Segue da qui.
Che la sovranità interessi le classi dirigenti non deve stupire: è un eufemismo per ‘potere’, e che un politico voglia più potere non sorprende. Ma quali vantaggi porta la sovranità, e per quale motivo il cittadino dovrebbe desiderarla per i suoi politici?
Sovranità fiscale, ovvero danneggiare i giovani
La politica, soprattutto in paesi clientelari come l’Italia, tende a favorire gli interessi concentrati, di breve termine e organizzati contro gli interessi diffusi, di lungo termine e divisi. Il debito è un monumento alla miopia della politica e alla strategia elettorale di fornire benefici immediati e visibili a chi può votare, a fronte di costi futuri, nascosti, e a danno di chi non può difendersi.
Sovranità monetaria, ovvero danneggiare i risparmiatori
La politica monetaria trasferisce ricchezza dai detentori di moneta e dai risparmiatori verso i debitori, di norma lo Stato e le banche. Garantendo la continua disponibilità di liquidità a buon mercato, sabota gli incentivi delle banche a controllare i rischi, e fornisce ulteriori motivi ai governi per non fare le riforme. La ‘sovranità monetaria’, degli stati e della BCE, è facilmente abusabile. Vedremo nel prossimo articolo che ‘denaro’ a buon mercato, banche protette e stati irresponsabili hanno avuto il ruolo che zolfo, carbone e salnitro hanno nei fuochi d’artificio, ma lo spettacolo non è stato altrettanto bello.
Svalutazioni competitive, ieri e oggi
Per decenni in Italia abbiamo preso sul serio l’idea che i salari fossero ‘variabile indipendente’. La realtà è che un decennio di ‘bonaccia’ economica ha fatto aumentare il costo del lavoro senza alcun aumento della produttività, riducendo la competitività del paese. Per ‘risolvere’ il problema, i tre governi che si sono susseguiti hanno… aumentato le imposte.
Negli anni ’70 e ’80 l’Italia aveva gli stessi problemi: un sistema istituzionale debole e un mercato del lavoro rigido. La ‘soluzione’ trovata furono le svalutazioni competitive, cioè la svalutazione del lavoro degli italiani per ridurre i loro salari in termini di merci estere.
Negli anni ’70 si poteva forse capire che si facesse ricorso alla svalutazione: si faceva concorrenza agli altri paesi europei, e la differenza tra guadagnare (a prezzi di oggi) mille euro in Italia e mille e cinquecento in Germania non era enorme. I fan della svalutazione competitiva, cioè del procrastinare le riforme strutturali e sostituirle con espedienti da quattro soldi, non notano che oggi la concorrenza è con il Bangladesh, e ce ne vuole per rendere competitivi i salari italiani, quando la differenza non è il 50% ma il 500%: la concorrenza va fatta su capitale e tecnologia: non mezzucci, quindi, ma riforme strutturali.
Limitare la sovranitàSpunto Segni impercettibili di ottimismo economico globale (politica permettendo) Il 2020 dovrebbe averci insegnato quanto precarie siano le previsioni economiche. Il 23 febbraio, due giorni dopo la comparsa del primo caso di Covid-19 in Lombardia, il governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, profetizzava che «l’impatto del coronavirus sul Pil dell’Italia potrebbe essere di oltre lo 0,2 per cento». Durante le sue “Considerazioni finali”, a fine maggio, lo stesso governatore parlava invece di un arretramento del prodotto interno lordo del 13 per cento. Da quando la pandemia ci ha investito, le stime del suo impatto, per l’Italia, sono state costantemente riviste: al rialzo, per quanto riguarda la sua gravità. L’assurdità logica del comunismo Articolo scritto in occasione dei 100 anni della rivoluzione bolscevica del novembre 1917. Traduzione di Guido De Franceschi. Il centenario che commemoriamo questo mese, il solenne anniversario della rivoluzione bolscevica, è il centenario di un’assurdità logica e delle sue conseguenze. La presa del potere in Russia da parte dei bolscevichi è stata un caso, ma è stata interpretata come un destino. Quello che è avvenuto non era stato predetto proprio da nessuno, ma il suo prestigio si è basato sulla convinzione secondo cui si erano compiute le ben note predizioni scientifiche di Karl Marx. L’assurdità di queste contraddizioni costituiva la mistica bolscevica. E la cosa più assurda di tutte è che l’attrattiva di questa mistica si è rivelata straordinariamente grande. Il