E’ ormai un dato consolidato: l’età biologica sempre meno coincide con quella anagrafica.
Infatti se confrontiamo le foto dei genitori e dei nonni di ieri, quelli di oggi somigliano ai loro nipoti, sembrano aver attinto alla fontana dell’eterna giovinezza, paiono aver soggiornato nel mitico Shangri-Là.
Merito di uno stile di vita migliore, del progresso della medicina, di un’adeguata alimentazione.
Dunque in questo sistema si può configurare una nuova branca della medicina, chiamata appunto ‘antiaging‘, e della quale in Italia uno dei principali esponenti è Filippo Ongaro, direttore scientifico dell’Istituto di Medicina Rigenerativa e Anti-Aging di Treviso (ISMERIAN), vicepresidente dell’AMIA (Associazione Medici Italiani Anti-aging), autore di libri di successo come ‘Mangia che ti passa’, ‘Mangia che dimagrisci‘, e l’ultimo ‘Mangiare ci fa belli‘ (edizioni Piemme).
I pilastri sui quali si fonda questa branca della medicina sono quelli riassunti dalle 4P:
- Predizione
- Prevenzione,
- Personalizzazione,
- Partecipazione.
È dunque possibile prevedere ed anticipare l’insorgenza di molte malattie attraverso un sistema integrativo personalizzato , fondato sul rapporto stretto tra medico e paziente.
Negli Stati Uniti la medicina antiaging sta rapidemante crescendo, con lo scopo di migliorare la vita in tutte le sue fasi e non solo allungarla con interventi farmacologici.
Per capire qualcosa in più sul nuovo metodo antinvecchiamento, abbiamo rivolto alcune domande specifiche al Dott. Ongaro.
D. Antiaging è un sinonimo di benessere psico fisico che rallenta l’invecchiamento?
R. E’ un termine che definisce una disciplina medica che punta a rallentare l’invecchiamento e a ritardare o prevenire del tutto l’insorgere di malattie tipiche della terza età. In sostanza punta a garantire non solo una vita lunga ma di qualità.
D. Cosa occorre sapere per avvicinarci alla medicina anti aging e quale branche abbraccia?
R. In realtà quello che occorre è che ci siano più medici formati in questa disciplina in modo che non sia solo una moda del momento ma un approccio serio alla salute e alla prevenzione. Diciamo che le aree sono quella internistica che comprende anche la parte nutrizionale e ormonale e poi si svolgono una serie di valutazioni dei livelli di fitness e della condizione psicologica e emotiva del paziente. Senza l’attitudine giusta é difficile trarre veri benefici dalla medicina antiaging. Tutte le informazioni vengono poi utilizzate per preparare un programma preventivo e terapeutico personalizzato.
D. Anti aging vuol dire essenzialmente prevenzione? Se si, quale è la differenza tra diagnosi precoce e prevenzione?
R. La differenza è sostanziale. Con la diagnosi precoce si tenta di identificare le malattie al loro esordio, con la prevenzione si tenta di evitare che si manifestino. Nel primo caso si adottano soprattutto metodi diagnostici e screening di massa, nel secondo occorre intervenire prima di tutto sui comportamenti e lo stile di vita. Una cosa non esclude l’altra, anzi vanno integrate.
D. Oggi si ricorre spesso agli screening di massa. Ma non sono in contrasto con la medicina anti aging che è invece personalizzata per ogni individuo?
R. Non sono in contrasto, sono entrambi necessari ed entrambi perdono di valore se separati. Lo screening serve a fare diagnosi precoce su numeri elevati di pazienti. In aggiunta a questo occorre individuare per ciascun soggetto la strategia preventiva più idonea. Ma ripeto una cosa non esclude l’altra. Anzi.
D. In questa medicina rientra anche la medicina estetica?
R. Nella misura in cui con estetica si intende conservare al meglio la propria bellezza e non cercare a tutti i costi di raggiungere dei canoni estetici imposti da modelli lontani e teorici. La bellezza è una cosa nobile ed un desiderio che ci accomuna tutti. L’importante è che bellezza sia sinonimo di salute e di felicità.
D. Che differenza passa tra medicina estetica e chirurgia estetica, ovvero chi può far cosa e a quali specialisti possiamo rivolgerci: dermatologi o chirurghi?
R. Sono interventi con gradi di invasività diversi e non esiste per legge un vincolo che determina chi può fare che cosa. Ci si deve basare sull’affidabilità e la credibilità del professionista che se onesto sa bene cosa è in grado di fare e cosa no.
