Blog Notes di MartaIl teatro specchio astratto della vita. “Frost/Nixon” dall’Elfo Puccini all’Università Statale di Milano

E poi si dice che il teatro è pesante. A dire il vero esiste un teatro che sa parlare alla gente, e soprattutto ai giovani. Non è un caso che "Frost/Nixon", in scena a Milano all'Elfo Puccini ancor...

E poi si dice che il teatro è pesante. A dire il vero esiste un teatro che sa parlare alla gente, e soprattutto ai giovani. Non è un caso che “Frost/Nixon”, in scena a Milano all’Elfo Puccini ancora fino al 10 novembre e poi a Perugia, al Teatro Morlacchi dal 13 al 17 (info. www.elfo.org), non solo stia riscuotendo un grande successo di pubblico durante le serate milanesi, ma anche sia argomento di studi per l’Università Statale di Milano. Elio de Capitani, che interpreta Richard Nixon in scena e che, con Ferdinando Bruni, David Frost nello spettacolo, è direttore artistico del Teatro Elfo Puccini, ha tenuto agli studenti del corso di Storia del Teatro del prof. Alberto Bentoglio dell’Università Statale di Milano (il cui monografico è dedicato ai “Quarantanni dell’Elfo”), lo scorso lunedì 7 ottobre, una lezione appositamente dedicata a “Frost/Nixon”. Mercoledì 16, inoltre, gli stessi studenti hanno potuto assistere a due prove dello spettacolo nel pomeriggio, e in serata alla prova filata.

Lo spettacolo che, ha detta del prof. Bentoglio “E’ piaciuto moltissimo”, solleva temi e argomenti di grande attualità, oltre ad essere un resoconto storico preciso e documentato di ciò che accadde intorno e riguardo all’intervista che il gionalista David Frost nel  1977 fece a Richard Nixon, che nel 1974 si era dimesso dal suo incarico di Presidente degli Stati Uniti d’America.

Richard Nixon e David Frost, sembrano voler dire De  Capoitani e Bruni, infondo non sono altro che due facce della stessa medaglia: la ricerca del successo e della sicurezza porta entrambi a inseguire piuttosto la sfida, il confronto. La vera esigenza che li accomuna è quella di creare un rapporto. La somiglianza dei due protagonisti, che si invitano sul set televisivo-ring quasi come due amanti complici, li porta ad un’immediata e reciproca comprensione: il bisogno di protagonismo che li contraddistingue li avvicina invece che allontanarli, e si stimano. Il desiderio di acclamazione altro non è, per entrambi, se non finta soddisfazione di un latente bisogno d’affetto. Tutto ciò è reso in modo chiaro, ordinato e estremamente curato durante tuttolo spettacolo: i costumi degli attori, la scena, la recitazione puntuale e approfondita delle figure coinvolte, il giusto uso dei suoni come delle luci, tutto porta all’identificazione esatta e senza sbavature della situazione, dell’ambiente e del clima morale del momento.

Motivi per cui, effettivamente, l’idea di approfondire questo spettacolo anche in ambito universitario può essere molto positiva per chiarire agli studenti l’essenza stessa del teatro: si parla per simboli, per sineddoche, si racconta la parte per il tutto e si crea un gioco di relazione e intesa col pubblico che conduce al nucleo dei significati e dei sensi da trasmettere, più che alla descrizione precisa delle situazioni. In questo caso un’intervista di un giornalista ad un ex Presidente diventa, in teatro, l’occasione per esaminare le dinamiche che conducono i rapporti umani anzitutto, ma anche la progressiva spettacolarizzazine dell’informazione e della politica, oltre alla difficoltà di creare una vera sinergia e unione di squadra tra le persone. 

L’intero corso del prof. Alberto Bentoglio all’Università Statale di Milano ha portato anche alla realizzazione del libro “Quarant’anni di teatro d’arte contemporanea. Il Teatro dell’Elfo (1973-2013)”, che sarà presnetato martedì 19 novembre, ore 16.30, nella Sala Napoleonica dell’Università Statale di Milano (via S. Antonio 11). Saranno presenti Paolo Inghilleri, dell’Università degli Studi di Milano, Renato Palazzi, critico teatrale, Lella Costa, attrice, oltre al prof. Alberto Bentoglio.

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