land grabbing è una seria minaccia per l’ambiente (e per i diritti umani) Sono 79 milioni gli ettari di terra fertile che multinazionali dell’agri-business e della finanza, investitori internazionali e Stati si sono accaparrati a danno delle comunità di contadini locali e dei popoli indigeni. Il fenomeno del land grabbing, cioè dell’appropriazione di enormi appezzamenti di terreno, è un fenomeno che da anni non percepisce crisi, ma che al contrario, nonostante il forte impegno dei movimenti ambientalisti e le promesse delle aziende europee, trova sempre più slancio. Dal 2008 a oggi è cresciuto del 1.000%, e a marzo 2020 erano 2.100 gli accordi firmati per attività riconducibili all’espropriazione di terreni. Nel Pd sono offesi (con Renzi) e rischiano di essere anche umiliati (da Conte) Il Partito democratico è diviso. Molti, soprattutto nei gruppi parlamentari, non vogliono morire per Giuseppe Conte e hanno capito che proprio Conte è un ostacolo per la governabilità del Paese, per cui si pongono il problema di cercare altre strade che salvino la legislatura e la faccia. L’Italia non può arrendersi al monopartitismo perfetto Conte-Salvini (l’alternativa c’è) Questa mattina mi son svegliato e ho effettuato un bonifico a Più Europa, uno a Italia Viva, uno ad Azione, uno a Base Italia di Marco Bentivogli e uno a Voce Libera di Mara Carfagna, lo schizofrenico nucleo liberal-democratico da cui l’Italia deve e può ripartire se non vuole arrendersi al monopartitismo perfetto del fronte sovranista-populista e dei suoi volenterosi complici. La democrazia non è più in pericolo, Bonafede è diventato garantista e il Pd è contento così La sintesi più efficace delle trattative in corso tra maggioranza, responsabili sempre meno volenterosi e costruttori sempre meno costruttivi, viene da un servizio del Tg3, andato in onda attorno alle 14.30 di ieri: «La nuova mano tesa dovrebbe arrivare da Bonafede, al lavoro in queste ore su una relazione che, come ha sollecitato il Pd, dovrebbe essere garantista, poco divisiva, proiettata sul futuro più che sulle guerre del passato, nodo prescrizione in testa». E già sull’immagine di un Alfonso Bonafede garantista si potrebbero scrivere libri, ma è ancora più significativo il fatto che appena finito il telegiornale, sullo stesso canale, il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, ospite di Lucia Annunziata a “Mezz’ora in più”, abbia tenuto a precisare che per il Movimento 5 stelle l’abolizione della prescrizione (parole sue, che per la precisione sono state: «Noi da gennaio abbiamo abolito la prescrizione») è proprio una medaglia, una cosa di cui andare orgogliosi, e dunque non si tocca. In pratica, almeno per il pubblico di Raitre, oltre che per il Pd, la svolta garantista di Bonafede è durata lo spazio di un intervallo pubblicitario. Perché l’inverno glaciale di gennaio conferma il climate change «Ma avete visto che nevicate record in Italia?». «Perché, a Madrid erano cinquant’anni che non nevicava così tanto, altro che riscaldamento climatico». In queste ultime settimane sono stati questi i commenti più comuni sui gruppi social di negazionisti del mutamento climatico. Anzi, ora non si fanno chiamare più negazionisti, bensì «realisti», coloro che osservano che tempo fa dalla finestra e poi vanno a scrivere un post aggressivo contro gli «allarmisti». Cosa c’è nel capitolo del Recovery Plan dedicato al lavoro Politiche attive del lavoro e formazione. Sono questi i due punti centrali del capitolo lavoro all’interno della missione “Inclusione e coesione” del Recovery Plan italiano approvato dal governo e ora al vaglio del Parlamento, prima di essere inviato a Bruxelles per il via libera da parte della Commissione europea. La moda stupida di definire “geni” le donne che scrivono libri normali Nell’ultimo film che diresse George Cukor ci sono i due modi in cui si può fare la scrittrice. È un film di quarant’anni fa, quando non solo erano solo due i modi, ma solo due erano persino i generi sessuali, quindi abbiate pazienza: sto per fare delle notazioni antiquate. In quel film lì Jacqueline Bisset è, delle due amiche, l’intellettuale. Quella che scrive un libro ben recensito e benissimo premiato, e poi le viene il blocco e si tormenta. Candice Bergen è invece quella che fa le