L’Italia in numeriLa parola è brutta, ma il concetto piace: gli italiani vogliono la rottamazione

Data la diffusa insoddisfazione e disistima per la classe politica attuale – accusata di non avere realizzato buona parte dei provvedimenti per i quali si era impegnata – l’idea del ricambio risult...

Data la diffusa insoddisfazione e disistima per la classe politica attuale – accusata di non avere realizzato buona parte dei provvedimenti per i quali si era impegnata – l’idea del ricambio risulta molto popolare tra la popolazione.

Interrogati sull’opportunità di non permettere la ricandidatura in Parlamento a chi è stato eletto già da diverse legislature, ben tre italiani su quattro si dichiarano d’accordo. Solo il 20% ricorda la necessità di tenere conto anche dell’esperienza maturata: la grande maggioranza preferisce rinunciarvi per liberarsi di figure che ritiene inadeguate – e spesso inopportune – alla gestione della cosa pubblica. Questo atteggiamento si riscontra in misura quasi uniforme nell’elettorato di tutti i partiti (con un’intensità di poco minore tra i votanti per il Pdl e maggiore tra quelli del Movimento 5 Stelle), a conferma della trasversalità dell’orientamento in questione.

Lo slogan proposto con così tanta forza da Renzi riporta e amplifica dunque un orientamento assai diffuso nella pubblica opinione. Anche per questo, esso ha, come si sa, già sortito effetti importanti nel suo stesso partito. Due dei più significativi leader storici del Pd, prima Walter Veltroni e poi (con alcuni distinguo) Massimo D’Alema hanno infatti annunciato la loro intenzione a non ripresentarsi del tutto nella prossima competizione per i seggi in Parlamento e la volontà di continuare l’impegno politico in altri contesti. Com’era facile attendersi, alla luce dell’orientamento generale descritto sin qui, il gesto dei due esponenti politici ha trovato una larghissima approvazione tra gli elettori.

La giudicano infatti una decisione opportuna quasi due italiani su tre. In particolare, il 37% la definisce “molto opportuna” e il 27% “abbastanza opportuna”. Viceversa, un altro 27% non condivide la scelta di Veltroni e D’Alema. Appaiono largamente più favorevoli gli elettori più giovani (sotto i 24 anni l’approvazione raggiunge il 75%) e coloro che posseggono titoli di studio più elevati.

Ma che ne pensano i votanti per il Pd, la forza politica più direttamente coinvolta nella decisione? Anche qui la maggioranza vede positivamente l’iniziativa dei due leader, seppure con un’intensità (60%) minore di quanto non si riscontri nel resto della popolazione. Nell’elettorato del Pd, risulta più avverso all’opportunità della scelta di Veltroni e D’Alema chi milita nel partito da più anni, tanto che tra gli over 55 la maggioranza si dichiara contraria.

Appaiono invece assai più convinti i votanti per il Movimento 5 Stelle e gli indecisi sul proprio voto alle prossime elezioni: una porzione di cittadini che, come si sa, risulta spesso assai più critica nei confronti dell’attuale classe politica.

Insomma, il processo di “rottamazione” piace alla maggioranza degli italiani. Ed è approvato anche da sei elettori del Pd su dieci. Un altro segnale della disaffezione di tutto l’elettorato verso i protagonisti della politica.  

Domanda Percentuale
Chi è già stato in parlamento non si può candidare 73%
Meglio non porre limiti, perché l’esperienza maturata conta 20%
Non sa 7%

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