Sotto i pini del parco naturale della Maremma, nel cicaleccio agostano del solleone, si sta svolgendo la festa di Legambiente che compie un quarto di secolo.
Per i suoi 25 anni, il Festival ha scelto come filo conduttore della decade di serate dal 9 al 18 agosto 2013, il tema “Italia, Bellezza e Futuro”.
La bellezza è dunque la categoria estetica che connota l’ambiente italiano.
È un ponte di collegamento tra il passato remoto che ha prodotto l’architettura paesaggistica con un passato prossimo nel quale essa è stata deturpata e privata dei suoi connotati per l’abusivismo incontrollato figlio di sfrenati e talvolta poco onesti interessi economici.
“Secoli e secoli di impareggiabile equilibrio architettonico tra natura e cultura rischiano oggi di essere irrimediabilmente sfregiati da interventi tanto invasivi quanto devastanti. C’è l’urgente necessità di mettere la parola fine una volta per tutte ad una pericolosa deriva che rischia di sperperare l’immenso potenziale strategico di cui siamo dotati. Tutelare la bellezza del nostro territorio è un imperativo categorico senza il quale nel futuro dell’Italia ci sarà solo un triste declino.”
Le parole del Ministro dell’Ambiente Andrea Orlando sono nette e non lasciano dubbi: la bellezza naturale del bel paese è una ricchezza da salvaguardare e possibilmente anche da migliorare.
Dunque non solo tutelare, ma anche riconvertire e sottrarre al degrado, laddove la trascuratezza e l’abusivismo l’hanno fatta da padroni.
È in quest’ottica che ha preso forma l’idea degli orti in città che ampio spazio ricevono nelle serate della festa di Legambiente.
Terreni incolti, abbandonati, sottratti alle mafie possono diventare fazzoletti di terra coltivata che incarnano il nuovo equilibrio ambientale da conseguire.
Già molti cittadini per primi stanno solcando questi appezzamenti di terra di 30/40 metri quadri o attrezzano i loro terrazzi di piantine dei “semplici“, di quelle erbe aromatiche, di ortaggi o frutta che soddisfano la propria capacità e in parte il portafoglio.
In effetti lo scopo degli orti che proietta direttamente verso l’Expo 2015 può essere un trampolino di lancio per il tema del grande evento, nutrire il pianeta, ma assume anche un valore sociale con metodi di produzione sostenibili, un valore didattico per le scuole, curativo ed integrativo per i portatori di disabilità fisiche e psichiche.
Dicevamo che molti cittadini hanno riscoperto questo antico contatto con la terra rappresentato dalla sua coltivazione.
Si calcola che siano 5 milioni i new farmers con prevalenza al nord est e nord ovest ed ancora in sviluppo al sud, con le città di Potenza, Eboli, Ragusa, Cagliari.
Gli italiani che coltivano zucchine, lattuga e limoni negli orti o sul balcone, risparmiano almeno il 10 per cento sulla spesa mensile per frutta e verdura con un sistema trasparente e tracciabile.
Al top della classifica dei prodotti agricoli ,secondo la Cia (Confederazione Italiana Agricoltori), ci sono verdure da mangiare a crudo, come insalate e pomodori (36%). Seguono le erbe aromatiche (29%), la frutta (18%) e infine verdure da cuocere, come zucchine, melanzane e piselli (17%).
Anche le erbe aromatiche che rappresentano il 29% delle colture sono gettonate per insaporire i nostri piatti, accorgimento tra l’altro, assai salutare perché consente di ridurre al massimo il consumo di sale.
Quest’anno Legambiente ha deciso di dare spazio proprio a tutti i rappresentanti dei Circoli coinvolti (Potenza, Cagliari, Eboli, Ragusa e San Giovanni in Fiore) che si sono ritrovati l’11 agosto alle ore 19 presso la Casa Ecologica di Rispescia per raccontare “Le esperienze di Legambiente nel sud Italia: dagli orti urbani e sociali ai giardini della flora, dai laboratori didattici sull’agricoltura ai gruppi di acquisto solidali e al last minute market.”
Del resto l’associazione ambientalista aveva già promosso una campagna sull’orticoltura, il verde urbano nell’ambito dell’iniziativa “Orti in festa, il verde va in città” ad aprile scorso.
Il decalogo dei fini per i quali le amministrazioni comunali dovrebbero impegnarsi a realizzarli sono:
- prendersi cura delle città e sottrarre le aree urbane al degrado
- diffondere metodi di coltivazione salutare e sostenibile
- favorire l’autoproduzione domestica
- ridurre lo spreco di cibo
- privilegiare il consumo di prodotti di stagione
- combattere il consumo di suolo e il dissesto idrogeologico
- avviare progetti di cogestione urbana e periurbana
- stimolare progetti di formazione e partecipazione sociale
- migliorare la qualità della vita e il benessere psicofisico
- custodire la biodiversità in città.
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