cose che ci si aspettano (stiamo parlando del 1981, per carità: oggi no, oggi non esistono aspettative, giammai) dalle donne: sposarsi, figliare. Il ritratto psicologico di Putin nella video inchiesta di Navalny (in italiano) Nell’agosto 2020 Navalny è stato avvelenato dall’arma chimica Novichok, su ordine di Vladimir Putin. È sopravvissuto, è tornato in Russia ed è stato fermato direttamente all’aeroporto. Il 18 gennaio 2021 il tribunale ha deliberato in violazione della legge l’arresto di Alexey Navalny e l’ha rinchiuso nel carcere di detenzione preventiva Matrosskaya Tishina. Per il 23 gennaio alle 14 sono previste manifestazioni di protesta in tutto il Paese. La quarta gamba del governo Conte azzoppata dal giustizialismo grillino Ancora una volta, va detto come fatto oggettivo, la magistratura entra con tutto il suo peso in una delicatissima crisi politica che è ancora lontana dall’essere chiusa. Mentre la Calabria che va al voto nei prossimi mesi per rinnovare il consiglio regionale dopo la morte della governatrice Jole Santelli diventa un laboratorio politico, con Luigi de Magistris in pista appoggiato da una serie di mondi non lontani da quelli del procuratore Gratteri, ecco che da Catanzaro quest’ultimo bombarda l’Udc, il piccolo partito di centrodestra guidato fino a oggi da Lorenzo Cesa, raggiunto da un avviso di garanzia per associazione a delinquere aggravato dal metodo mafioso nell’ambito di una maxioperazione contro la ’Ndrangheta – che ha un nome fantastico, Basso profilo: agli arresti domiciliari anche Francesco Talarico, assessore al Bilancio della Regione Calabria e segretario regionale dell’Udc. Il Museo del ’900 di Firenze espone l’amore per l’Italia di Henry Moore Appurato che il giallo, insieme al grigio, è il colore del 2021, basta davvero un accenno alla tinteggiatura paglierina per riprendere a respirare? Almeno nel mondo dell’arte si direbbe di sì e pur escludendo il turismo – nota bene, le mostre si fanno più per i forestieri che per i locali – la Toscana gialla di questa settimana è pronta al nuovo via, alla nuova stagione espositiva. Sperando che a qualche genio non venga in mente di stoppare tutto un’altra volta, che togliere ai cittadini musei, teatri, cinema, scuole significa azzerare la cultura: un danno enorme, sociale ed economico. Ma che cosa abbiamo fatto per meritarci la trap? Secondo le previsioni più ottimiste, avrebbe dovuto durare poco. Quella strana miscela di ritmi minimalisti, voci distorte e lingua da pseudo-gangster di periferia che andava sotto il nome di “trap”, sembrava soltanto l’ennesimo sottoprodotto del mondo hip hop, vicolo cieco di una delle tante variazioni di un genere già in declino. Quelle previsioni purtroppo (o per fortuna, a seconda dei gusti) erano sbagliate. Parenti in lacrime e musica kitsch, con l’addio di Donald Trump finiscono gli anni Dieci Trump parte per la pensioneÈ andato via con la moglie mascherata da Audrey Hepburn e YMCA dei Village Voice dagli altoparlanti. E un discorso più da televenditore che da golpista e poca gente a salutarlo, tra loro i parenti. Sembrava il seguito del seguito del seguito di Nashville di Robert Altman; col candidato del Replacement Party diventato presidente sconfitto e in disgrazia (potrebbe interpretarlo il Tim Robbins di Bob Roberts, dopo tantissimi Big Mac). Per il segretario della Fim Cisl, serve più politica industriale e meno annunci «Abbiamo apprezzato molto che al secondo giorno di guida del gruppo l’ad di Stellantis Carlos Tavares non solo fosse in Italia ma abbia anche voluto incontrare i sindacati italiani». Il segretario generale dei metalmeccanici della Fim Cisl Roberto Benaglia ha appena concluso l’incontro di un’ora e mezza in videoconferenza con il ceo del neonato gruppo automobilistico nato dalla fusione di Fca e Psa, come chiesto dalle parti sociali. «È stato un incontro generale», spiega, «non siamo entrati nei dettagli, ma è una buona base di partenza». Ecco come la pandemia ha cambiato il mercato del lusso Secondo varie classifiche specializzate, tra cui quella tradizionale pubblicata da Forbes, le dieci persone più ricche del mondo non hanno affatto risentito della crisi Covid e, anzi, sono diventati ancora più ricche. Tuttavia questo non ha comportato un aumento dei consumi nel settore