BeleidTre cose da dire sull’abolizione dell’IMU

Già si leggono vagonate di articoli e commenti contrastanti sulla vicenda dell’abolizione dell’IMU. Spesso però si sovrappongono più piani differenti e si crea un po’ di confusione. Io credo che la...

Già si leggono vagonate di articoli e commenti contrastanti sulla vicenda dell’abolizione dell’IMU. Spesso però si sovrappongono più piani differenti e si crea un po’ di confusione. Io credo che la decisione presa ieri dal governo Letta vada considerata e commentata sotto tre punti di vista, distinti.

1. Il principio dell’abolizione erga omnes. Il primo di essi rimanda ai contenuti del dl approvato ieri dal Consiglio dei Ministri, in particolare ovviamente all’abolizione dell’imposta sulla prima casa per tutti. Bene, personalmente, in un mondo ideale e a prescindere da ragioni di opportunità politica – tradotto, di calcolo elettorale –, non considero affatto una conquista l’eliminazione di un prelievo fiscale sulla prima casa erga omnes.

Mia nonna percepisce 700 euro al mese di pensione e ritengo inaccettabile che le venga richiesto di pagare un’imposta in quanto proprietaria di una piccola abitazione; i suoi vicini di casa – una coppia di giovani sposi poco più grandi di me – faticano con due stipendi a pagare il mutuo sulla casa che hanno coraggiosamente deciso di acquistare. A pochi metri da loro vive però una famiglia mediamente benestante, proprietaria di una prima casa di dimensioni medio-grandi (non certo un castello) e di due piccole seconde case. L’importo annuale per il pagamento dell’IMU pesa in questo caso per circa 1/5 del loro reddito complessivo mensile. Sono però tutti accomunati dal fatto di vivere lungo una piccola strada comunale piena di buche e con entrambi i marciapiedi inutilizzabili perché ormai completamente invasi dalla vegetazione. A conti fatti, un problema per tutti e tre i nostri nuclei familiari.

Probabilmente se fossero esentate da tassazione IMU le prime due abitazioni ma non la terza, i consumi ripartirebbero ugualmente, si venderebbe comunque qualche casa in più, ma allo stesso tempo il Comune avrebbe la possibilità economica di curare a modo le strade del proprio territorio. Così, del resto, avviene in mezza Europa. Mi si obietti che la Service Tax è preferibile perché il vero problema è che sarebbe necessaria una seria riforma catastale, e allora se ne può ragionare, ma non che il principio dell’abolizione dell’IMU erga omnes sia una conquista di civiltà. Perché quello non mi torna.

2. Il ricatto. Il secondo angolo di osservazione della vicenda IMU è invece quello del contesto politico reale, quello del governo di larghe intese. Io stesso scrivevo qualche giorno fa su questo giornale che “dalle parti di Arcore stanno facendo due conti e, Napolitano permettendo, forse stanno seriamente pensando ad una crisi di governo ed elezioni anticipate (ciò che chiedono i cosiddetti falchi), forse per giocare d’anticipo sulla “questione decadenza”, certamente anche per evitare il rischio primarie-Renzi“; ma le intenzioni di Berlusconi negli ultimissimi giorni sembravano diverse e comunque un partito come il PD – che esprime il Presidente del Consiglio e detiene la maggioranza assoluta di seggi alla Camera e quella relativa al Senato – deve saper imporsi in qualche modo, o perlomeno non rimanere interamente vittima delle imposizioni altrui.

Già, perché ho letto da più parti che la mossa di Letta e del PD di recepire interamente la proposta del PDL sull’IMU sarebbe una vittoria in quanto impedisce a Berlusconi di far cadere il governo per poi addossarne la colpa al PD che non ha voluto abolire l’IMU su tutte le prime case. Chi sostiene questa posizione ritiene infatti che Letta ed il PD abbiano sottratto a Berlusconi la possibilità di una nuova vincente campagna elettorale. Io non condivido e anzi la penso in maniera opposta.

L’abolizione dell’IMU è stata il cavallo di battaglia del PDL durante l’ultima campagna elettorale, l’unica vera promessa. Dopo la giornata di ieri Berlusconi è uscito dall’isolamento delle vicende giudiziarie, e lo ha fatto ribadendo che lui è un leader affidabile, che mantiene le promesse. Berlusconi ieri ha vinto perché ha riaffermato la sua CREDIBILTA’ – l’unica cosa che gli italiani chiedono ai politici in questo frangente -, e lo ha fatto nonostante l’età, i giudici e le condanne e sul terreno da lui prediletto delle tasse. Una vittoria indiscutibile. E’ vero, come scrivevo sopra, che la possibilità di una crisi di governo c’era, ma l’azzardo berlusconiano sembrava credibile fino ad un certo punto e comunque io mi rifiuto di credere che per scongiurare quell’eventualità l’unica opzione fosse sottostare integralmente al ricatto “Via l’IMU per tutti o cade il governo”. Insomma, Letta avrebbe dovuto certamente far valere con maggior vigore le posizioni del PD sull’IMU

3. Tutti i nodi vengono al pettine. Insomma, Letta avrebbe dovuto certamente far valere con maggior vigore le posizioni del PD sull’IMU… Appunto. Chiudiamo così, sottolineando come i problemi nascano ben prima di ieri. Campagna elettorale per le politiche 2013. Berlusconi ed il PDL propagandano con forza ed entusiasmo le loro intenzioni sull’IMU: abolizione integrale, su tutte le prime case. Bersani ed il PD rispondono in maniera decisa ed unitaria… rispondono che… rispondono… Bersani ed il PD non rispondono. Temporeggiano, esitano, arretrano e si cacciano in un angolo, con le spalle al muro. Ecco perché ieri, a distanza di 6 mesi, hanno subito il colpo.

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