’O pernacchioA furia di dire “non è niente”, siamo diventati niente

C'è questa scena di Peppino Girella, una serie tv in bianco e nero del 1963, in cui Eduardo De Filippo, che interpreta Andrea Girella, si lascia andare ad un monologo che dire attuale è dire poco. ...

C’è questa scena di Peppino Girella, una serie tv in bianco e nero del 1963, in cui Eduardo De Filippo, che interpreta Andrea Girella, si lascia andare ad un monologo che dire attuale è dire poco. “Ci negano il diritto della vita? È cos ‘e nient”. “Ci tolgono l’aria? È cos ‘e nient”. “A furia ‘e ricer è cos ‘e nient, siamo diventate due cos ‘e nient”. A furia di dire che non è niente, siamo diventati niente.

Monnezza, camorra, fusti sotterrati e dissotterrati. I napoletani – e più in generale: i campani – leggono, vedono e soffrono. Pugno contro il petto, capelli stretti tra le mani, pare una sceneggiata alla Mario Merola. Ma il dolore, la consapevolezza, l’impotenza sono reali come sono reali il cibo contaminato, l’acqua amara e la morte di chi, a 9 anni, come la piccola Marianna, si ammala di leucemia. Davanti a queste cose, davanti a questa realtà, riuscire a dire “è cos ‘e niente” è diventata un’impresa. Quando lo fai, ti brucia lo stomaco, gli occhi stentano a rimanere aperti e le mani ti tremano, prese dalla rabbia.

Un popolo a cui tolgono il diritto alla vita, a cui – come diceva De Filippo – tolgono l’aria non può subire in silenzio. Non può accettare tutto come fosse niente. Perché altrimenti diventa a sua volta niente. Si annulla. Perde la sua conscienza, la sua identità. E in questo periodo, proprio mentre si ricordano le Quattro Giornate di Napoli, non ci sarebbe niente di più sbagliato. Il simbolo in Italia, in Europa e nel mondo della libertà, della voglia di essere liberi, non può essere spazzato via dalla cieca condiscendenza. C’è chi – e la marcia di Giugliano di ieri, dove più di 10 mila persone si sono raccolte, ne è un esempio – prova a far sentire la sua voce. C’è chi, nonostante tutto, ci prova ancora.

Si parla della pasta adesso. La pasta Barilla. Si parla di un uomo che ha detto una cosa e che, volente o no, l’ha detta contro altri uomini. Si raccolgono persone, da una parte e dall’altra. Tra chi dice che ha fatto bene e chi, inesorabilmente, dice che ha fatto male. Che boicotterà la Barilla. Niente più pasta. Per la Terra dei Veleni (perché dire solo Terra dei Fuochi, oramai, è poco) il problema sarà condirla quella pasta, che sia della Barilla oppure no. Le coltivazioni sono a rischio, l’aria è a rischio; l’acqua è a rischio. E la vita, soprattutto, è a rischio. Vogliamo limitarci a un “è cos ‘e niente” ancora una volta? Non è cos ‘e niente. È qualcosa, più di qualcosa. E stavolta fare finta che vada tutto bene non ci salverà. Dopotutto, non l’hai mai fatto.

Twitter: @jan_novantuno

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