Mercato e LibertàContro l’Unione (politica) Europea

Concludo la serie di riflessioni sull'UE ispirata al saggio del Professor Guarino pubblicata giorni fa sul Foglio. (La penultima puntata era qui). L'Unione Europea nasceva sulla base di principi co...

Concludo la serie di riflessioni sull’UE ispirata al saggio del Professor Guarino pubblicata giorni fa sul Foglio. (La penultima puntata era qui).

L’Unione Europea nasceva sulla base di principi condivisibili: era un’area di libero scambio che avrebbe eliminato il protezionismo e le guerre commerciali, e che facilitando il movimento di merci, persone e capitali avrebbe combattuto il nazionalismo, la stessa follia che in forma forse omeopatica sembra sottostare a molte posizioni No Euro, con LePen a beneficiare degli ‘insight’ di intellettuali di estrema destra, estrema sinistra e addirittura liberali.

Col tempo la UE è diventata un mostro burocratico, un centro di potere autoreferenziale, un aggregato di politiche clientelari come la Politica Agraria Comune, e una moneta comune che ha creato una bolla speculativa continentale con la sua sola nascita. In futuro rischia di diventare ancora più centralizzata, rimanendo poco democratica, e acquisendo ulteriori poteri in campo giuridico, economico e politico.

Molti sono convinti che non ci sia alternativa tra questi due mali, e in effetti nel breve termine non c’è: la visione liberale dell’Europa non ha difensori, propugnatori, divulgatori. Le idee hanno successo solo se un gruppo di potere le adotta, diceva Jouvenel: la distribuzione del potere tra stati membri e Bruxelles, condita da ‘classi dirigenti alternative’ che usano il populismo per avere consenso, è politica, ciò che i liberali non hanno mai saputo fare, vuoi per pudore, vuoi per incapacità.

Sebbene i paesi centrali sembrino al momento resistere a queste pressioni, tutti i centri di potere politico prima o poi si espandono, quindi succederà anche all’UE. La socializzazione europea dei debiti degli stati sarebbe un disastro: la Germania diventerebbe per l’Italia ciò che la Lombardia è per la Calabria, e si creerebbe un’altra bolla, con 27 (o più) paesi pronti a spendere e indebitarsi facendo free riding sull’ESM o la BCE. L’unica alternativa sarebbe privare gli stati di autonomia, fornendo un facile obiettivo retorico per sussidiare ulteriormente il populismo.

L’Unione Europea dovrebbe conservare poche cose e perderne parecchie. Ecco una lista di bambini e acque sporche:

BAMBINO #1: il Mercato Comune, che andrebbe rafforzato (si pensi a Bolkenstein), garantendo il più possibile la libera circolazione di merci, servizi, capitali e persone in tutti i paesi europei.

BAMBINO #2: le limitazioni alla sovranità fiscale e monetaria, e le limitazioni di sovranità sugli aiuti pubblici ai campioni nazionali e sulle violazioni della concorrenza.

BAMBINO #3: il controllo giuridico in difesa dei cittadini contro gli stati, come quando l’Italia subisce tirate d’orecchi sulla giustizia. Questo punto è però pericoloso.

BAMBINO #4: la collaborazione sui pochi temi di importanza continentale, come le infrastrutture, la diversificazione energetica, la sicurezza; senza imporre politiche comuni che non sarebbero condivise.

ACQUA SPORCA #1: i tentativi di limitare la concorrenza fiscale con l’”armonizzazione”.

ACQUA SPORCA #2: le garanzie europee dei debiti nazionali, visto che già l’euro è stato un disastro.

ACQUA SPORCA #3: l’euroburocrazia.

ACQUA SPORCA #4: la Politica Agricola Comune.

ACQUA SPORCA #5: l’uso della retorica della ‘sussidiarietà’ per giustificare l’intervento dell’UE in ogni ambito in cui ci sia la minima traccia di fenomeni transfrontalieri.

ACQUA SPORCA #6: l’estensione dell’Acquis Comunitario, il potere UE di determinare “minimi legislativi” su un’infinità di campi regolativi [VEDERE NOTA].

ACQUA SPORCA #7: il protezionismo contro il resto del mondo.

ACQUA SPORCA #8: i 12 miliardi di ‘uscite UE Quarta Risorsa’ l’Italia spende ogni anno per finanziare Bruxelles, e che rappresentano solo una parte del costo dell’UE.

Questa visione dell’Europa, più vicina all’originale di quella odierna, non esiste. Da un lato la spinta dei politici nazionali a nascondersi dietro la gonna delle garanzie UE e l’interesse delle autorità europee ad espandere i propri poteri e il proprio budget hanno creato un sistema autoreferenziale, deresponsabilizzante, poco democratico e disfunzionale. Dall’altra i No Euro, che dell’Europa odiano più il bambino che l’acqua sporca, e che tendono a rappresentare idee inflazionistiche, keynesiane, xenofobe e sovraniste da cui dovremmo liberarci.

Il ‘populismo’ No Euro si è rafforzato grazie alla crisi indotta dal sonno della BCE riguardo gli squilibri indotti dall’euro nell’ultimo quindicennio, e rischierà di rafforzarsi se l’UE allontanerà ulteriormente le istituzioni dai cittadini e incentiverà altri squilibri con le proprie garanzie e il proprio “sonno”.

Una terza via oggi non esiste: come in Egitto la scelta è tra l’autoritarismo dei militari e il fondamentalismo dei religiosi, e come a Weimar la scelta è tra istituzioni deboli e la violenza totalitaria. L’ordine di preferenza mi è chiarissimo, preferendo i militari ai fondamentalisti e Weimar al NSDAP, ma non trovo niente di cui andar fiero in questi mali minori, e molto di cui preoccuparmi. A volte il male minore non lo è abbastanza: è in questi casi che occorre costruire un’alternativa alla padella e alla brace.

Nel frattempo confido che il successo dei No Euro, e l’opposizione dei paesi centrali alla mungitura fiscale, frenino il rafforzamento dell’UE, ma dubito che ciò basterà nel lungo termine. Si tratta di uno sviluppo pericoloso, anche se probabilmente inevitabile.

Non avendo alcuna possibilità di influenzare le scelte politiche, come il 99% dei cittadini in democrazia, mi limito a esplicitare i paletti culturali e morali che ritengo fondamentali e a cercare di indebolire e delegittimare ciò che ritengo pericoloso, sperando di convincere qualcuno a non farsi trasportare senza opporre resistenza dalla corrente dell’”inevitabilità storica”. Comunque vadano le cose, i populisti saranno sempre più avvantaggiati in politica dei liberali, e nessuna istituzione politica o amministrativa ammetterà mai di aver fatto troppo, di aver troppo potere, di averlo usato male, di non saperlo usare, e di voler fare un passo indietro. L’unica alternativa è, come nella pubblicità progresso contro la droga, “just say no.”

Pietro Monsurrò

@pietrom79

ADDENDA – Mi è stato fatto notare che ho abusato di gergo tecnico che non padroneggio, parlando di Acquis Comunitario, l’insieme delle regole che valgono per gli stati membri, salvo deroghe, e che è frutto di molteplici fonti. Io intendevo dire soltanto che l’UE regolamenta e legifera su troppi temi, ma sarebbe stato decisamente meglio se avessi parlato soltanto di economia come promesso nel primo articolo della serie. [Ho anche modificato un orribile ‘Agraria’ con ‘Agricola’, che mi era sfuggito]

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