Fare Cinema in Italia è sempre una sfida più difficile. Che sia di qualità, di nicchia o che sia di massa, le grandi case cinematografiche soffrono di fiato corto e gambe stanche. Anche lo Stato non sta messo così bene e a soffrirne solo il genio, la creatività l’arte e tutta l’industria che gravità intorno al complesso mondo della pellicola. Cioè del digitale.
Fare Cinema a Sud, è ancora più complicato e complesso, eppure questo pezzo di Italia così bello e così ricco di poesia meriterebbe più Cinema, più genio e più narrazione.
Mi è capitato di accompagnare, in un breve tour per set cinematografici, il direttore della Lucana Film Commission, Paride Leporace impegnato, da pochi mesi, a dare forma e sostanza al frammentato settore cinematografico lucano.
Di questa giornata, e del suo più profondo senso, tra l’incantevole ed abbandonata Craco e la sempre bella e meravigliosa Matera, ne è venuto fuori un racconto. Un post breve ma pregno di consapevolezza e di visione.
Qui alcuni passaggi significativi
On the road sui set già’ aperti. Bell’equipaggio. Vincenzo H Aiello e Sergio Ragone. Due notevoli personaggi della lucanità trentenne. Sensibilità culturale, competenze infinite e capacità multimediale. Soprattutto belle persone. Potremmo essere gli epigoni di De Martino e Carpitella. Tra temporali e chilometri ci facciamo molti film in testa.
E i film liberano la testa.
Saliamo verso Craco. L’attraversamento del paesaggio ci stordisce e ci esalta. Da Craco Peschiera verso Craco vecchia prevale l’emozione. Il campo base di Antonello Faretta è spartano ma efficiente. Aiello incontra un suo collega fonico che è già al suo terzo film in Basilicata. Ragone documenta. Una troupe cosmopolita che meriterebbe molti backstage. Pranziamo con loro.
“Montedoro” è un lavoro titanico per ambizione e difficoltà. Li seguiamo per qualche metro mentre vanno a rubare immagini di temporali. Si preparano a breve a simulare esplosioni in montagna. Abbracciamo tutti con amicizia, ammirati per la consapevolezza seria che mettono nel mestiere.
Ci spostiamo a Matera. La tappa urbana ci accoglie tra gelati, caffè e tifo smodato per l’obiettivo capitale. Incrociamo la troupe leggera che prepara un documentario per Rai Cinema. Come già fatto per Gerusalemme e San Pietroburgo non ne farà uno sportone turistico. La troupe è tipicamente romana. Battute, allegria e perizia tecnica. L’operatore incontra degli amici in vacanza in città.Lo sceneggiatore Moliterni l’abbiamo segnalato noi e l’innesto è utile.
Per questa produzione abbiamo sbrogliato diverse questioni. Si gira tra i Sassi. Appunti su appunti. Ci esaltiamo a vedere la famiglia giapponese sul trenino turistico. Nonostante manca il treno ma ormai chissenefrega. (Continua qui)
Basilicata Terra di Cinema, va detto.
Basilicata terra di Sud ma non terra di confine e nemmeno “terra di dove finisce la terra“.
Perchè questo pezzo di Mezzogiorno, con la sua più dura identità e la sua antica vocazione, ha dato panorami e ciak a Pasolini, Mel Gibson, Salvatores e non solo.
E non è solo un caso, non è solo un incidente di percorso, non solo una via di passaggio tra ‘Molfetta ed Hollywood‘.
Ma su questo c’è del lavoro da fare e del futuro da costruire, ma per fortuna già da qui se ne vede il felice approdo.