Il caffè è il buongiorno della giornata incipiente, il corroborante dell’alba del nuovo dì per noi che, assonnati e frastornati dai residui del sonno notturno, ci svegliamo con quella nebulizzazione capricciosa e divertente di schiuma che si arriccia nella nostra tazza.
Lo ha capito bene l’americano Mike Breach, barista e illustratore di New York, che crea volti di un’effimera esistenza sulla superficie delle tazzine di caffè; volti che vivono la spazio di qualche breve secondo per poi sparire nel vortice del cucchiaino di zucchero, inghiottiti dal sorso di labbra madide di crema caffeinica.
Certo, questa creatività si esprime al bar con macchine sofisticate che possono aiutare a realizzare l’opera, ma a casa, con gli strumenti casalinghi a disposizione e una manciata di minuti, cosa possiamo ottenere?
Possiamo solo lontanamente sperare di avvicinarci alla cremosità della schiuma che fa di quel barrettino il nostro preferito?
Forse sì, perché, neanche a dirlo, ci viene in aiuto la scienza, quella vera e seria, per una volta prestata ad appagare il palato di esigenti consumatori.
E sono le industrie alimentari gli sponsor di queste ricerche finalizzate a rendere compatta e cremosa la schiuma di caffè o le mousse di altri prodotti dolciari.
Quindi esce alla scoperta della quotidianità mattutina la fisica, quella dei nostri incubi scolastici che si rivela con gli esperimenti a gravità zero, attraverso industrie alimentari.
Infatti Nestlè ha coinvolto i propri scienziati del Centro di Ricerca in Svizzera e l’Agenzia Spaziale Europea – ESA – per creare la bolla “perfetta” nei suoi prodotti.
“Vogliamo avvicinarci alla creazione della bolla d’aria “perfetta”, non troppo grande e non troppo piccola, per raggiungere il giusto equilibrio per i nostri prodotti. Una schiuma ferma nella mousse al cioccolato, ad esempio, dona una sensazione di cremosità in bocca. Per rendere buona la schiuma del caffè, invece, vogliamo creare piccole bolle d’aria, ferme e stabili, per renderla leggera e cremosa” commenta la Dottoressa Gehin-Delval, scienziato del Centro di Ricerca Nestlé.
Perché si testano esperimenti che coinvolgono nientemeno che la gravità o meglio l’assenza di essa, chiediamo a Nestlè?
“Perché questa condizione permette alle bolle di diffondersi uniformemente piuttosto che fluttuare verso l’alto. In presenza della gravità, invece, la schiuma non è ferma perché il liquido tra le bolle scivola verso il basso e lo strato liquido tra le bolle d’aria, se molto sottile, si può rompere facendo sgonfiare la schiuma.”
Come si è svolto l’esperimento?
A bordo dell’airbus A300 sponsorizzato dell’Agenzia Europea Spaziale gli scienziati Nestlè hanno posizionato sei campioni da 5ml d’acqua e proteine del latte in una macchina speciale che analizza la struttura della schiuma. Volando ad un’altezza di 8500 metri, l’aereo effettua circa 30 parabole verso l’alto e verso il basso, creando in tal modo un’assenza di gravità all’interno della fusoliera.
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“L’effetto di questi voli è paragonabile a quello delle montagne russe. Ogni parabola dura almeno 20 secondi e crea la situazione di assenza di gravità. In questi brevi momenti studiamo da vicino la proteina del latte per vedere se produce schiuma e per capire quanto sono stabili le bolle”, spiega la Dottoressa Cécile Gehin-Delval.