Fare le cose in grande, avere il coraggio di compiere scelte innovative e di portare in teatro spettacoli che abbracciano linguaggi differenti. Una scelta lodevole, e soprattutto, per quanto riguarda il Crt Triennale Teatro dell’Arte, una responsabilità motivata dalla consapevolezza della propria specificità rispetto alle altre sale milanesi. Certo, perché il Teatro dell’Arte è in un museo, si trova all’interno della Triennale di Milano, sede del design e di esperienze di arte contemporanea. Il cartellone della sala del Crt Teatro dell’Arte, infatti, presentato venerdì a Milano in conferenza stampa, è lontano dalle regole abituali che guidano la proposta di un programma da parte di una sala teatrale. Qui l’aspetto fondamentale è la convivenza e la co-partecipazione con le altre sale del museo, da cui non si può prescindere: il risultato è una libertà artistica rispetto agli altri teatri che dà fiato, che non accetta compromessi e non vuole scendere a patti col pubblico. Qui si fa ricerca, e non si accettano programmazioni troppo a lungo termine: “non vogliamo avere vincoli, inseguiamo la massima libertà di azione e di scelte, quindi stabiliremo volta per volta ciò che sarà programmato in sala”. Una musica diversa da chi gira, come me, in questi giorni, per sale teatrali milanesi a sentire futuri cartelloni già preparati e pronti. Non che sia meglio o peggio seguire uno o l’altro modo, sia chiaro, sono solo diverse esigenze e scopi. Il Crt Teatro dell’Arte sarà sempre aperto anche durante l’Expò, ma i programmi saranno noti poco per volta.
Se seguiranno la promettente partenza prevista per maggio, giugno e luglio, sarà un ottimo risultato: in programma sei spettacoli, dal 13 maggio al 29 giugno, tutti distanti dal repertorio più comune.
Si parte con Paolo Rossi, che dal 13 maggio all’8 giugno porta in scena “Il colore è una variabile dell’infinito. Storia di lambrette, rose e matematica”. Si tratta di un “varietà teatrale” che è il risultato del lavoro di Roberta Torre, nipote di Pier Luigi Torre, l‘ingegnere che cinquant’anni fa inventò la Labretta, con Renata M. Molinari, che ha scritto i testi e le musiche. Paolo Rossi diventa un Pier Luigi Torre reso dopo un attento studio di documenti d’epoca, ricordi e testimonianze ricercate e ritrovate: “non è uno spettacolo su una bibliografia –dice Paolo Rossi-, sarà un lavoro onirico e visionario”. Su una ricostruzione filologicamente realista, si aggiungono la poesia dell’arte e della musica, che interviene per dare ancora più senso e valore alla vita di Torre, simbolo anche dell’aeronautica militare e del progresso tecnologico italiano durante il fascismo. Dopo Paolo Rossi e dopo il lungo weekend (venerdì 23-domenica 25 maggio) in cui lo stesso esercito di 100 violoncelli che aveva invaso il Teatro Valle occupato darà vita a Milano ad una tre giorni di esperimenti musicali per adulti e bambini (il “Festival dei 100 violoncelli” orchestrato da Giovanni Solima ed Enrico Melozzi), dal 22 maggio al 15 giugno, arriva al Crt il documentario di Felice Cappa “Il ventre di Palermo”, per rendere omaggio alla memoria di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino in occasione della Giornata della Legalità. Si attende dal 12 al 15 giugno il film di Giada Colagrande sulle prove dello spettacolo di Bob Wilson con Marina Abramovic, “Robert Wilson’s Life and Death og Marina Abramovic”. Si continua con la danza, dal 27 al 29 giugno con “Other myths”, di Joan Bokaer, il trentenne coreografo e media artist che si esprime tra performance, elettronica e danza. Dal 31 maggio al 6 luglio, ogni giovedì, sabato e domenica, il Giardino della Triennale sarà animato dai burattini di Daniele Cortesi.
Triennale di Milano, viale Alemagna 6, Milano
02-72434258, www.crtmilano.it