensa che fino al 1997 non si sapeva nemmeno cosa fosse: è stato infatti il medico canadese Steve Bratman che ha coniato il termine “ortoressico” nel suo libro “Health Food Junkies“, diagnosticando su se stesso questa mania ed elaborando un test volto a identificare chi ne è colpito.
Se quando fate la spesa siete troppo, e sottolineo troppo, attenti alle etichette, che comunque vanno lette, se cominciate ad escludere cibi per timore di additivi e pesticidi, se vi create una sorta di lavagna mentale con i ‘cibi buoni‘ e i ‘cibi cattivi‘, se provate ostilità verso il burro, i sughi o l’olio e optate per una verdura scondita e dal sapore palliduccio, fatevi un esamino di coscienza, confessate la vostra mania e come penitenza concedetevi un peccatuccio di gola.
Se vi è piaciuto il post potete seguirci su Facebook e su Twitter.