Un eventuale ulteriore downgrade di Telecom Italia potrebbe costare ben più del miliardo chiesto da Vodafone per comportamenti anticoncorrenziali sulla rete fissa negli anni dal 2008 al 2013. Oggi è stata la volta di Fitch, che ha abbassato il merito di credito dell’ex monopolista da BBB a BBB- con prospettive negative. Nonostante l’agenzia francese definisca la cassa «in salute», prevede una sua erosione anche nel 2014. Pressioni regolatorie, guerra dei prezzi e crisi economica in Italia i tre elementi da tenere d’occhio. L’indebitamento nei primi sei mesi dell’anno si è assestato a 2,9 volte i margini, livello che per Fitch crescerà nella seconda parte di quest’anno e dell’anno prossimo, mentre gli investimenti potrebbero non essere sufficienti a garantire la profittabilità. Nemmeno in Tim Brasil, che genera il 10% dei margini lordi del gruppo ma sta rallentando sull’onda del Paese.
Detto questo, la società non ha fornito alcuna indicazione sugli effetti di ulteriori declassamenti sui 37 miliardi di debiti lordi. Nella nota che segue alla comunicazione delle informazioni obbligatorie chieste da Consob tre giorni fa, si apprende che:
Con riferimento all’indebitamento finanziario esistente, un declassamento di un notch avrebbe un impatto finanziario non significativo, pari a circa 11 milioni di euro in termini di maggiori oneri finanziari annui, in relazione ai finanziamenti bancari che prevedono meccanismi di adeguamento automatico del costo della provvista al livello di rating
Nessun effetto sui bond, che godono dell’invidiabile condizione di assenza di covenant finanziari, mentre la società ammette genericamente che:
L’aumentata rischiosità per le nostre controparti finanziarie che deriverebbe da un eventuale downgrade del merito di credito di Telecom Italia potrebbe comportare un incremento di costi connesso alla gestione del portafoglio di derivati di copertura del Gruppo, costi che non sono anch’essi stimabili al momento.
Potrebbero invece essere presto cambiati i termini contrattuali dei finanziamenti pari a 3,5 miliardi di euro sottoscritti con la Banca europea degli investimenti:
qualora uno o più fra i credit rating del debito a medio e lungo termine non subordinato e non garantito di Telecom Italia risulti inferiore a BBB- per Standard & Poor’s, Baa3 per Moody’s e BBB- per Fitch Ratings, la Società dovrà darne immediata comunicazione a BEI. Questa avrà il diritto di richiedere la costituzione di garanzie aggiuntive di proprio gradimento, ovvero che Telecom Italia fornisca altro tipo di garanzia, offrendo protezione in maniera, forma e contenuto accettabili per la banca. In caso di inadempimento alle richieste di BEI, quest’ultima avrà facoltà di esigere il rimborso immediato dell’ammontare erogato.
Infine un problema in più che potrebbe presentarsi causa declassamento è il pagamento dei fornitori entro i termini previsti, visto che il debito nei loro confronti ammonta, solo in Italia, a un miliardo. Intanto, il titolo è tornato sotto la soglia psicologica dei 50 centesimi (0,48 a -2,06% alle 16.18).