Blog di una liberaleAirbnb, Uber, Megabus: i “cattivi” della Sharing Economy ti pagano le vacanze

Prendete mouse e penna. Perchè i cattivoni della Sharing Economy (Uber, Airbnb, Letzgo ecc..) quelli che il regolamentatore vuole vietare, ostacolare e rimandare a casa, nella pericolosa Silicon Va...

Prendete mouse e penna. Perchè i cattivoni della Sharing Economy (Uber, Airbnb, Letzgo ecc..) quelli che il regolamentatore vuole vietare, ostacolare e rimandare a casa, nella pericolosa Silicon Valley, stanno regalando vacanze e viaggi a tutti.

Come? E’ semplice. Ogni nuovo business ha bisogno di crescere, di farsi conoscere. Quale miglior pubblicità se non il passaparola? Questo è lo spirito che ha spinto diverse multinazionali del mondo dei servizi, ad offrire prestazioni gratuite in cambio di “passaparola”, appunto.

Ed ecco che la piattaforma di affitto case vacanza Airbnb regala 22€ di credito a chi fa “passaparola” tra gli amici. Certo, con 25€ non posso farmi nessuna vacanza, penserete. E invece no. Perchè con 22€ si trovano stanze in condivisione o singole, in molte località di mare, montagna e persino città.
E poi più persone si invitano, più salgono i crediti. La sottoscritta non paga vacanze dal 2012. Sì, più che passare parola sono davvero logorroica. Ma non importa. Sto facendo il lavoro di un marketing manager di Airbnb, e costo molto meno.

E come andremo nella casetta di Airbnb, per visitare Bologna? Ma con BlaBlaCar ovviamente, piattaforma di condivisione di passaggi, che da poco ha inserito il pagamento online. E se BlaBlaCar non bastasse ecco arrivare MegaBus, che trasporta studenti e turisti in tutta Europa, e, trovandosi ora in fase di lancio offre viaggi a 1€ in tutta Italia. 1€, davvero 1€ per andare da Milano a Genova, o da Bologna a Napoli. Quindi magari 2 € per andare da Milano a Bologna.

Per raggiungere la stazione dei pullman o per raggiungere l’amico di BlaBlaCar ci muoveremo ovviamente con Uber, che offre 10€ di prima corsa omaggio, oppure Letzgo, che offre crediti a chi “presenta” amici, giusto per non farci mancare niente.
Poi da qualche parte dovremo pur mangiare. Ma i ristoranti costano troppo. Allora meglio rivolgersi a Gnammo, piattaforma di “home restaurant”, ovvero nonne Piera che offrono pranzi e cene in casa loro, in cambio di un rimborso spese, spesso minimo. Anche loro sono cattivissimi e quindi vanno regolamentati con ASL, IVA ecc..

Ed ecco che il turista intelligente riesce a risparmiare, grazie alle sue capacità di “pubbliche relazioni”, grazie ad un passaparola. Grazie ai cattivissimi attori della Sharing Economy che, zitti zitti, fatturano milioni, danno posti di lavoro, e ci fanno viaggiare, mangiare, e muovere, a costo e impatto ormai quasi 0.
La sfida è aperta: tuteleremo i consumatori, oppure le caste?
 

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