Si chiama Car2go ed è una cosa che somiglia al futuro: più che car sharing, l’auto usa e getta. Mezz’ora, un’ora se c’è traffico, la trovi per strada, la lasci senza patema dove c’è posto, costa meno di un taxi e inquina il giusto -per via dello spegnimento al semaforo-, non ti ci affezioni, non devi portarla a lavare il sabato, eccetera eccetera. Si calcola che per ogni macchinetta del Car2Go –400, tutte belle accessoriate, pulite, e collegate con la centrale 24/h- otto cittadini si disferanno della propria: numeri da vera rivoluzione green. Il servizio è partito a Milano ed è già di gran moda: sedicimila persone, in testa il sindaco Pisapia, hanno già la loro tesserina, e presto il servizio sbarcherà in altre città italiane. In diretta dalla macchinetta abbiamo raccontato il ritorno a casa di Marco, simpaticissimo manager che si occupa di turismo e meeting. Prima di lui si erano seduti una signora dal profumo inebriante ma tosto, già orfana della settimana della moda; un signore di cui ho scordato il nome, dato che si parlava di Inter e dei nuovi acquirenti indonesiani; uno che non capiva come innescare la macchinetta ma poi ci siamo riusciti e quando ci siamo riusciti ha acceso su un’altra radio e volevo staccargli la chiave dal cruscotto; tutta gente diversa ma con esigenze pratiche simili. Poi ho parlato con Paolo Lanzoni, che si occupa di pubbliche relazioni per Car2Go. Mi raccontava che il servizio funziona già in 22 città europee, e che l’Italia è lenta per via della burocrazia. Anche se sono tutti d’accordo, tutti entusiasti, il fiume di carte obbliga per mesi e mesi e spesso frena entusiasmo e idee. Un refrain già sentito, molto buon senso, direi oltre la destra e la sinistra. Per esempio, dice Paolo, non possiamo portare le macchinette a Linate perché per cento metri risulta nel comune di Segrate ed occorrono altri permessi. Ci si attrezzerà presto, intanto possono arrivarci gli autobus dal parcheggio più vicino, però son cose che in Europa fanno sorridere. Misteri. Lasciando l’auto, sono rapito da una sensazione un po’ postfordista. Sembra che il padrone finirà per smetterla di tenerci buoni vendendoci delle cose, ma comincerà ad affittarcele. Forse Marx non sarebbe d’accordo, ma a me sembra già un piccolo passo avanti.
24 Settembre 2013