’O pernacchioNapolitano a Napoli si dimentica dei Napoletani

Dopo Giugliano, Casal di Principe: di sabato, di pomeriggio inoltrato, in centinaia e centinaia. È l'ennesima marcia contro le ecomafie, gli inceneritori e il veleno che ogni giorno sta venendo a g...

Dopo Giugliano, Casal di Principe: di sabato, di pomeriggio inoltrato, in centinaia e centinaia. È l’ennesima marcia contro le ecomafie, gli inceneritori e il veleno che ogni giorno sta venendo a galla. Siamo nella Terra dei Fuochi, una terra che sta morendo lentamente. Come i suoi abitanti. C’erano tutti: vecchi, meno vecchi, ragazzini, ragazze, madri e padri. E di questo, ovviamente, i giornali non hanno sentito il bisogno di parlare. E perché poi? È scoppiata la crisi di governo e senza un governo non c’è futuro (“quella è la salute!”, avrebbe detto Massimo Troisi): al momento un triangolo di terra, qualche famiglia e uno o due fusti ritrovati dove si coltiva non sono un problema. Non per la politica dei Palazzi almeno.

Altra notizia: a Napoli, ieri, è venuto in visita il Presidente Napolitano. Ha parlato di indulto, amnistia e del sovraffollamento delle carceri. Che pure sono un altro dei temi caldi dell’Italia. Una domanda, tuttavia, viene spontanea: una volta arrivato in Campania, perché il presidente della Repubblica, napoletano di nome e di fatto, non è andato a visitare la provincia, le discariche, le famiglie ammalate e abbandonate? «Eravamo lì – ha spiegato Vincenzo Caso, sindaco di Frattaminore, uno dei tanti che hanno provato ad avvicinare Napolitano – per rappresentare le criticità dei territori che rappresentiamo, per richiamare l’attenzione del nostro Presidente della Repubblica sulla devastante questione emergenziale nella quale versa la nostra terra avvelenata». Ma sono stati cacciati dal Responsabile della Sicurezza del Quirinale. «Per la prima volta ci siamo vergognati di essere italiani e di rappresentare con la fascia i nostri amati colori».

Napolitano era a Napoli per la ricorrenza delle Quattro Giornate, per ricordare, insieme ai suoi compaesani, uno degli eventi più importanti della storia contemporanea italiana. Il che è semplicemente assurdo, visto e considerato che al presente, alla storia di oggi si voltano le spalle. Così, come nulla fosse. I sindaci della provincia scacciati, perché – immaginiamo – pericolosi. E la gente, le famiglie, i bambini? Serviva lo Stato ieri, in quei posti. Serviva che qualcuno dicesse qualcosa, rassicurasse le famiglie. Siamo con voi, non contro di voi. Ci ricordiamo di questa terra, ci ricordiamo della vostra sofferenza. Sarebbe bastato questo: pochissimo. Ma ancora una volta nessuna reazione dalla politica.

Ora è importante pensare al governo, al futuro dell’esecutivo. Restano l’appello dei sindaci e quello dei cittadini, le marce serrate, le urla contro gli inceneritori, i pianti dei parenti ai funerali, le denunce fatte con la voce rotta. La Terra dei Fuochi aspetta: non andrà da nessuna parte. Così come non andranno da nessuna parte i fusti, le scorie e i rifiuti industriali. Piangete i vostri falchi e le vostre colombe, lamentatevi dei franchi tiratori e delle decisioni di un omino che tiene in pugno un paese intero. In Campania, nel frattempo, proveremo a sopravvivere.

Twitter: @jan_novantuno

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