Blog Notes di MartaInvalidi? no grazie, al nuovo Muse di Trento

Più che una recensione su un nuovo luogo dedicato all’arte questo è il commento spontaneo dopo una giornata trascorsa cercando di visitare il Muse-Museo delle Scienze di Trento, che ha aperto i bat...

Più che una recensione su un nuovo luogo dedicato all’arte questo è il commento spontaneo dopo una giornata trascorsa cercando di visitare il Muse-Museo delle Scienze di Trento, che ha aperto i battenti sabato 27 e domenica 28 luglio. Due giorni d’inaugurazione che hanno visto da una parte la positiva partecipazione di migliaia di visitatori, dall’altra delle difficoltà gestionali che fanno nascere dei dubbi sulla futura capacità organizzativa del nuovo Museo progettato da Renzo Piano (una superficie totale di 97mila mq che apparteneva all’ex area industriale della Michelin e di cui 12.600 per il Museo, area completamente rinnovata e costruita in modo sostenibile, nonché alimentata da energie rinnovabili come pannelli fotovoltaici e raccolta di acque piovane).

Circa in 18 mila hanno raggiunto il Muse tra sabato e domenica (ha chiuso sabato alle 18 e ha riaperto alle 23.30 fino alle 6 di domenica. Ha richiuso qualche ora e riaperto alle 10)e poi ancora, 10 mila nella giornata di lunedì. Numeri strabilianti, e code di ore per entrare. Fin qui, succede anche agli Uffizi e in altre realtà museali. Il punto è: organizzare e prevedere. Prevedere non solo la numerosa affluenza di persone, ma anche la possibilità per tutti di vedere tranquillamente il nuovo Museo. Invece, dopo una fila lunga centinaia di metri, una volta dentro si poteva cercare di attraversare le sale del museo senza urtare contro gli altri visitatori, si poteva stare in sosta ancora davanti alle postazioni multimediali o i mini percorsi interni che il Muse propone o ci si poteva incolonnare su e giù per le scale per raggiungere i sei piani totali del Museo (5 in altezza, di cui l’ultimo è la terrazza, e uno sottoterra), senza considerare che durante la “visita” un autoparlante continuava a ripetere di cercare di fare il più veloce possibile per permettere ad altri di entrare.

Se fosse solo questo, non avrei probabilmente neanche scritto il blog. Non mi soffermo su ciò che si trova nel Muse (sarebbero altre lamentele). Mi limito a sottolineare che, in tutte queste migliaia di persone intervenute, spero non ci fosse alcuna in carrozzina o in stampelle (io non ne ho viste): avrebbe avuto il triplo di difficoltà degli altri, che già erano piuttosto scomodi. Per andare su e giù dai vari piani, infatti, le scale erano il mezzo più sicuro. Esistevano due ascensori, ma, essendosi bloccati una volta, continuavano a funzionare a stento: poche corse e sotto il controllo del personale di servizio (a cui non si possono muovere critiche: tutti molto gentili e volontari).

www.muse.it

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