Appuntamento alle dieci alla Stazione Centrale. Io e il mio amico Sacchi, pochissime ore di sonno alle spalle, siamo saliti in motoretta e abbiamo raggiunto il Portello, per nasare il nuovo PD, all’assemblea nazionale che ha incoronato Renzi segretario. Ecco una piccola lista di cose osservate e fatte.
– Ho visto duemila persone in sala. Mica male. Vitalità ed energia da non perdere.
– Ho visto tante, ma tante copie de L’Unità appoggiate sulle poltroncine, come non mi accadeva da qualche 25 Aprile: erano gratis, infatti.
– Ho visto il declino del potere: Franco Marini era seduto in diciottesima fila, da solo, e nemmeno una foto, o un abbraccio. Ho pensato che se io e Sacchi avessimo avuto due deleghe avremmo pesato il doppio di lui, politicamente. Noi sei mesi fa eravamo noi, lui è stato Presidente della Repubblica per mezza giornata.
– Ho visto Sergio Cofferati aspettare un taxi, solo anche lui, con le mani dietro la schiena.
– Ho visto D’Alema fare ottocento foto. Quasi tutte ragazze.
– Ho visto Veltroni fare ottocento foto. Quasi tutte ragazze.
– Io e Sacchi abbiamo cantato l’inno nazionale.
– Ho visto Bersani abbracciare due ragazzi giovanissimi, piacentini, che gli hanno detto che gli dispiaceva che non era più segretario. L’ho visto commuoversi. Mi son commosso anch’io.
– Letta ha le stesse brache beige di Obama. Quando ha scosso sul populismo, i forconi e l’antisemitismo mi è piaciuto tanto.
– Non ho visto che cravatta avesse Cuperlo perché ero un attimo al bar, durante il suo intervento. Mi piacciono molto quelle di lana a righe. Non ho visto Civati e nemmeno Pittella.
– Renzi è stato sobrio. Ha detto una cosa emozionante sullo ius soli e una vaga sul lavoro; bellissimo il passaggio sull’incontro con Landini: “quando parlate in inglese di lavoro” gli diceva Landini “la gente intuisce la fregatura”. Il compito è difficile, ma se resta questo spirito può farcela.
– Stefano Boeri ha fatto un discorso bellissimo su cultura e partecipazione. E’ una risorsa che il PD, e Milano, non possono trascurare.
– Fare il cronista parlamentare è massacrante. Divertente ma massacrante. Non fa per me.
– Ho visto tanti giovani sindaci e amministratori locali, ragazze e ragazzi che vogliono cambiare l’Italia e ci provano nei loro territori, spesso senza una lira. Hanno parlato per ultimi, con la sala mezza vuota ed orfana di big. A Renzi consiglio di ribaltare l’ordine degli interventi, la prossima volta. Quattro minuti a testa per loro, il più possibile, e alla fine i dirigenti. Sarebbe una piccola rivoluzione.
– Tornando ho dato uno strappo in motorino ad un giornalista socialista e lucano di settant’anni, che non sapeva dov’era Piazza Duomo e che ha passato tutto il tragitto a parlare male di D’Alema. Alla fine tifavo D’Alema.