tradizionalmente destinato alle spese dei più ricchi: secondo Julie El Ghouzzi, direttrice del Centre du Luxe e professoressa di marketing del lusso alla Sorbonne Business School e all’Istituto di studi politici di Parigi, il lusso ha subìto in pieno gli effetti della contrazione dei consumi. Il giorno della democrazia e la fine del lockdown americano Il giorno dell’America, il giorno della democrazia. L’America è tornata, la notizia è questa. È tornata con un presidente degno di questo nome, Joe Biden, un presidente americano e non antiamericano come il predecessore in fuga in Florida al suono di My Way. L’America è tornata con una vicepresidente, Kamala Harris, che per la prima volta è donna e nera e soprattutto in gamba. Nel Pd alcuni (ma non troppi) cominciano a soffrire l’immobilismo di Zingaretti «Mi aspetto che il Partito democratico si assuma la responsabilità di una svolta e non si accontenti di una governabilità fine a sé stessa. Spero che qualche timidezza di troppo con i nostri alleati sia dettata solo dall’emergenza». Si sa che Tommaso Nannicini – senatore del Partito democratico sempre molto autonomo – ha votato la fiducia “per disciplina di partito” e certo anche perché contrario a una crisi: e però non è solo lui a reclamare una discussione un po’ meno legata alla contingenza. Perché non è rimasto più nulla del Partito Comunista Italiano Del PCI, del grande partito nazionale di Gramsci e di Togliatti, onestamente mi pare sia rimasto ben poco. L’elenco di ciò che oggi manca, nella sinistra e più in generale nella politica italiana, è piuttosto desolante: il radicamento di massa, capillare, nei quartieri, nelle scuole e nei luoghi di lavoro, e dunque la partecipazione collettiva alla discussione, l’appartenenza, la condivisione; la militanza volontaria, il gusto dell’incontro con la gente in carne e ossa, la passione per il confronto; un’organizzazione ramificata ed efficiente, che consente al vertice di raggiungere agevolmente la base, e alla base di farsi sentire dai vertici; lo studio della storia, «matrice – diceva Togliatti – di tutto ciò che gli uomini sanno e possono sapere», e la conoscenza approfondita delle condizioni reali di vita, della struttura sociale, dei flussi di opinione; la capacità non soltanto di produrre cultura e di dialogare con il meglio dell’intelligenza nazionale, ma anche, e soprattutto, di costruire un’egemonia – oggi diremmo di condizionare l’immaginario collettivo – e di tradurla in consenso; la vocazione all’accordo, alla mediazione, al compromesso come unica chiave possibile per ottenere risultati concreti; il rispetto profondo per gli umili e, al tempo stesso, la convinzione condivisa che il popolo vada educato, formato e diretto, e non certo seguito o subìto; e infine, e soprattutto, la capacità di coltivare una visione complessiva dello scenario in cui ci si muove, di bilanciare il vantaggio della propria parte con l’aspirazione a rappresentare la società intera, e insomma l’ambizione di parlare ogni volta del Paese al Paese. La fila degli eurospasimanti che l’Ue non vuole (ancora) far entrare Nei primi anni Duemila in Europa – intesa sia come Unione europea (allora composta da quindici Paesi) sia come generico insieme delle comunità nazionali o subnazionali che si sentivano volenterosamente parte del vecchio, caro continente – c’era una enlargement fever che pareva inestinguibile. L’avanspettacolo del Senato, un voto di fiducia sceneggiato male e recitato peggio Quando nel mio schermo irrompe l’avanspettacolo del Senato, sono immersa da ventiquattr’ore in Yasmina Reza. Oggi esce in Italia (lo pubblica Adelphi) “Anne-Marie la Beltà”, il monologo d’un’anziana ex attrice leggendo il quale non ho, lo giuro, pensato neanche una volta a Matteo Renzi o a Giuseppe Conte. Al massimo ho pensato a “La valigia dell’attore” di De Gregori («Eccoci qua: siamo venuti per poco, perché per poco si va»). L’ultimo tango a Washington di Trump, con gelosia finale per Lady Gaga che canta con Biden Trump soffre per Lady GagaLa Guardia nazionale ha chiuso i ponti che collegano la capitale con la Virginia. Nel centro del District of Columbia molti palazzi e negozi sono barricati, con tavole di legno inchiodate. I soldati arrivati a proteggere l’insediamento di Joe Biden e Kamala Harris