Caivano è uno dei comuni che il Ministero della Salute ha inserito nella sua lista delle zone più inquinate di Italia. Si trova nella provincia di Napoli, in Campania, ad un passo, praticamente, da Acerra. Ieri, alle 11, la Guardia Forestale, guidata dal Generale Sergio Costa, ha scavato a Sanganiello, una frazione di Caivano, e ha ritrovato una discarica: un blitz inatteso, improvviso, che però ha riportato alla luce fusti e bidoni. Don Patriciello, che aveva invitato il Ministro De Girolamo a visitare Caivano, si è subito precipitato sul posto, in lacrime. «La situazione – ha detto – è gravissima e richiede interventi rapidissimi».
Della discarica fino a ieri non si sapeva niente. Il campo veniva usato per coltivare ortaggi: cavoli, broccoli e finocchi, tutti a rotazione. Tra i cinquanta e più fusti che la Forestale ha ritrovato, uno in particolare ha attirato l’attenzione generale: a chiare lettere, su un lato, la scritta “in Milano”, che potrebbe indicare – ancora non si è certi a riguardo – la zona di provenienza. Solventi, vernici, veleni: un terreno utilizzato per l’agricolura si è rivelato – come del resto già si sospettava – l’ennesima discarica abusiva, l’ennesimo cimitero di morte e malattie.
È quella scritta, in Milano, ad aver fatto più male: sulla rete, dopo le tante proteste, c’è stato il boom di condivisioni delle fotografie e dei video girati. Qualcuno ha scritto di «rispedirlo al mittente». Non è così, però, che si migliorano le cose. La filosofia “occhio per occhio, dente per dente” non ripulirà le terre, le falde e i comuni del napoletano; rimandare da dove sono venuti i fusti non curerà le persone dal cancro, né ritirerà gli ortaggi contaminati che sono già stati venduti – e peggio: che sono già stati consumati. Bisogna mantenere la calma adesso. E come dice Don Patriciello, intervenire velocemente.
Twitter: @jan_novantuno