Blog Notes di MartaCultura, cultura sociale e economia possono diventare sinonimi

Si è svolto questa mattina, lunedì 28 ottobre, al Piccolo Teatro Studio di Milano il convegno dal titolo "Cultura e welfare. Le nuove frontiere della finanza sociale per uno sviluppo sostenibile". ...

Si è svolto questa mattina, lunedì 28 ottobre, al Piccolo Teatro Studio di Milano il convegno dal titolo “Cultura e welfare. Le nuove frontiere della finanza sociale per uno sviluppo sostenibile”. Erano presenti Sergio Escobar, Direttore del Piccolo Teatro, Letizia Moratti, ex sindaco di Milano e qui come Ambasciatrice della Comunità di San Patrignano, Matthias Schmitdt-Gerdts, della Commissione Europea (DG Internal Market and Services), Giovanna Melandri, Presidente di Uman Foundation e in collegamento sono intervenuti anche Sir Ronald Cohen, Chairman Big Society Capital (in videoconferenza da Tel Aviv), e Luigi Casero (Viceministro dell’Economia e delle Finanze). Coordinatore dell’incontro era Roberto Napoletano, direttore del Sole 24 ore. Nomi importanti, tanto quanto l’argomento: il “buisness responsabile”. In estrema sintesi l’esigenza di una maggiore organizzazione e possibilità per chiunque volesse creare un’associazione umanitaria e dedicarsi al prossimo.

Occasione del dibattito è l'”Amleto” di Shakespeare che i giovani attori della Compagnia San Patrignano, il laboratorio teatrale nato all’interno della Comunità omonima come attività integrante al percorso terapeutico, interpreteranno al Piccolo Teatro Studio melato il 29 e 30 ottobre, domani e dopo. “In un periodo di crisi epocale come questo -spiega Letizia Moratti-, il tema della Finanza Sociale diventa molto importante: bisogna trovare nuove modalità di fare economia, abbattere i muri che separano la cultura profit dalla non profit. Bisogna oggi parlare si contaminazione”.

Ma come? incrementando strumenti di microfinanza, microcredito, dando più possibilità alle imprese sociali, che devono diventare una nuova forma di economia. “Sono cambiamenti fattibili -continua la Moratti-, anche unendo il non profit al profit: superiamo l’antica divisione”.

Importanti argomenti, condivisi anche da Shmidt della Comunità Europea: “I cittadini sono al centro, il mercato deve essere un servizio al cittadino. Per questo il buisness responsabile va promosso, è ancora più attento ai nìbisogni del citadino: bisogna ampliarne la visibilità, fare in modo che diventi uno strumento che arricchisca anche il privato. Pubblico e privato possono collaborare ampiamente nelle operazioni di buisness responsabile”. E continua: “Come abbiamo avuto la rivoluzione economica dell’era digitale, ora ci aspetta quella del marketing sociale”.

Anche per Giovanna Melandri “la rivoluzione economica è ormai inevitabile, e l’Italia ha un enorme potenziale da sviluppare: le imprese sociali sono un vero e proprio capitale, da coordinare meglio però”.

A questo punto l’intervento del Viceministro all’Economia Luigi Casero cade a pennello, perchè illustra i provvedimenti che il Governo vuole portare avanti “entro gennaio”: anzituto “bisogna legiferare su questo argomento, le imprese sociali. E poi reintegreremo il 5 per 1000: era stata tolta la possibilità di donare il proprio 5 per 1000 alle imprese sociali, noi lo stabilizzeremo”.

Dopo tutti questi pareri positivi, arriva un avvertimento da Sir Ronald Cohen collegato in video conferenza: “Al momento il non profit è troppo slegato dalla possibilità di guadagno. Bisona ripensare ad un’economia in grado di connettere il capitale con le organizzazioni sociali. Solo tenendo ben resente questo punto base come punto di partenza si potrà fare una vera economia di aiuto: la ragione filantropica non è sufficiente”.

Avanti le idee dunque, la posta in gioco è alta (il nostro sistema economico) e il miglioramento darebbe davvero considerevole.

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