sono più di 25 mila; tra loro ci potrebbero essere golpidioti delle milizie suprematiste, o di QAnon. Con il voto in Senato la crisi di governo potrebbe essere chiusa, quella politica ancora no L’operazione Conte non ha funzionato. Da Palazzo Madama ieri sera è uscito un governo già vecchio, malandato, incespicante su numerini che lo inchiodano a essere minoranza al Senato: il Conte 2 bis, o Conte bis bis, ha incassato la fiducia con soli 156 voti (contrari 140): è pienamente legittimo ma è fragile come un vetro di Murano. La crisi formale forse è chiusa, politicamente no. Il governo Conte ottiene la fiducia, ma con Berlusconi badante Donald Trump se ne va, Vladimir Putin prima ha avvelenato e poi arrestato il suo oppositore Navalny, Giuseppe Conte si è salvato anche col voto della segretaria particolare di Berlusconi, Maria Rosaria Rossi, nuova pasionaria di Marco Travaglio, e di altri forzitaliani (oltre che di Lady Mastella). Governo M5s-Pd-LeU di minoranza, con badante Berlusconi. Centocinquantasei voti a favore di Conte, compresi tre senatori a vita e due indecisi fino all’ultimo secondo, Campolillo e Nencini. Centoquaranta i voti contrari. Sedici gli astenuti. Durerà? Perché “l’ultima volta” di Kobe non è stata come tutte le altre Iniziano così tutte le ultime volte. Le ultime trasferte in ogni città, le ultime sfide con le varie franchigie NBA, contro ognuna delle quali Kobe ha segnato quaranta punti almeno una volta, unico nella storia oltre a Bob Pettit a riuscirci. Più significativo di altri è forse l’ultimo incontro con gli storici rivali di Boston, contro cui Kobe segna trentaquattro punti, comunque insufficienti a evitare la sconfitta. L’incredibile capacità di resistenza delle librerie nell’anno della pandemia Il Covid non ha colpito in modo uguale il mondo della cultura. Se i cinema hanno registrato un crollo degli incassi (diminuito del 72%) e il fatturato dei professionisti dello spettacolo è stato quasi azzerato, il settore dei libri esce dal 2020 quasi senza problemi. Un mezzo miracolo. I giovani italiani lavoreranno sempre di più per guadagnare ancora poco «Lo scopo del lavoro è guadagnarsi il tempo libero», come diceva Aristotele la storia dell’umanità è stata sempre anche questo, una lotta per rendere la vita meno dura, il tentativo di rendere non solo più remunerative ma anche meno faticose le ore di lavoro, meno lunghe, quello di allungare il tempo da dedicare alla famiglia, ai rapporti, allo svago, di migliorarlo anche qualitativamente. Conte avrà la sua maggioranza (forse), l’Italia avrà un governo più debole Da stasera l’Italia avrà un governo più debole. Vedremo i voti al Senato che saranno sotto la maggioranza assoluta. Ma al di là della fragilità numerica, già in parte evidenziata dal grande tabellone elettronico che sovrasta l’emiciclo di Montecitorio quando è apparsa la scritta “favorevoli 321″ (6 voti in più della maggioranza, non è un granché) il Conte 2 bis – o Conte bis bis – si è politicamente infragilito con la rottura con Italia viva e il salite a bordo dei già leggendari Costruttori, aggregazione di vecchie volpi e nomi sconosciuti, fuoriusciti ed eletti all’estero che da domani potranno chiedere qualunque cosa a un avvocato convinto di aver vinto la causa. Trump fa le valigie e pensa chi perdonare prima della partenza, forse sé stesso Trump sceglie chi perdonareIeri, mentre il Campidoglio di Washington veniva sorvegliato da più militari di quelli che sono ora Afganistan, Iraq e Siria messi insieme, il presidente uscente decideva quali finanziatori suoi e clienti dei suoi avvocati perdonare prima della partenza. C’è suspence fino a domani sera (poi parte e si insedia Joe Biden). Si prevedono cento e più perdoni presidenziali. Donald Trump e i suoi avvocati ne hanno fatto l’ultimo business del mandato. Trump chiede fondi per la sua biblioteca presidenziale (vabbè), gli avvocati incassano con la promessa di convincerlo a graziare truffatori, omicidi abbienti, un whistleblower della Cia e il fondatore di Silk Road, primo mercato nero del Dark Web. L’evoluzione europeista dei nostri Jake Angeli a cinque stelle, e altre balle Non si tratta né di fare i pignoli né di fare gli incontentabili. Si tratta del fatto che la democrazia si fonda sul dibattito pubblico. E quando al