Ci sono storie di aziende del Mezzogiorno che rappresentano veri e propri casi di successo. Storie che racchiudono in sé il sudore del lavoro e il coraggio delle ambizioni.
Fare impresa, al Sud, è da sempre una delle sfide più difficile ma appassionanti. Se poi la mission dell’impresa è l’innovazione tecnologica, la complessità della sfida aumenta notevolmente.
Ci sono storie che dimostrano, al contrario, come anche dal Sud sia possibile generare e moltiplicare l’innovazione. L’esempio è proprio la Geocart SPA che il prossimo 26 giugno celebrerà i suoi 20 anni e più.
Nata nel 1992 grazie alle sovvenzioni della “Legge 44”, è la prova provata di come sia stato possibile realizzare il classico “sogno nel cassetto”. Il “sogno” della Geocart, o meglio degli uomini che iniziarono questa impresa, è stato quello di ipotizzare la realizzazione di una cartografia geotematica “dinamica”, costantemente aggiornata grazie ad un sistema di monitoraggio in tempo reale che doveva rimanere una tappa fondamentale per la conoscenza del territorio.
La Legge 44 permetteva alle aziende giovani e dinamiche di poter usufruire di un contributo per poter avviare la propria attività. Proprio come succede oggi con i programmi di sostegno o di investimento nelle Start Up. Da quel momento l’azienda diretta da Antonio Colangelo, oggi amministratore unico, ha iniziato a muovere i primi passi, partendo proprio dal Sud: dalla Basilicata. A scorrere rapidamente la storia dell’azienda, notiamo come la Geocart abbia attraversato il tempo muovendosi in uno spazio sempre nuovo. Dalle attività di controllo e monitoraggio del territorio dell’Italia meridionale, le attività si sono gradualmente spostate su un campo più vasto, raggiungendo altri stati europei e territori difficili come l’Iraq del dopo guerra. Anche sul piano delle collaborazioni, questa azienda si è attestata nel tempo come valido interlocutore leader. Tra le tante citiamo: il CTBTO dell’ONU e importanti società quali, ad esempio, Enel, Italferr, Terna, Lucart e Sogin.
L’innovazione tecnologica, quindi, come algoritmo principale della storia ultra ventennale della Geocart, che proprio sul piano dell’innovazione sta sviluppando un nuovo progetto aziendale: Digital Light House. Il progetto trova la sua applicazione in alcuni settori molti specifici: quello cinematografico, il Gaming, i Beni Culturali che sono naturalmente vocati ad una continua digitalizzazione.
Ed è proprio nella “metamorfosi digitale che sta interessando in particolare il mondo del Cinema” che un progetto come Digital Light House può trovare una sua naturale applicazione.
Lo stato delle cose viene descritto molto bene in questo passaggio dell’abstract del progetto: “Oggi, grazie alle tecnologie digitali, è possibile ricreare al computer scenari, situazioni, oggetti e persone curati fin nei minimi particolari, che interagiscono con gli attori mentre recitano in una stanza. Questa evoluzione è sintomo di una svolta epocale nell’industria cinematografica dove gli effetti visivi digitali faranno da protagonisti e da linee guida. In questo progresso, si vuole cogliere l’opportunità di supportare il cinema italiano nella creazione di un “cinema intelligente”, spoglio di sofisticati e onerosi set costruiti ex novo per ogni film, attraverso la digitalizzazione dei set cinematografici e l’ottimizzazione del workflow necessario alla produzione di effetti visivi in post produzione.”
In questo video una recente presentazione del progetto
Dal Sud una storia ventennale di impresa che infonde coraggio e può contaminare di ottimismo questo pezzo di Italia, così lento nella sua definitiva ripartenza. La questione meridionale può conoscere una nuova fase, positiva, grazie al lavoro e al know how di aziende come la Geocart. Il 26 giugno, a Potenza, Geocart aprirà la propria sede per un OpenDay speciale che si preannuncia ricco di suggestioni tecnologiche e di innovazione praticata. Tutte le info sul sito geocartspa.it, dove è già possibile registrarsi e conoscere il programma della giornata.