Quanti bei colori accattivanti e gioiosi, predittori di salute sicura sono le confezioni di integratori vitaminici che allettano la vista con scritte convincenti e dagli slogan che non lasciano dubbi sulla loro efficacia.
Ne sanno qualcosa gli americani, da sempre amanti fedeli delle cortigiane pillole vitaminiche ad uso integrativo.
Moda che è naturalmente sbarcata anche da noi, seppur in parte respinta dalla ‘dieta mediterranea‘ dall’alto del suo valore di patrimonio immateriale dell’umanità secondo l’Unesco.
Or dunque, queste pilloline cortigiane sono state oggetto ultimamente di due studi che se da un lato hanno sottratto il peso del loro valore, sull’altro piatto della bilancia hanno caricato qualche etto di efficacia.
Infatti i ricercatori della Harvard Medical School di Boston li hanno bocciati sul fronte della prevenzione del rischio di patologie cardiovascolari, infarto e ictus.
15 mila uomini di circa 64 anni, tutti medici, hanno assunto integratori di vitamine per 11 anni senza trarne beneficio a scopo preventivo.
L’indagine è anche stata presentata al Congresso della American Heart Association, in corso a Los Angeles.
Eva Lonn della McMaster University, in Ontario, tra l’altro commenta: ‘Molte persone con patologie cardiocircolatorie continuano a fumare, mangiare male e non assumono i farmaci in modo appropriato. Invece acquistano regolarmente integratori vitaminici o altri supplementi nella speranza di prevenire l’infarto o l’ictus. Niente di più sbagliato‘.
Ma veniamo all’altra indagine, quella relativa all’altra grande categoria di patologie: i tumori.
Qui, invece, gli integratori funzionano almeno in parte per prevenire varie tipologie di cancro maschile, tranne quello alla prostata.
Guarda caso!
Poi mi accorgo che lo studio è stato condotto su 15 mila soggetti, medici per 12 anni di età superiore ai 50 anni.
Ma non l’ho già letto da qualche parte? Ops! Che sbadata: certo sembra uguale uguale allo studio di cui sopra!
E’ stato condotto dal Brigham and Women’s Hospital e pubblicato sulla rivista Journal of the American Medical Association (Jama).
John Michael Graziano, autore principale dello studio, commenta: “Sarebbe un grave errore decidere di assumere quotidianamente multivitaminici, ma poi continuare a fumare, mangiare male, fare poco esercizio o esporsi al sole senza protezione”.
Ma non è una frase già sentita: cambia l’autore e lo studioso, ma si sa ‘repetita iuvant‘.
E’ altresì curioso che i partecipanti fossero 15 mila, tutti medici e monitorati per 12 anni.
Già! E le altre categorie e le donne?
Non amo particolarmente gli integratori per un uso, come dire, ‘alla cieca‘ e questi studi, anzichè chiarire le idee, seminano dubbi sulla conduzione e scelta dei parametri delle ricerche e sui loro cloni.
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