Vedi Napoli e poi muori: vista la classifica del Sole 24 Ore, che piazza all’ultimo posto il capoluogo partenopeo, sarà veramente così – visto il tempo che ci vuole, 107o com’è, non darei torto proprio a nessuno volesse farsi un pisolino nel frattempo. Al primo posto, c’è il Trentino Alto Adige, freddo, puntualissimo con i suoi servizi e con una spesa che corrisponde perfettamente ai bisogni dei suoi cittadini. Qui al Sud, invece, le cose vanno diversamente: a Napoli si aprono nuove stazioni della metropolitana (vedi da ultimo quella di Piazza Garibaldi, impensabile successo dopo anni di attesa) mentre le strade crollano. Ed è colpa delle amministrazioni, di anni di politica malsana e di soldi buttati via; di appalti subappaltati, di gente che ha lavorato non avendo nemmeno le referenze per farlo, e della storia. Storia che, alla fine, oltre al danno, fa pure la beffa: perché non basta un passato di ruberie e accanimento, ora il Sole 24 Ore dà pure il cartellino rosso a Napoli.
E sulla questione servizi sarà pure così (e chi dice il contrario!); attenzione però a fare di tutta l’erba un fascio, a dimenticare che, trasporti a parte, c’è anche una cosa che di Napoli è innamorata: e questa cosa è il turismo. Pure qui, andiamoci cauti: non è che Napoli sia la prima città in Italia per visite straniere o del resto dello Stivale, ma la vita, qui, costa di meno: si cammina, si sta bene, si conosce e si vede. Napoli è un agglomerato di strade e di storia, strati su strati, racconti su racconti. E poi c’è tutta la questione dell’ospitalità: a Napoli, sei a casa. In Trentino non lo so – e non lo so veramente.
Il Sole 24 Ore, che fa – com’è giusto – solo il suo mestiere, tira le somme su questioni importanti: questioni che fanno di una metropoli (perché è di questo che a breve si parlerà) una grande metropoli. E se non nel mondo, almeno in Italia. Tutti gli investimenti (mai andati a buon fine), le leggi speciali (per una situazione assurdamente ordinaria) e le retate anti-crisi nel Sud sono pure, a modo loro, madri di questa situazione: al Mezzogiorno poco, troppo poco; e ora ci si stupisce se, dopo anni di sedimentazione di cattiva gestione della cosa pubblica, s’è arrivati a questo. In Trentino ci sarà pure la qualità di vita migliore e chi dice il contrario. Ma io a «cento giorni da pecora» e «uno da leone», preferisco «cinquanta da orsacchiotto». E li preferisco tutti qui, a Napoli.