Giusto un anno fa, il 5 luglio 2012, scrivevo sul mio blog personale che la qualità della vita era a rischio sotto il profilo alimentare. E oggi a un anno esatto di distanza gli italiani, sempre più tassati e nel pieno di questa crisi quasi mondiale, si vedono costretti a dover risparmiare ancora di più su cibo.
A certificare il calo record dei consumi, il peggiore dal 1997, e’ l’Istat. Nel 2012 la spesa media mensile per famiglia risulta pari, in valori correnti, a 2.419 euro (-2,8% rispetto all’anno precedente) e, tenuto conto dell’errore campionario e della dinamica inflazionistica (+3%), la spesa diminuisce anche in termini reali. Circa la meta’ delle famiglie italiane spende meno di 2.078 euro. Crescono le percentuali di chi ha ridotto la qualita’ e/o la quantita’ dei generi alimentari acquistati (dal 53,6% del 2011 al 62,3% del 2012) e di coloro che si rivolgono all’hard discount (dal 10,5% al 12,3%).
Secondo quanto emerge da alcuni rapporti in merito si è messa in atto una vera e propria spending review a tavola. Riducendo o annullando lo spreco di cibo rispetto al passato (a finire nella spazzatura era infatti circa il 30 per cento del cibo acquistato, soprattutto frutta, verdura, pane, pasta, latticini e affettati che ora vengono sempre più spesso salvati dal bidone con il ritorno più frequente in tavola nei piatti del giorno dopo), ma anche riducendo la quantità di cibo acquistato, come dire una vera e propria dieta dettata dalla crisi, e ciò che è più preoccupante, riducendo la qualità dei prodotti. Sempre più italiani infatti fanno la spesa nei Discount alimentari, alla ricerca del risparmio a discapito della salute.Il continuo aumento delle tasse, non porta al rilancio ma porta alla compressione dei consumi, se non in quantità, in qualità. Condizione tale per infondere preoccupazione sulle future condizioni sanitarie del Paese, problema serio che evidentemente il Governo Monti prima e il Governo Letta poi hanno sottovalutato o ancor peggio tralasciato.
Dieta mediterrane addio!