Italia 2014Bancarelle fuori tempo massimo

Sono capitato in una grande piazza, stamattina, di quelle belle e antiche, in una cittadina di provincia ancora un po' opulenta, viziosa, all'ora dell'aperitivo. C'era il mercatino delle pulci, cia...

Sono capitato in una grande piazza, stamattina, di quelle belle e antiche, in una cittadina di provincia ancora un po’ opulenta, viziosa, all’ora dell’aperitivo. C’era il mercatino delle pulci, cianfrusaglie, chilometri di vecchie enciclopedie, comodini, radio a transistor, commoventi cartoline originali di soldati dal fronte del ’15-18, locandine di vecchi film, qualche antica insegna pubblicitaria che fa tanto vintage. Poi, in un angolo, sul fondo della piazza, c’era una bancarella un po’ diversa: giubbe militari, anfibi, busti di Mussolini, divise naziste con tanto di fascia con svastica da applicare al braccio, una mini-mazza da baseball con disegni fascisti, un piatto con i profili di Hitler e Mussolini.

Forse ci sono molti acquirenti nostalgici, c’è una economia che ruota intorno a questi cimeli, posso anche ammettere che per il negoziante vendere Hitler o Che Guevara sia la stessa cosa (pecunia non olet), ma a me quella bancarella ha fatto lo stesso effetto di molti mobili esposti intorno: fuori tempo massimo. Anche oltre il limite possibile dell’indignazione. Una bancarella tra tante altre che espongono idee vecchie, superate, distanti. Mi resta solo un dubbio: possibile che nessuno -vigili, carabinieri, polizia- si sia reso conto che in quella bancarella un po’ tristanzuola si stava consumando un reato (apologia di fascismo, legge 645/1952) e si sia sentito in dovere di intervenire? Non è anche compito delle forze dell’ordine -al di là della funzione ineludibile del parlamentoi, della scuola e del servizio pubblico radiotelevisivo- tutelare i principi e la memoria del paese, anche se sono messi in discussione su una bancarella, la domenica mattina, in una cittadina un po’ opulenta e all’orario dell’aperitivo?

A qualche bancarella di distanza ho trovato una chicca. Ho regalato un libro a mio padre: il primo, introvabile romanzo (autografato) di Sandrino Mazzola. Cinaue euro. Titolo: “La prima fetta di torta. Problemi, speranze e delusioni di un ragazzo con voglia di pallone”. Sandrino: lui si, uno sempre verde. Mica come certi busti.

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