D. Lo stress incide nell’invecchiamento umano. Quanto c’è di vero in questa affermazione ed ancora: può predisporre a gravi patologie, anche tumorali?
R. Certamente, ormai esistono prove scientifiche inconfutabili che legano lo stress all’invecchiamento e all’insorgenza di numerose patologie tra cui tumori e malattie cardio e cerebrovascolari. Il problema è il termine stress è talmente inflazionato che nessuno ci fa più caso. Diamo per scontato che essere stressati sia la condizione normale dell’essere umano di oggi. In realtà lo stress cronico ci fa molto male e basta poco per ridurne l’impatto. Inserire per esempio qualche semplice tecnica di rilassamento nel corso della giornata è tanto facile quanto efficace.
D. Quanto conta l’alimentazione nell’anti aging e quali cibi sono principalmente coinvolti in senso positivo e negativo?
R. Troppi zuccheri, troppi cereali raffinati, poca fibra, troppi grassi saturi, troppo sale, poche verdure e poche proteine di buona qualità sono i problemi dell’alimentazione occidentale che oltre tutto è troppo calorica. Occorre rovesciare le nostre abitudini e tornare ad un’alimentazione più genuina, più ricca di nutrienti e povera di calorie.
D. Si parla spesso, anche a sproposito di antiossidanti: quali quelli davvero utili?
R. Non è una questione di specifici antiossidanti ma di un delicato equilibrio tra produzione di radicali liberi e potere antiossidante dell’organismo che evita lo stress ossidativo, uno dei fattori legati all’invecchiamento cellulare. Non è quindi il singolo antiossidante ma l’approccio complessivo alla propria nutrizione che deve essere ricca di molti antiossidanti di tipologia diversa, sia con nutrienti che eventualmente con integratori.
D. A proposito di integratori, ci fa un pò di chiarezza nella giungla di questo settore? Quando servono davvero?
R. Non è semplice. E’ chiaro che la situazione ideale è che sia in medico a fronte di visita e esami di laboratorio a consigliare una terapia con integratori adeguata. Io credo molto negli integratori (o nutraceutici) e penso che ci sia sufficiente evidenza scientifica perché possano essere usati terapeuticamente sia in ambito preventivo che come supporto nei casi di malattie croniche ma proprio perché credo nei loro effetti non posso approvare il fai da te.
D. Al XXXIV Congresso nazionale della Società italiana di medicina estetica (Sime), svoltosi a Roma si è parlato di un nuovo concetto di dieta, non più basato sulle calorie, ma sul tipo di molecole alimentari introdotte: ci spiega cosa vuol dire?
R. Mi fa piacere se ne sia parlato perché sono anni che io mi impegno nel promuovere questo concetto che è alla base della nutrigenomica, la disciplina che studia gli effetti dei nutrienti sull’attività e la regolazione dei nostri geni. In pratica oltre a fornire energia forniscono informazioni molecolari che contribuiscono a regolare la funzionalità delle nostre cellule…questo ovviamente vale per alimenti veri e genuini.
D. Sempre a proposito di dieta, in Usa spopola la Dieta Dash, qui la Dieta mediterranea? Possiamo metterle a confronto?
R. La dieta DASH esiste da tempo ed è stata specificatamente sperimentata come una dieta utile a ridurre la pressione arteriosa. La dieta mediterranea invece ha effetti preventivi su vari livelli ma non è la dieta che gli italiani seguono oggi. Non si tratta infatti di un’alimentazione basata su pasta, pane, pizza, etc ma su verdure e frutta di stagione, legumi, frutta secca, olio d’oliva, pesce azzurro e cereali integrali.
D. Quali sono gli elementi comuni e quelli divergenti?
R. Alla fine ci sono elementi convergenti in tutti gli approcci alimentari che hanno un fondamento scientifico che siano la dieta mediterranea, quella DASH o l’alimentazione delle isole di Okinawa in Giappone: meno zuccheri, cereali solo al 100% integrali, meno sale, proteine di buona qualità, meno grassi saturi, più grassi monoinsaturi e polinsaturi, molta verdura e frutta secca come snack sono le scelte giuste da fare.
D. A quale età dobbiamo cominciare a pensare alla medicina anti aging?
R. Perfino lo stile di vita della mamma influisce sulla funzionalità dei geni del neonato…quindi prima è meglio è.
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