La vicenda era già per sé negativa e da pelle d’oca: un ulteriore femminicidio – in meno di un mese siamo già a quota cinque – ad aprire il nuovo anno, una donna uccisa a coltellate dall’ex marito, che non accettava la fine della loro relazione, rendendo in questo modo orfani i loro due figli.
A mettere il dito nella piaga, ci ha pensato Stefano Tornaghi, vicesindaco leghista di Bernareggio: “Capisco l’avventura – si legge su Repubblica -, ma pensare di farsi una famiglia con un musulmano è un’utopia. Poi è normale che le cose vadano a finire così“. Già, perchè la donna in questione, Antonia Stanghellini, 46 anni, è stata uccisa dal suo ex marito, Mustafà Hashuani, di origine marocchina. Le parole del vicesindaco suonano come un’accusa nei confronti della vittima: come a dire “se l’è cercata“. Non importa se lei l’avesse denunciato più volte, ma le “controdenunce” dell’ex marito portavano poi a ritirare le querele, e quindi ad annullare il tutto (e qui ci sarebbe molto da dire su come lo Stato potrebbe fare MOLTO di più per evitare che si verifichino questi femminicidi).
Tornando al vicesindaco, ha poi cercato di “parare” la spiacevole uscita aggiungendo che “Succede anche tra gli italiani, ma più spesso questi fatti si verificano quando luomo è straniero e di religione musulmana. Spesso le cronache ci parlano di uomini del mondo arabo che scappano con i figli o che vietano di battezzarli. Sulla base di queste esperienze trovo inconcepibile che una donna italiana possa pensare di avere una famiglia con questa gente”. A parte che, per quanto riguarda la questione “religione dei figli”, è uno dei primi argomenti che si affrontano in coppie dove i partner hanno religioni diversi. E le donne sanno bene che difficilmente un musulmano accetterà di avere figli di una religione diversa dalla sua. E queste sono scelte all’interno delle coppie, che non dovrebbero interessare gli altri (o forse anche qui si pensa che musulmano equivalga a terrorista?).
Ma discorso educazione religiosa a parte, mi chiedo se Tornaghi abbia dato un’occhiata all’elenco delle donne uccise in Italia lo scorso anno, ben 127. Io l’ho fatto per lui: dei femminicidi in cui si è riusciti a risalire ai colpevoli, ben 86 sono italianissimi, contro una ventina di origine straniera, e per altro non tutti musulmani. Caro vicesindaco, cosa dirà ora? Che non dobbiamo più sposare gli italiani, ma cercarci un austriaco, un tedesco, un inglese?
Già, perché la violenza contro le donne non ha né nazionalità né religione: è un cancro che percorre tutte le società.
Ed è un cancro che va combattuto sul piano istituzionale e sociale, non certo con dichiarazioni che fanno cadere le braccia e vergognarsi.
Fortunatamente il sindaco di Bernareggio, Emilio Biella, si è detto “esterrefatto” delle dichiarazioni del vice, dissociandosi apertamente e sottolineando come la vittima sia “stata punita semplicemente per essersi permessa di scegliere cosa fare del suo futuro”.
E allora, invece di parlare a vanvera, bisognerebbe cercare di agire sul piano pratico, finanziando nelle scuole corsi dove insegnino ai ragazzi il rispetto delle donne, cominciando a smantellare quei programmi televisivi spazzatura in cui si vedono donne più svestite che altro e in cui sono presentate come oggetti e non come persone. Cominciando anche dalla famiglie, dagli oratori.