trasformismo parlamentare si accompagnano camaleontismo politico e relativismo lessicale in dosi così massicce, trasformando la discussione in una palude in cui tutte le idee, ideologie e idiozie possibili si confondono in un’unica poltiglia, la sola battaglia che ha veramente senso combattere è quella per il significato delle parole. Salviamo il pianeta da negazionisti e anticapitalisti Quando mi sono messo a scrivere l’articolo di presentazione di Greenkiesta, il nostro nuovo quotidiano digitale dedicato ai temi del pianeta, dell’ambiente e dell’innovazione, che si aggiunge a Europea, Gastronomika e Il lavoro che verrà, ho pensato che la cosa migliore fosse riproporre il mio primo editoriale scritto per Linkiesta il 24 settembre 2019. In quel primo articolo per questo giornale c’erano già tutte le ragioni per cui, un anno dopo, abbiamo deciso di occuparci in modo più sistematico di questi temi. L’album-epitaffio del 2016 è proprio un’uscita di scena à la Bowie “Blackstar” esce l’8 gennaio 2016, il giorno del 69esimo compleanno di David Bowie, due giorni prima della sua morte. Sono entrambi eventi non annunciati, imprevisti, sorprendente il primo, scioccante il secondo. Sicuramente, magnificamente orchestrati. Un’uscita di scena da artista consumato, articolata su tre livelli che sono il risultato di un ultimo anno di lavoro intenso, in condizioni estreme, con una determinazione feroce a portarli a termine: un album decisamente innovativo, “Blackstar”, nel quale ancora una volta Bowie va in cerca di nuovi territori; uno spettacolo teatrale, “Lazarus”, che ripercorre in tempi moderni la fantascientifica favola di Anthony Newton, l’uomo che cadde sulla terra; infine, due video tratti dall’album, “Blackstar” e “Lazarus”, che racchiudono una tale messe di simbolismi da riempire pagine su pagine di commenti e ipotesi. Ecco come funziona la lobby internazionale contro la corruzione Prima di fine anno l’Ocse, l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, ha organizzato l’International Anti-Corruption Day per mettere la lotta contro la corruzione al centro delle varie iniziative dei governi. È un problema spinoso e importante. È una delle grandi priorità, perché la corruzione per tutti i Paesi rappresenta una delle maggiori minacce alla crescita economica, mina i valori della democrazia, ed è una delle cause non secondarie delle disuguaglianze sociali. Calenda non sa che “I promessi sposi” li ha scritti Mastella (per non parlare della bufala) Ognuno ha il suo punto di rottura, e per Filippo Ceccarelli fu la bufala. In quella summa del Novecento e dei suoi strascichi che è “Invano” (pubblicato da Feltrinelli), Ceccarelli ricostruiva un giorno in cui, durante il secondo governo Prodi, il suo giornale l’aveva mandato a seguire un vertice di maggioranza che si teneva nelle stanze dell’Udeur, il partitino di Mastella. I cosiddetti Florida Men (maschi bianchi disturbati che fanno cose strane) attendono il loro guru Trump e il Sunshine StateDal secolo scorso, il South Florida ospita ex capi di Stato controversi (eufemismo), politici e militari a cui è andato male il golpe, speculatori immobiliari, tossicodipendenti, riciclatori a vari livelli, rattusi seriali alla Jeffrey Epstein, e maschi bianchi disturbati che fanno cose strane, detti Florida Men. Conte non riesce nemmeno a far entrare al governo Mastella, potrà mai rilanciare l’Italia? Uno che non riesce nemmeno a far entrare Clemente Mastella al governo, fallendo un rigore senza portiere, come può scrivere un Recovery plan che non sia respinto dalle istituzioni europee; come può organizzare una campagna di vaccinazione nazionale per immunizzare il paese; come può, insomma, rimettere in carreggiata l’Italia che sotto i suoi occhi è prima per numero di morti, per misure restrittive e per decrescita economica? Cari senatori a vita, caro senatore Monti, fate sentire la vostra voce sull’inadeguatezza di Conte Domani al Senato si decide se continuare l’esperienza di governo Conte, con gli attuali ministri – o al massimo con due o tre nuovi per sostituire i dimissionari di Italia viva (e per dare poltrone ai costruttori): il sostegno sarebbe garantito da Cinquestelle, Partito democratico e Liberi e Uguali, oltre che, appunto, dai costruttori. Per memoria, la maggioranza