Durante la rivoluzione tunisina, i social network e i blogger hanno avuto un’importanza fondamentale nel far scaturire le proteste e il malcontento popolare, dando finalmente voce al popolo oppresso e sottoposto a una rigida censura.
Proprio sull’argomento, c’è un libricino che ho scoperto casualmente mesi fa, curiosando tra gli scaffali di una piccola libreria del centro della mia città, ma, tra un impegno e l’altro, mi sono decisa a leggerlo solo qualche giorno fa. E’ stato pubblicato nel 2011, ma per chi fosse interessato, è una lettura rapida ma interessante.
Si tratta di “Tunisian girl – la rivoluzione vista da un blog” di Leena Ben Mhenni, che in sole 45 paginette racconta, tappa dopo tappa, come ha preso il via e come si è sviluppata la cosiddetta “rivoluzione dei machmoum”, “la rivoluzione dei gelsomini”, che ha spodestato il dittatore tunisino Ben Alì, scappato il 14 gennaio 2011, e che ha dato il coraggio di ribellarsi anche ad altri Stati. Una lettura che coinvolge perché Leena è stata tra le protagoniste della rivoluzione e il suo blog è stato una preziosa fonte d’informazione per i giornalisti all’estero.
In questa piccola pubblicazione, Leena ripercorre brevemente le tappe che hanno portato ad alimentare il malcontento popolare, a partire dalle manifestazioni del 2008 nelle zone delle miniere di Gafsa.
Il gesto di Mohamed Bouazizi, il ragazzo di Sidi Bouzid che in preda alla disperazione si diede fuoco il 17 dicembre 2010, e fece scattare la scintilla delle proteste, in realtà non è stato l’unico. Prima di lui, si viene a conoscenza di altri giovani morti in questo modo, giovani che andrebbero ugualmente ricordati per le loro vite spezzate da un governo oppressivo: Abdelesselem Trimerche a Monastir e Chamseddine El Hani di Metalaoui.
Pagina dopo pagina si percepisce l’amore della blogger per il suo Paese e la voglia di libertà e di verità che ha spinto lei ed altri giovani blogger a mettersi in gioco per un Paese migliore e per una vera democrazia. Non bisogna però dimenticare che la stessa Leena è nata in una famiglia di militanti, il suo attivismo nasce anche da lì: il padre è stato in prigione dal 1974 al 1980, poiché militante della sinistra tunisina sotto Bourguiba. L’autrice racconta alcuni episodi frammentati della sua infanzia, tra cui appaiono lucide le violenze con l’uso dell’acido da parte dei sostenitori di Ennadha, il partito ora al potere.
Leena conclude il suo libro sottolineando la potenza della rete e l’importanza, per i blogger, di continuare a scrivere e sfidare la censura, da qualsiasi parte del mondo. Attività che lei continua a fare sul suo blog “Tunisian girl”: atunisiangirl.blogspot.it.
L’autrice Leena, 29 anni, è ora assistente di Linguistica nella facoltà di Scienze umane e sociali dell’università di Tunisi. Nell’aprile del 2011, in occasione della settima edizione del concorso internazionale dei blog, il Bob’s, ha ricevuto a Bonn il premio per il miglior blog 2011.