Vanilla LatteFrozen. Il progetto di Niki Feijen, fotografo dei luoghi abbandonati

Quasi sempre, la sensazione è la stessa. Di fronte all'immagine di un luogo in stato di abbandono, ma conservatosi nel tempo, l'impatto è ogni volta il medesimo. Si tenta di viaggiare, almeno con l...

Quasi sempre, la sensazione è la stessa. Di fronte all’immagine di un luogo in stato di abbandono, ma conservatosi nel tempo, l’impatto è ogni volta il medesimo. Si tenta di viaggiare, almeno con la mente, indietro nei mesi, negli anni, nei decenni, con l’obiettivo di immaginarsi come fosse, quella location, quando era abitata, operativa, frequentata. In assenza di una documentazione visiva di come fosse ai tempi d’oro, si usa l’immaginazione, per fare emergere ricordi, e per effettuare il paragone tra il passato e il presente, tra ciò che era e ciò che è, o meglio, ciò che non è più. Tutto questo, ovviamente, accompagnato da un forte senso di malinconia, di solitudine, di nostalgia, quel genere di emozioni che solo i luoghi abbandonati sanno trasmettere.

È probabile che sia anche questo, almeno in parte, ciò che ha spinto il fotografo olandese Niki Feijen a realizzare il suo ultimo progetto, che lo ha portato in otto diversi Paesi europei, nell’arco di un anno e mezzo, per immortalare la particolare bellezza di strutture abbandonate. Una bellezza maledetta, malinconica e ipnotica. Immagini mozzafiato, che saranno raccolte in un libro di 184 pagine di prossima uscita dal titolo “Frozen” (“Congelato”, appunto) di posti che un tempo avevano vita, e che oggi sono popolati da erbacce, ruggine, animali selvatici, polvere. E perché no, per chi ci crede, forse anche spettri e spiriti. Location ideali per film horror, che farebbero invidia a Raccoon City e Silent Hill.

Il menù è alquanto ricco. Nella lista degli scatti di Feijen c’è un lussuoso castello abbandonato in Belgio, ci sono le rovine di un altro, in Francia, c’è una chiesa dell’ottocento. E ancora un albergo a cinque stelle, una prigione, una fabbrica. Uno studio veterinario, ancora dotato di prodotti; un parco acquatico, che non vede più l’acqua da qualche decennio; un parco di divertimenti; una sala da ballo a Versaille. La chiesa dei “nove fantasmi”. Senza dimenticare l’orfanotrofio, l’ospedale, e il manicomio. Persino un treno e un cinema. Luoghi diversi, alcuni decadenti, altri ancora in ottime condizioni. Distanti tra loro, ma vicini nella condizione attuale. Di epoche lontane. Ma accomunati dalla loro spettralità, dal fascino dell’abbandono, dal desiderio di voler raccontare la loro storia, se solo ne avessero la possibilità. Il risultato è sensazionale. E un po’ inquietante.

La passione per i luoghi dimenticati accompagna Feijen da quando era bambino: “C’era una casa con una fabbrica abbandonata vicino al mio villaggio: ci sono passato davanti un sacco di volte, finché non ho trovato il coraggio di andare a sbirciare dentro. L’adrenalina, l’eccitazione: è stato strabiliante”. Il fotografo, autodidatta ormai specializzatosi in questo genere di opere (nel 2010, ricevette l’onore delle cronache per un servizio sulla famigerata Chernobyl Exclusion Zone, che fu evacuata in circa 48 ore quando avvenne il disastro), ha dichiarato di non fare uso di alcuna fonte di luce artificiale, ma di avvalersi della tecnica HDR per immortalare in luoghi poco illuminati. Inoltre, operando per lo più in posti isolati e non frequentati da (molto) tempo – che scova utilizzando Google Earth – si muove sempre accompagnato da un entourage di almeno tre persone (“Se dovessi cadere per il crollo del pavimento e restare gravemente ferito, non potrei avvertire nessuno”, ha affermato al Daily Mail).

Molte immagini sono già visibili sul sito ufficiale del fotografo. “Frozen”, in uscita il prossimo autunno, sarà presentato ufficialmente alla fiera d’arte contemporanea “Berliner Liste” in programma dal 17 al 21 settembre a Berlino. Sarà disponibile in tre differenti versioni: normale, edizione limitata (150 copie, autografate e numerate), e da collezione (50 copie, autografate e numerate, con contenuti extra). La precedente opera di Feijen, “Disciple of Decay”, esaurì le copie in soli sei mesi.