assoluta è 161 voti e la somma di Pd, Cinquestelle e Leu fa 133. Ne mancano 28, cioè esattamente l’80% del numero totale dei senatori del Pd, partito che ha tuttavia la metà dei ministri nel governo. Ne daranno una quota analoga ai costruttori? Vedremo. Prodigi della matematica parlamentare. La teologia dopo Auschwitz, secondo Johann Baptist Metz Pubblichiamo in anteprima un estratto dell’articolo “Auschwitz, il trauma contingente. L’opera di Johann Baptist Metz (1928–2019)” di Andreas R. Batlogg S.I., che compare sul prossimo quaderno della rivista La Civiltà Cattolica. Metz non è solo una città francese sulla Mosella, ma anche il nome di un teologo tedesco che ha acquistato una fama mondiale: Johann Baptist Metz. Il suo nome è associato a espressioni chiave potenti come «la nuova teologia politica», «la teologia dopo Auschwitz», «compassione», «mistica degli occhi aperti», memoria passionis. I cinque punti di Base Italia che un governo capace affronterebbe subito Avere un governo non è sufficiente. In un momento drammatico come questo «bisogna avere una compagine che si occupi di governare l’emergenza con provvedimenti efficaci e che prepari il rilancio del Paese». È la posizione espressa da Base Italia, associazione fondata da Marco Bentivogli, ex segretario dei metalmeccanici Cisl, e dal filosofo e accademico di Oxford Luciano Floridi, che in un comunicato chiedono «un governo all’altezza della situazione». Melania sta preparando il trasloco, all’insaputa di Golpidiota in Chief Trump, presidente della Worst Generation«Questi baby boomers, ora a fine carriera, sono validi contendenti per il titolo di Worst Generation. Come peggior presidente ci sono altri candidati. Ma non ce ne sono molti che abbiano litigato così tanto e chiarito cosi poco, o presieduto a così tanta decadenza istituzionale». La cupezza e l’ansia degli ultimi giorni di Donald Trump vengono ogni tanto rischiarate da veri sprazzi di intelligenza, o almeno da buone idee per prendersela con qualcuno. Non solo con Trump. Con tutta la sua generazione di baby boomers, nati tra il 1946 e il 1964, vissuti – in occidente – meglio di chiunque altro nella storia umana. Così l’impresa della grande Inter sollevò l’umore del giovane Mughini A metà degli anni sessanta c’è stato un giorno della mia vita di studente poco più che ventenne in cui tutto stava andando paurosamente storto, non fosse intervenuta la bellezza del calcio a salvarmi. C’era che nel pomeriggio avevo sostenuto un esame complementare, l’esame di Lingua e letteratura russa, ed ero furibondo dall’averne avuto un ventinove, un voto che ritenevo ingiusto e insufficiente. Perché il nostro Recovery Plan (così com’è) non sarà finanziato dalla Commissione europea Il Recovery Plan italiano appena approvato non ha alcuna possibilità di essere finanziato dalla Commissione europea, perché non rispetta nemmeno alla lontana le linee metodologiche e gli obiettivi che l’Unione impone per accedere al fondo. Un patto di legislatura responsabile, senza Conte e Casalino La Scilipoti week è cominciata. Giuseppe Conte è andato al Quirinale a ribadire che non rinuncerà al biglietto della lotteria vinto nel 2018 né alla congiunzione astrale che l’ha incomprensibilmente tenuto a Palazzo Chigi col cambio di maggioranza del 2019. Conte cercherà deputati e senatori responsabili, responsabilissimi almeno quanto i colleghi americani che pochi mesi hanno preferito non rimuovere Trump dalla Casa Bianca per non interrompere l’emozione del Cialtrone in Chief al governo, con i risultati ormai noti. Renzi ha tirato troppo la corda, governo in cerca di nuovi Scilipoti a rotelle Pare si veleggi verso il Conte2 bis, che non è un comma ma un governo, quello attuale ma senza le ministre di Italia viva, il partito di quel Matteo Renzi che rischia come quello che andò per suonare e fu suonato. Perché la Nike rischia di non essere più credibile Di fronte ai primi rivolgimenti introdotti dal digitale la risposta della Nike era stata netta: puntare su autenticità e identità. Dodici anni dopo la prima è ancora viva, ma l’identità è in crisi. Per il brand di articoli di abbigliamento sportivo più importante del mondo, la situazione non è semplice. Alle complicazioni della pandemia, che ha imposto chiusure forzate dei negozi con conseguenti crolli nelle vendite, si sono sommati nuovi e radicali orientamenti nelle scelte dei consumatori. Alla società rimane una sfida impossibile: far quadrare i bilanci, mantenere fede al proprio marchio e cercare di andare incontro alle nuove richieste della clientela. Non si sa se ce la farà. Il Financial Times se lo chiede in modo esplicito: “Can Nike Keep Its Cool?”. Il giallo a chiave che racconta la politica italiana degli anni Novanta Domenica, 7 febbraio 1993. Già vicepresidente e presidente della commissione probiviri regionali del Partito Comunista lombardo, da quattro anni Mario Cavenaghi ha preferito andarsene a Lugano con la famiglia a fare l’ingegnere e basta: per tagliare i ponti «con Milano, con il partito, con le vicende di una politica a lungo, per più di trent’anni, padrona quasi assoluta della sua vita». Cala la produzione industriale: l’Italia tra le peggiori in Europa Il Covid-19 continua a pesare sulla produzione industriale italiana, ben oltre le attese degli analisti. Mentre nell’area euro a novembre 2020 si registra un aumento del 2,5% e nella Ue del 2,3%, gli ultimi dati Istat indicano invece nel nostro Paese una diminuzione dell’1,4% rispetto a ottobre. Impeachment, la settima bancarotta di Trump e altre cose degli ultimi giorni dell’incubo americano Nel giorno del secondo impeachment, Trump è rimasto alla Casa Bianca. Ha parlato al telefono più del solito perché è stato cacciato da tutti i social network, e non è ricomparso su Gab e altre piattaforme di estrema destra che lo avrebbe preso solo perché il genero si è messo di traverso. I commentatori parlano di «quasi invisibilità sociale nel momento più pericoloso della sua presidenza», e quasi nessuno pensa sia un male. La crisi c’è ma nessuno sa come uscirne, né chi l’ha provocata né chi l’ha subita Non è bastata la giravolta di Giuseppe Conte per addomesticare Matteo Renzi. Due giorni fa aveva chiuso le porte, ieri le ha riaperte seppure in modo da far invidia a Bisanzio. Né è passata la mediazione – senza tanta ciccia, per la verità – del Nazareno. E ora è tutto in alto mare, nella disperazione dei parlamentari di ogni tipo e colore che sono costretti a prendere in considerazione che la strada delle elezioni, pur non voluta da nessuno, torna a farsi minacciosa. Conte, Trump e la fine dell’impunità di gregge Chissà come andrà a finire. Probabilmente malissimo, visti i protagonisti buoni a nulla e capaci di tutto che ci ritroviamo, ma intanto Matteo Renzi continua a dare le carte e a portare tutti a passeggio in una legislatura talmente stracciona da essersi automutilata in doppia lettura e al suono della fanfara. L’alleanza contro gli stronziÈ arrivato il momento di un partito riformista alternativo ai sovranisti e ai demogrillini Tocca ai riformistiI costruttori temporeggiano per capire se crollerà il castello di carte di Conte Tratto da una storia veraI navigator di Di Maio scioperano contro il governo Conte (what a time to be alive!)
La libertà è l’insieme dei limiti al potere, soprattutto il potere politico, il più vasto e pericoloso. La sovranità è quindi un concetto di cui diffidare, che sottende una visione assolutistica del potere.
Sul lato fiscale è auspicabile che l’UE non possa indebitarsi, come è auspicabile che non possano, o possano farlo limitatamente, gli stati membri: la crescita non ne risentirà negativamente, perlomeno nel lungo termine, e ammesso che ci siano benefici di breve termine nella politica fiscale, con una posizione debitoria ragionevole la libertà di manovra per politiche anti-cicliche rimarrebbe. Inoltre l’UE non deve garantire i debiti nazionali, pena il ripetersi della precedente bolla speculativa sugli spread nel prossimo futuro.
Sul lato monetario occorre limitare la ‘sovranità’ della BCE: è stato l’euro ad aver creato gli squilibri che hanno portato all’attuale crisi. Il potere monetario, come quello fiscale, va vincolato nell’interesse dei cittadini, e contro l’interesse delle classi dirigenti. Per capire questo punto occorre chiedersi se però l’euro potrà mai funzionare, che è l’argomento del prossimo articolo. La risposta è purtroppo affermativa tecnicamente e probabilmente negativa politicamente.
Pietro Monsurrò
Pietro Monsurrò
@pietrom79
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